Per l’estate 2011 si prevede un aumento delle tariffe degli stabilimenti. Lo denuncia l’Adoc che dal 1 maggio attiverà controlli sui gestori per verificare eventuali rincari sui prezzi perchè sembra che andare al mare costerà il 15 – 20% in più. L’aumento dei prezzi sarebbe dovuto all’indeterminatezza delle concessioni demaniali e dell’assenza di una chiara disciplina di settore. Pare che il governo si stia attivando per rivedere i canoni demaniali: la ratio é che la spiaggia è territorio pubblico e lo stato lo affitta ai gestori di stabilimenti balneari. I prezzi sono abbastanza fermi e, pare, poco aggiornati rispetto all’attuale costo della vita. Così, per mettersi al riparo da eventuali spese future, i gestori potrebbero alzare i prezzi (specialmente per i non residenti), e quindi il danno ricadrebbe sui consumatori finali.
L’assenza di certezze sulle concessioni demaniali marittime rischia di gravare sui consumatori, che potrebbero vedere aumentati i prezzi dei servizi forniti dagli stabilimenti balneari – sottolinea Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – occorrono regole chiare e fisse sulle concessioni, l’indeterminatezza può spingere i titolari degli stabilimenti a imporre prezzi più alti ai bagnanti, per recuperare eventuali future perdite. Il numero di spiagge libere deve essere congruo e garantito. Tra contributi, divieti d’accesso e costi proibitivi (in media una famiglia ha speso l’anno scorso quasi 100 euro per una giornata al mare), i turisti e i non residenti il mare di Roma potranno vederlo solo in cartolina.
Gli imprenditori balneari di Sib-Fipe/Confcommercio e Fiba-Assoturismo/Confesercenti sono scesi in piazza per protestare contro questa situazione. I consumatori iniziano a fare i conti: tra contributi, divieti d’accesso e costi proibitivi (in media una famiglia ha speso l’anno scorso quasi 100 euro per una giornata al mare), sempre più italiani si riverseranno sulle spiagge libere anche per l’estate 2011, anche se a questo punto c’è da chiedersi se per le vacanze ci sarà un numero di spiagge libere sufficienti.