Si è concluso con un rinvio il processo che dovrà accertare le cause del crac Parmalat, il colosso agro-alimentare italiano che nel 2003 si scopre aveva debiti per 14 miliardi di euro. Il processo è iniziato nonostante le non poche difficoltà ci sono infatti 56 imputati, divisi in cinque filoni di inchiesta, e 33 mila probabili parti civili.
Dopo solamente mezz’ora di camera di consiglio, è stato deciso il rinvio dell’udienza al 6 maggio. In quella data il tribunale deciderà sull’istanza di riunificazione presentata dalla difesa di Calisto Tanzi e osteggiata dalla Procura. Il tribunale ha fissato, come successiva udienza, anche la data del 13 giugno.
La Procura di Parma sottolinea l’esigenza di affrettarsi con i tempi del processo. “In caso di mancata riunificazione – ha detto il procuratore Gerardo La Guardia – l’esito potrebbe arrivare anche fra cinque anni”. Il filone relativo alle acque minerali Ciappazzi, che vede imputati Cesare Geronzi, Matteo Arpe e altri ex manager di Capitalia, è stato invece rinviato al 16 ottobre.
La Procura di Parma sottolinea l’esigenza di affrettarsi con i tempi del processo. “In caso di mancata riunificazione – ha detto il procuratore Gerardo La Guardia – l’esito potrebbe arrivare anche fra cinque anni”. Il filone relativo alle acque minerali Ciappazzi, che vede imputati Cesare Geronzi, Matteo Arpe e altri ex manager di Capitalia, è stato invece rinviato al 16 ottobre.
L’associazione dei consumatori il Movimento difesa del cittadino, ha dichiarato che: “Tra rinvii, lungaggini e la complessità stessa del processo, la via giudiziaria si profila lunga e ferruginosa, e i risultati a favore dei risparmiatori truffati rischiano di essere vanificati dalle prescrizioni e per i piccoli risparmiatori, la via conciliativa rimane la soluzione più sicura per ottenere il rimborso totale o parziale dei soldi sottratti”.
Ma purtroppo i tavoli di conciliazione non hanno dato i risultati sperati infatti si calcola che solo con Banca Intesa delle 13.499 domande di conciliazione per Parmalat discusse, il 38 per cento ha ottenuto un rimborso parziale (5.130 domande) e il 6 per cento un rimborso totale (810 domande).