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Amazon cancella le spese di spedizione in Italia

 La concorrenza tra i portali di e-commerce è sempre più forte e l’Italia non fa eccezione. Per questo Amazon ha introdotto anche nel Bel Paese la consegna gratuita a domicilio dei prodotti acquistati sul sito. In poche parole da oggi è possibile fare acquisti su Amazon e ricevere i prodotti senza spese di spedizione. A darne notizia è stato Brian McBride, amministratore delegato di Amazon.co.uk Ltd.
È stata l’Irlanda,nell’ottobre 2009, ad essere il primo paese europeo dopo il Regno Unito a beneficiare della consegna gratuita di Amazon.co.uk. Oltre all’Italia la novità riguarda anche altri 16 Paesi europei e tra di essi anche: Spagna, Polonia Paesi Bassi, Portogallo, Grecia, Belgio, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Lussemburgo, San Marino.

Cleanright, risparmiare sulle pulizie di casa

Siete stanche delle solite pulizie quotidiane? Volete risparmiare sui prodotti che usate per rendere la casa sempre splendente? Volete evitare sprechi e capire quali siano i prodotti che danneggiano la vostra salute e l’ambiente? Se volete tutto questo, non vi resta che collegarvi al sito Cleanright, dove avrete l’opportunità di scoprire tutti i segreti per pulire in modo sicuro ed ecosostenibile. Cleanright è una realtà web, realizzata in ben 12 lingue, che si pone l’obiettivo di  offrire ai consumatori i vantaggi e gli svantaggi dei prodotti normalmente usati per le pulizie domestiche. Cleanright è  nato  come una guida per fornire informazioni utili sui detersivi presenti in commercio, ma anche consigli su come leggere le etichette dei flaconi e spiegazioni sulle sostanze contenute all’interno, considerando soprattutto il loro impatto ambientale e i loro effetti sulla nostra salute.

Ecco come i supermercati cercano di spillarci soldi

Un supermercato oltre ad essere un luogo dove poter acquistare quasi tutto quello che possiamo immaginare è anche luogo di osservazione da parte di psichiatri, ingegneri, esperti del marketing che con il passare del tempo hanno creato molti trucchetti per cercare di far spendere al consumatore più di quanto in realtà ha in progetto di acquistare appena mette piede nel supermercato. Avevamo già parlato degli acquisti impulsivi, per favorire questo tipo di acquisti vengono posizionati dei prodotti vicino alle casse, cosi mentre facciamo la fila possiamo acquistare un pacchetto di gomme o batterie, lamette tutte cose con un prezzo gonfiato.

Inoltre questi scompartimenti sono ad altezza di bambino, che giustamente appena vede cioccolate e robe varie li prende e li mette nel carrello, e se non acquistiamo queste cose attacca il piccio, e molti genitori per non dover sentire i bambini gridare come se fossero posseduti cedono all’acquisto. Degli studi mostrano che ogni minuto passato al supermercato permette a quest’ultimo di guadagnare un euro. Infatti molto probabilmente per questo motivo i prodotti di prima necessità sono nascosti nei meandri del supermercato.

Altro caso per i prodotti tipici italiani, questa volta tocca al brunello di Montalcino

Per la serie due volte e meglio di una ecco un altro caso mozzarella di bufala. Sto parlando del brunello di Montalcino. Tutto è partito da un esperimento. Che dimostra come il Sangiovese padre del Brunello di Montalcino sia stato mescolato ad altri vitigni un poco meno nobili, scatenando quello che ormai i produttori di Brunello chiamano “inferno”.

Il tutto nascerebbe da un esperimento, dove si tentava di mescolare vari tipi di uva e destinato ad un altra etichetta, il tutto poi finito su un libro poi su un blog e preso ad esempio: il world system, internet nella specie, ha diffuso la notizia e avrebbe tentato i produttori portandoli a “risolvere” in modo alternativo rispetto al disciplinare (rigidissimo) il problema dell’esportazione in Paesi dove si ama di più un vino meno impegnativo rispetto a quello nato dalla purezza del Sangiovese.

Codacons: l’Italia è un paese in recessione

E dopo le poco piacevoli vacanze pasquali, almeno per il sottoscritto costretto a casa con l’influenza, si torna alla dura realtà sulla situazione economica italiana. Questa volta con i dati Istat che dimostrano un paese che nonostante le vendite al dettaglio risultino in aumento e in grave recessione.

Almeno a quanto afferma il Codacons, che ricorda che apparentemente le vendite nel primo mese dell’anno sono aumentate del 1 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ciò riguarda sia i prodotti alimentari, con un 1,5 per cento, che non, con uno 0,7 per cento.

L’Istat: spesa più cara del 4,8%

Inesorabile arriva la conferma dell’Istat, per i prodotti ad altra frequenza d’acquisto cioè alimentari, sigarette, carburanti, giornali, spese al bar, etc. l’inflazione è arrivata al 4.8% rispetto al 2,9% dell’inflazione «complessiva». Tutti questi prodotti che come spiega l’Istat hanno «registrato sistematicamente dal 2002, con l’ingresso dell’euro, aumenti superiori, a volte molto superiori, al tasso medio». Gennaio, poi, segna un record, con un +4,8% che è il valore più alto degli ultimi 11 anni.

In dettaglio, in testa alla classifica troviamo il pane (+12,3% rispetto a dodici mesi prima), la pasta (+10%), latticini (+6,7%). E i rialzi sono superiori alla media anche per il caffè e il cappuccino (+3,7% le consumazioni al bar), per le pizzerie (+3,6%), per le sigarette (+4,1% l’indice dei tabacchi). Ovviamente a questi dati c’è stata la reazione delle varie associazioni dei consumatori che hanno addirittura definito il dato dell’Istat sottostimato.