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Quando la pausa pranzo diventa un lusso

Ormai anche la pausa pranzo per gli italiani sembra essere diventata un lusso, i costi per mangiare fuori, in qualche locale solitamente vicino all’ufficio, si fanno sempre più insostenibili per

Cenone di Capodanno take away, la tendenza del risparmio

 Siamo nel pieno di grandi abbuffate, ci si prepara a cenoni e pranzi. Con il Capodanno alle porte il pensiero del cenone è diventato ormai un chiodo fisso. Cenone di Capodanno al ristorante o in casa nostra? Entrambi. Ma come é possibile? Ebbene si, gli italiani non rinunciano alle prelibatezze da ristorante, e non sono pochi coloro che in questi giorni di festa desiderano rilazzarsi e non assolutamente piazzarsi davanti ai fornelli a cucinare per cinque, dieci o venti persone. Ma il ristorante si sa, costa troppo e per la cena di capodanno i prezzi lievitano. La soluzione? Il take away. Cenone di Capodanno all’insegna della tradizione e del risparmio. Quest’anno si pensa a pranzo e cena d’asporto, soluzione che piace per economicità e comodità. E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Confesercenti Bergamo tra i ristoratori.

A Capodanno le lenticchie sono d’obbligo: ricetta economica e veloce

 Arriva l’ultimo dell’anno e mentre alcuni cercheranno di evitare lo zampone o il cotechino perchè veramente troppo grassi, non potremo certo dire di no alle lenticchie. In dialetto tali legumi sono chiamati — a seconda delle varie località — lintìcchia, unticcia, lenti. Immeritatamente poco amate, poco gradite se non il giorno di attesa del Capodanno quando è tradizione comune il mangiarne. Simbolo di ricchezza, abbondanza e prosperità, ecco perchè si pensa di iniziare l’anno con un bel piatto di questi legumi.

Più rinomate le lenticchie di Antillo, Chiaramonte, Gangi, Marianopoli, Resultano, Roccella Valdemone, S. Domenico Vittoria. Le più comuni sono le piccole lenticchie dell’isola d’Ustica. questo legume contiene la più alta percentuale di proteine su qualsiasi altro (25%).

Ecco un’ottima e semplice ricetta, che potrete conservare non solo per l’ultimo dell’anno, ma anche per quei giorni in cui non avrete fatto la spesa e avrete da parte in dispensa la vostra bustina di lenticchie, pronta ad essere preparata fumante da portare sulle vostre tavole. Ecco perchè in questa ricetta vi aggiungiamo un pò di riso.

Natale meno caro al ristorante: gli esercenti tagliano il conto

 La crisi si fa sentire anche a Natale. Natale, pranzo al ristorante, anche questo fa parte della tradizione e aiuta a dimenticare difficoltà e problemi. Inoltre si spenderà come l’anno scorso o meno.

Molti locali, da sempre chiusi il giorno di Natale, quest’anno resteranno aperti il 25 dicembre nel tentativo di compensare, almeno in parte, il crollo degli affari,

annuncia il segretario provinciale della Fiepet-Confesercenti, Cesare Groppi. Rispetto allo scorso anno, infatti, resteranno aperti circa 53.000 ristoranti (il 72,4% del totale), il 2,8% in più rispetto all’anno scorso. Nonostante tredicesime e regali tuttavia, gli taliani quest’anno andranno meno al ristorante e per coloro che non vi rinunceranno ci sono delle buone notizie: a comunicarle è sempre Fiepet Confcommercio, che segnala anche come un 71,4% degli esercenti manterrà i prezzi invariati e solo una piccola minoranza, il 7,1%, farà pagare un conto più salato. Secondo l’indagine, gli esercenti sono intenzionati a incoraggiare i clienti anche in tempi di crisi.

Alitalia: Quote più alte per risparmiare sul carburante

«In alta quota si consuma meno carburante» Questo devono aver pensato i vertici dell’Alitalia quando hanno richiesto l’autorizzazione all’Enav, l’Ente che controlla il traffico aereo nazionale, per la tratta Roma-Milano. Il tutto per cercare di risparmiare più carburante possibile senza dover ritoccare il prezzo del biglietto.

Infatti i passeggeri che dal prossimo 5 giugno si imbarcheranno su uno dei 123 aerei che collegano quotidianamente Fiumicino a Linate voleranno ad una quota più alta delle rispettive rotte. «Nessuno si accorgerà di niente – spiegano da Alitalia – ma con il petrolio alle stelle, è l’ unico modo per non aumentare le tariffe».

Quando costa il matrimonio? Analizziamo voce per voce

Per molte persone il giorno più bello della loro vita, o uno dei giorni più belli coincide con il matrimonio. Ma forse dopo che avrete letto questo articolo non sarà più tanto bello. Infatti Federconsumatori ha stimato che per un matrimonio sobrio una coppia non spende meno di 27000 euro, cioè il 40 per cento in più rispetto al 2001. Infatti 8 anni fa per un matrimonio con un buon pranzo, un bell vestito si spendevano circa 19.000 euro. Per non parlare poi di chi al giorno d’oggi vuole fare le cose in grande, infatti la spesa arriva a sfiorare i 50.000 euro per questi megalomani. L’indagine, condotta dall’associazione a ridosso della stagione dei matrimoni, prende in esame le “principali voci di spesa necessarie”, cioè quelle immancabili per il fatidico ‘sì’. Come molti di voi già sposati sapranno la spesa più grande riguarda il pranzo nuziale, le variabili da prendere in considerazione sono: numero degli invitati e delle portate, ma anche dall’utilizzo di cibi ricercati e dalla tipologia del ristorante.

Ma anche per festeggiare intorno alla tavola con parenti, amici e conoscenti la spesa è pesante e si aggira comunque sui 10.000 euro. In questo caso l’ incremento è del 33 per cento rispetto al 2001, quando in media lo stesso pranzo costava 7.500 euro. Una vera stangata è la torta nuziale, quella con i tradizionali sposini in plastica posti in cima ai diversi piani di dolce. Il costo era di 200 euro sette anni fa: oggi va da un minimo di 300 ad un massimo di 600 euro. Per non parlare ora degli abiti. Quello maschile ha iniziato a fare concorrenza per prezzo a quello femminile, infatti la donna spende da un minimo di 2500 euro ad un tetto massimo di 5000 euro per l’uomo la spesa si aggira sui 2500 euro, scarpe incluse. C’è poi l’intimo, a cui nessuno rinuncia: l’uomo spende tra gli 80 e i 120 euro, mentre prima ne spendeva 55; la sposina investe invece in lingerie tra i 200 e i 500 euro.

Dopo le uova di Pasqua, rincari in vista per il tipico pranzo pasquale

Brutte notizie per tutti gli italiani che non vogliono rinunciare alla tradizione del tipico pranzo pasquale. Infatti stando ai calcoli dell’Unione nazionale consumatori costerà circa il 40 per cento in più rispetto al 2001. Infatti considerando i tassi d’inflazione, nel 2008, per una tavolata di otto persone, si spenderanno circa 161.81 euro, contro i 134.54 del 2004 e i 115.3 del 2001.

Una differenza non indifferente di quasi 50 euro. Un rincaro un pò generale per tutti i principali “protagonisti” del pranzo pasquale. I rincari maggiori sono per i carciofi (il cui prezzo è raddoppiato rispetto al 2001) per le uova di cioccolato (+38.46 per cento), per l’agnello (+33.33 per cento), per le colombe (+33 per cento), senza dimenticare vino, spumante e pasta fresca (+30-40 per cento).