mutuo a tasso variabile

Mutuo a tasso fisso o variabile? Ecco pro e contro

Oggi giorno le banche concedono mutui sempre meno spesso ma per i fortunati, quelli cioè che hanno regolare busta paga e possono puntare a un prestito, ecco che il dilemma si presenta puntuale: qual è il tipo di mutuo più vantaggioso? Quello a tasso fisso o quello a tasso variabile? Ognuno dei due si porta dietro pro e contro: cerchiamo di analizzarli in modo da avere ben chiara la situazione.

Mutui casa, nuovo “cap” dalla Banca Popolare di Milano

 La Bpm (Banca Popolare di Milano) arricchisce la propria offerta relativa ai mutui proponedo ai suoi correntisti  un nuovo mutuo a tasso variabile che prevede un tasso con tetto massimo fissato al 5% (il cosidetto “cap”).

L’offerta offre un miglioramento della tipologia di mutui con Cap che ha registrato, negli ultimi mesi soprattutto, una significativa adesione degli utenti grazie alla protezione che questo prodotto offre rispetto ai rischi derivanti dall’andamento dei mercati.

Mutui: le proposte migliori per le coppie giovani

 Gli investimenti sulle case sono sempre troppo cari ma il mercato dei mutui propone delle agevolazioni particolari per le giovani coppie. Rispetto al 2008, nel 2009 si è registrato un aumento delle erogazioni per l’ acquisto di abitazioni da parte delle famiglie italiane la cui differenza positiva è di 133 milioni di euro pari +0.9%. Ciò sta a significare che nonostante le difficoltà in cui la popolazione naviga a causa della crisi economica, l’acquisto più importante e a cui non si può rinunciare è proprio la casa.

Diverse sono le offerte dei mutui che le compagni bancarie mettono a disposizione dei consumatori più giovani. In questo momento, secondo i dati di Euribor , è favorevole aprire un mutuo a tasso variabile.

Mutui: In Italia quelli più cari

I mutui costano molto caro alle famiglie italiane, che sono le più esposte in Europa al rischio tassi d’interesse. Questo quanto emerge dalla Relazione Annuale della Banca d’Italia che sottolinea come, sebbene la qualità del credito bancario resti elevata, si riscontrino comunque più ritardi nel pagare le rate dei mutui a tasso variabile rispetto a quelli a tasso fisso. Negli ultimi due anni, si legge, il peso dei nuovi prestiti a tasso variabile sul totale dei nuovi finanziamenti alle famiglie per acquisto di case è diminuito di 37 punti percentuali, convergendo al valore medio dell’area euro.

“Tuttavia – avverte Bankitalia – l’elevata quota di finanziamenti a tasso variabile erogata negli anni passati fa sì che l’esposizione delle famiglie italiane ai rischi derivanti dalle variazioni dei tassi di mercato rimanga più alta rispetto alla media europea”. Inoltre lo scorso anno il tasso di interesse sulle nuove erogazioni di mutui a tasso variabile è cresciuto fino ad arrivare al 5,5 per cento, In Italia, si legge ancora, il costo dei mutui, sia a tasso variabile, sia fisso, è maggiore che nel resto dell’area euro, anche se per quelli a tasso fisso il differenziale si è ridotto a fine 2007 di 7 decimi di punto grazie alla maggior concorrenza.

Mutuo a tasso variabile: non conviene cosi tanto

Di recente l’ European Banking Federation ha deciso di lasciare il tasso Euribor invariato al 4,85 per cento, ha infatti comunicato che il tasso interbancario denominato in euro sulla scadenza a tre mesi è stabile, mentre quello a un settimana è salito di un punto base, al 4,27 per cento.

Secondo le associazioni dei consumatori nostrane, con Adusbef e Federconsumatori in testa, si tratta di un dato molto preoccupante se si considera che sono circa tre milioni e 200mila le famiglie che da due anni a questa parte hanno già subito aumenti di 170 euro al mese, dicono le associazioni, pari a oltre 2.000 euro l’anno per via dei rialzi del tasso di sconto effettuato dalla Bce.