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Milano: risparmiare sulla spesa alimentare

Milano è per antonomasia una delle città più care d’Italia e per cercare di cambiare questa situazione il Comune e la Coldiretti hanno proposto la creazione di un outlet del cibo, dove coniugare qualità e prezzi abbordabili. In questo posto si possono trovare verdure carni latte e derivati prodotti in loco e a prezzi davvero molto concorrenziali.

Un idea che potrebbe far risparmiare molto tempo ai consumatori, che non sarebbero più costretti a navigare da un supermercato all’altro alla ricerca del prezzo migliore. Si stimano in più di 10 mila i consumatori che già da qualche tempo fanno la spesa nei mercati all’ingrosso della città, dove prima si potevano trovare solamente verdura, pollo e pesce, e da poco è possibile comprare anche della carne.

L’uovo di cioccolato quanto ci costa?

La tradizione del dono di uova ebbe inizio prima della nascita del Cristianesimo: già fra i Persiani, infatti, era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano. In tempi più recenti l’uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato, la cui diffusione è stata probabilmente incentrata nell’ultimo secolo.

Molto probabilmente avete già aperto le uova di Pasqua o le avete già date ai vostri figli, e come detto più volte in questo periodo pre-pasquale dietro queste uova di cioccolato c’è moltissima speculazione, in quanto l’uovo di per se costa poco. Analizziamo in questo articolo cosa fa lievitare il prezzo dell’uovo, grazie ad una ricerca dell’Unione nazionale dei consumatori.

Allarme diossina per le mozzarelle di bufala e per il latte

Dopo l’articolo di Ecologiae, osserviamo l’allarme diossina tra gli allevatori di bufale e operatori del mercato della mozzarella, c’è anche un inchiesta in Campania che vede indagate 109 persone. Il tutto è partito da un indagine su un clan attivo nel Casertano, per poi giungere al sequestro di caseifici e allevamenti, dopo la scoperta di valori di diossina superiori alla norma.

Ora si attendono i risultati delle analisi sui campioni prelevati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Portici (Napoli) e portati nei laboratori per le diossine di Teramo. Ma non è finita qua, oltre a quantità massicce di mozzarelle, passatemi il termine avvelenate, sono state trovate fialette di anabolizzanti e di ormoni della crescita. Resta ancora da accertare se c’è una responsabilità di Asl e dei relativi comuni interessati. Un aspetto preoccupante riguarda il fatto che, dopo quelli sulle discariche, erano sbagliati anche i controlli sul latte. E questi errori avrebbero portato a sottostimare la presenza di diossina.

Crac Parmalat si parte!…No

Si è concluso con un rinvio il processo che dovrà accertare le cause del crac Parmalat, il colosso agro-alimentare italiano che nel 2003 si scopre aveva debiti per 14 miliardi di euro. Il processo è iniziato nonostante le non poche difficoltà ci sono infatti 56 imputati, divisi in cinque filoni di inchiesta, e 33 mila probabili parti civili.

Dopo solamente mezz’ora di camera di consiglio, è stato deciso il rinvio dell’udienza al 6 maggio. In quella data il tribunale deciderà sull’istanza di riunificazione presentata dalla difesa di Calisto Tanzi e osteggiata dalla Procura. Il tribunale ha fissato, come successiva udienza, anche la data del 13 giugno.
La Procura di Parma sottolinea l’esigenza di affrettarsi con i tempi del processo. “In caso di mancata riunificazione – ha detto il procuratore Gerardo La Guardia – l’esito potrebbe arrivare anche fra cinque anni”. Il filone relativo alle acque minerali Ciappazzi, che vede imputati Cesare Geronzi, Matteo Arpe e altri ex manager di Capitalia, è stato invece rinviato al 16 ottobre.

Riduzione sulle tariffe del RC auto, lo chiede anche Mister Prezzi

La riduzione con eventuali sconti sulle tariffe per l’RC auto, ecco quanto richiede il garante per la sorveglianza dei prezzi Antonio Lirosi. Secondo l’Istat nell’anno passato queste tariffe hanno subito un aumento del 2,5 per cento. La richiesta viene dopo l’incontro con il presidente dell’Isvap e dell’Ania. Proprio quest’ultimo ha dichiarato che aspetterà fino ad aprile-maggio per avere i dati definitivi del 2007.

Lirosi, in un incontro con i giornalisti, ha sottolineato che l’aumento dell’Rc auto è al sesto posto fra i prodotti più segnalati dai cittadini come cari dopo latte fresco, pane, pasta, benzina e gas. Mister prezzi ha annunciato che per settembre-ottobre dovrebbe essere possibile in internet avere un quadro delle offerte delle varie compagnie con le cinque più convenienti in modo da poter confrontare le tariffe. Per Fabio Cerchiai, presidente dell’Ania, nell’anno appena passato si è intensificato il calo del prezzo medio della assicurazione Rc auto, diminuito di ben 2 punti percentuali rispetto al 2006. La diminuzione era stata pari a 0,8 per cento nel 2006 e all’1,5 per cento nel 2005. È in corso un reale raffreddamento dei prezzi e quello praticato si discosta molto dal listino”.

Gli aumenti di Pasqua, occhio alle uova

La Pasqua è alle porte, e come al solito i prodotti che vengono consumati tipicamente in questo periodo subiscono notevoli aumenti. Inanzitutto consiglio di vedere sempre l’etichetta controllando:

  • la data di scadenza
  • gli ingredienti
  • valori nutrizionali
  • le soprese dentro l’uovo di pasqua devono avere il marcio CE

Latte: intesa con i produttori per il contenimento del prezzo

Se il mese scorso vi avevo indicato come risparmiare sul latte saltando tutta la distribuzione, oggi ho una bella notizia per tutti i consumatori. Infatti Mercoledì c’è stato un incontro tra Mister prezzi, Antonio Lirosi, col le associazioni d’industriali e commercianti. A conclusione Mister Prezzi ha detto:”Il contesto internazionale continua ad essere preoccupante – ha detto Lirosi – ma, per quanto riguarda l’Italia, abbiamo ottenuto oggi la disponibilità delle associazioni a sensibilizzare i propri associati al fine di contenere i prezzi al consumo”.

Il Garante ha quindi sottolineato che, in base alle rilevazioni, il prezzo al consumo del latte attualmente in Italia oscilla tra 1-1,10 euro e 1,60-1,70 euro. “L’esistenza di questa diversità è un bene – ha sottolineato il Garante – perché dimostra che il mercato è concorrenziale”. Lirosi ha comunque annunciato una verifica dei prezzi per il prossimo aprile. Buone le reazioni da parte delle associazioni dei consumatori, che ora si attendono un calo del prezzo, Federconsumatori ha inoltre monitorato il costo di un litro di latte fresco nelle diverse città italiane.

Aumenti ingiustificati? Per la UE è colpa della distribuzione

Non è colpa dei produttori alimentari se i prezzi aumentano, ma della distribuzione e della tortuosa catena dell’intermediazione commerciale, l’anello finale prima che il consumatore acquisti. L’allarme viene lanciato quasi incidentalmente dalla Commissione europea. Il portavoce della commissaria europea all’agricoltura Fischer Boel ha detto chiaro e tondo che «si constatano rialzi di prezzi significativi nei supermercati europei, ma si constata anche che per il pane i cereali non rappresentano che il 5% del prezzo totale».

Risultato: certi aumenti di prezzo «non sono giustificati». Vi voglio ricordare che la commissione non ha alcun pottere sui prezzi finali e non fornisce consigli in merito ad eventuali blocchi dei listini, però talvolta si pronuncia a favore della cautela negli interventi. Ad esempio nel caso dei cereali, l’intervento è alla fonte: per raffreddare la scalata al rialzo dei prezzi sul piano globale, è stato tolto l’obbligo di mettere a riposo i terreni per aumentare la produzione del 10% rispetto al 2007, sospeso temporaneamente i diritti doganali sulle importazioni e proposto di aumentare del 2% le quote latte dal primo aprile per aumentare l’offerta.

I pannolini di stoffa ovvero risparmiare rispettando l’ambiente

Avere un figlio comporta molte spese, che pesano parecchio al bilancio familiare. Tra latte in polvere, omogeneizzati, vestitini e pannolini. E proprio di quest’ultimi che vi voglio parlare oggi. I pannolini usa e getta sono costituiti in gran parte di plastica ed inquinano pesantemente l’ambiente già dalla loro produzione. Al mondo si utilizzano ben 3.5 miliardi di galloni di olio, 82.000 tonnellate di plastica e 1.3 milioni di tonnellate di polpa di legno per produrre 18 miliardi di pannolini di plastica. Questi pannolini necessitano di circa 500 anni per decomporsi. Ma esiste un alternativa per tutti coloro che non lo sanno infatti, esistono dei pannolini di stoffa. Si lavano in lavatrice a 60 gradi e possono essere riutilizzati, sono fatti con vari materiali spugna, flanella, cotone spesso di coltivazione biologica perfetti per bambini allergici o con la pelle molto sensibile.
Sicuramente meno comodi di quelli usa e getta, sono però meno cari (un set completo, 18-20 pezzi, va da 300 a 1000 euro) ed ecologici. In alcune città nel Emilia, l’uso di questo tipo di pannolini è stato promosso con campagna di sensibilizzazione e agevolati con incentivi economici.

Prezzi bloccati nelle Marche

Come sapete ogni tanto capita un articolo che riguarda solo una determinata regione o città, anche se questo è un blog nazionale che tratta argomenti riguardanti tutto il paese, scrivo articoli "localizzati" per due motivi: il primo ovviamente è quello di informare gli abitanti di quella città/regione dei vantaggi di cui possono usufruire, il secondo è informare tutti gli italiani di iniziative meritatevoli e che magari possono essere prese a modello in altre zone dell’Italia. E’il caso di questo articolo, infatti nella regione Marhce, il prezzo di alcuni prodotti di uso comune è stato bloccato fino al 31 Agosto.

L’accordo è stato presentato ieri e verrà sottoscritto Venerdì. «Il nostro obiettivo è la tutela delle fasce di reddito più deboli nel loro potere d’acquisto», ha detto il governatore marchigiano Gian Mario Spacca. Come detto è un’iniziativa apripista a livello nazionale, dato il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori, che avranno il compito di monitorare la corretta applicazione del prezzo prefissato all’interno dei punti vendita. E’stato individuato un paniere di 75 "referenze" per la grande distribuzione, 50 per la media e 25 per la piccola che, saranno contrassegnati dall’immagine di un lucchetto, e come detto avranno i prezzi bloccati.

Fabbricare il sapone in casa

Il sapone naturale è fatto di oli e di grassi che vengono trasformati in sale sodico e in glicerina grazie all’azione della soda caustica, diluita in un liquido. La soda è un composto molto pericoloso e va maneggiato con la massima cura. La soda caustica è quindi un ingrediente indispensabile per produrre il sapone, ma durante la reazione con i grassi si neutralizza e sparisce, quindi nessun sapone finito la contiene. L’ingrediente fondamentale del processo di saponificazione sono i grassi e gli oli dunque, che vengono scelti in base alle loro proprietà. Nel sapone si usano grassi e oli, scelti a seconda delle loro funzioni: l’olio di cocco dà una bella schiuma, l’olio di palma regala consistenza e durevolezza, l’olio di oliva è un vero toccasana per la pelle, il burro di karitè è un nutriente eccezionale, gli oli di girasole, di mandorle, di crusca di riso, di avocado sono leggeri ed emollienti, gli oli di jojoba, di germe di grano, di semi di albicocca o di canapa aiutano a mantenere la pelle in equilibrio, gli oli di sesamo o di semi di zucca si prendono cura dei capelli. Il liquido nel quale si diluisce la soda caustica è, in genere, l’acqua ma si possono utilizzare anche succhi di frutta, infusi d’erbe oppure il latte intero.

Per preparare il nostro sapone avremo bisogno di:

  • una bilancia elettronica per pesare con estrema precisione tutti gli ingredienti con portata al grammo
  • cucchiai di legno
  • una caraffa in pirex
  • una pentola di acciaio inox
  • un termometro da forno
  • un frullatore ad immersione
  • contenitori di plastica robusta da usare come stampi

Ogni attrezzatura deve soddisfare due requisiti fondamentali: resistere a temperature che possono arrivare sino a 90-100 gradi e non essere attaccabile dalla soda (dunque niente rame, ferro, alluminio, stagno, plastiche molli o rivestimenti anti-aderenti).

Risparmiare sul latte acquistando latte crudo

Il prezzo del latte sopratutto in Italia è sempre più esorbitante, nonostante siamo uno dei maggiori produttori europei. Per risparmiare è possibile acquistare il “latte crudo” cioè latte allo stato naturale, così com’è prodotto dalla mucca, prima ancora che essa venga pastorizzato e impacchettato. È latte che non ha subito trattamenti termici: crudo, intero e genuino, saporito, cremoso, vivo, con tante vitamine.

William Campbell Douglas, medico americano riconosciuto come una vera e propria autorità nel campo dei latticini, ha detto: «Oggi la nostra più grave perdita agricola è dovuta all’insensata distruzione del latte fresco attraverso la pastorizzazione, l’ultra-pastorizzazione (UHT) e adesso l’ultra-pastorizzazione a alta temperatura, che trasforma un grande alimento in una bevanda bianca all’aroma di latte, nutriente più o meno come il latte di magnesia». Ma quanti giorni si conserva il latte crudo? Ha la stessa durata del cosiddetto latte fresco che compriamo cioè 2 giorni crudo, 4 o 5 giorni se bollito(va bollito poco dopo l’acquisto).

Latte fresco o UHT, quanto si può risparmiare?

Il latte, fin dalla tenera età, rappresenta per l’essere umano uno dei componenti base dell’alimentazione, in quanto fornisce al nostro organismo importanti sostanze nutritive quali zuccheri, proteine, sali minerali, vitamine e numerosi enzimi, favorendo così la crescita e lo sviluppo.

La prima colazione mattutina a base di latte è un rito per milioni di famiglie ed è altamente consigliata da parte di tutti i medici nutrizionisti; è anche vero, però, che il prezzo del latte fresco è cresciuto molto negli ultimi anni ed attualmente si aggira intorno a 1,60 euro per litro.
Se pensiamo che una famiglia media di 4 persone consuma tranquillamente un litro al giorno, è facile calcolare come in un anno se ne vadano via quasi 600 euro per l’acquisto di questa bevanda.

Come fare allora per ridurre questa spesa?