Quali sono le principali scadenze fiscali ad aprile 2015? Le tasse non mancano mai, ecco le date principali da segnare sul calendario tra comunicazioni Iva, ritenute Irpef e MUD.
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Scadenze fiscali di gennaio 2015 tra INPS, IVA, ritenute e successione
Tra pochi giorni arrivano le prime importanti scadenze fiscali del gennaio 2015: vediamo i principali adempimenti tributari per il mese in corso tra versamento di contributi per i lavoratori domestici, IVA, tasse legate alla successione e altro ancora.
Scadenze fiscali dicembre 2014, IMU, acconto IVA, contributi vari
Fin da ora è possibile inquadrare alcune delle principali scadenze fiscali del dicembre 2014: su tutte domina ovviamente l’odiatissima IMU, tra le altre abbiamo l’acconto IVA per il 2014 e i versamenti per INARCASSA e Cassa Forense da effettuare entro l’ultimo giorno dell’anno.
Scadenze fiscali agosto 2014, rata modello Unico, contributi INPS e versamenti IVA
Quali le principali scadenze fiscali per agosto 2014? Ecco alcune date da segnare sul calendario, dal pagamento della rata del modello Unico 2014 ai contributi INPS per varie categorie di lavoratori.
Iva al 22%, aumenti spesa per reddito e provenienza
Cosa accadrebbe se l’Iva passasse al 22%? Per rispondere a questa domanda, Adiconsum ha effettuato un’analisi completa per calcolare quanto questi aumenti inciderebbero sulla spesa delle famiglie italiane, uno studio che ha dato vita a dati importanti, indici stabiliti in termini di reddito e in termini di divisione territoriale.
Tasse e scadenze, nuove scadenze in calendario
Preparate il calendario e iniziate a scrivere le scadenze che vi comunicheremo e che vi serviranno a districarvi dal complesso mondo delle tasse e del pagamento dei tributi dovuti per l’anno 2013. A intaccare il reddito di tutti gli italiani vi saranno le novità riguardanti le tasse IVA, TARSU, TIA e IMU, aliquote che hanno subito un aumento importante.
Sciopero benzinai di 7 giorni su rete stradale ed autostradale
Si preannunciano giorni difficili per gli automobilisti, ma forse non meno difficili per i benzinai: la categoria passa alla protesta e annuncia uno sciopero della durata di ben sette giorni. Non si sa ancora quando partirà lo sciopero e secondo quali modalità, ma il rischio é che il paese rimanga paralizzato, alla stregua di quanto successo pochi giorni fa in Nigeria, dove, l’aumento sconsiderato del prezzo della benzina aveva portato i benzinai allo sciopero. Risultato: Paese fermo e il presidente nigeriano é presto intervenuto con una riduzione dei prezzi.
All’Italia una bella responsabilità: se crolliamo cade anche l’euro
Alcuni non hanno digerito le ultime affermazioni della signora Merkel e del signor Sarkozy, rispettivamente leader l’una della Germania e l’altro della Francia, le due nazioni “trainanti” dell’area euro. L’Italia é la terza economia per Eurolandia e sembra proprio che stavolta la patata bollente sia toccata a noi. La Grecia ormai é andata, ha gettato la spugna, ha ammesso le proprie colpe e senza troppo imbarazzo, chiede gli aiuti comunitari. L’Italia no, non deve mollare e lo sa bene il ministro Monti, che per salvare il Paese sta inventando e reinventando tasse che erano morte e sepolte al fine di rimpinguare le magre casse dello Stato.
Cresce l’inflazione, sarà solo a causa dell’IVA?
Aumentano i prezzi e il portafoglio degli italiani, a parità di stipendio si svuota prima. A settembre cresce infatti l’inflazione. I dati Istat sottolineano che l’indice dei prezzi al consumo è salito lo scorso mese dello 0,1% rispetto ad agosto e del 3,1% rispetto al settembre del 2010 (si tratta al momento di dati provvisori). Pesa anche l’aumento dell’IVA, che da poco è salita di un punto percentuale. E anche se sono stati esclusi dall’aumento “i beni di prima necessità” (che hanno l’Iva al 4%, rimasta intatta) le tasche degli italiani ne risentono: più del 40% dei beni venduti dalla grande distribuzione organizzata è stata interessata dal ritocco, percentuale sottolineata dalla Federdistribuzione sulle pagine del Salvagente.
Aumento dell’IVA al 21% su piccolo e largo consumo
Anche se di un solo punto percentuale, questo aumento dell’IVA sta creando non poche polemiche. In molti forum gli utenti sostengono che provvedimenti del genere imporrebbero di attendere 15 giorni dalla pubblicazione in G.U., prima che essi entrino in vigore, invece da oggi 17 settembre scatta l’aumento dell’Iva, che passa dal 20 al 21% (art.2, comma 2bis). Aumento dell’IVA previsto dalla manovra di Ferragosto appena approvata, la quale prevede che i prodotti tassati al 20%, adesso lo siano al 21%. Il gettito porterà elle casse dello Stato tra i 4 e i 5 miliardi all’anno con un impatto sui prezzi dello 0,8%. Per quanto riguarda invece i prodotti tassati al 4%, come pane, latte, pomodori e giornali, non é previsto nessun rincaro.
Unico 2010, Rai, IVA: scadenze a novembre
Novembre mese di scadenze. Questo mese sarà per i contribuenti un mese pieno di appuntamenti che dovranno sarà un mese denso di appuntamenti per i contribuenti italiani, che dovranno interessarsi a Unico 2010, al canone Rai e all’IVA Le date da ricordare sono: 2 novembre, 15 , 16, 30.
Rimborso dell’Iva sulla tassa rifiuti, la petizione di Altroconsumo
Sono già migliaia i consumatori che hanno sottoscritto la loro adesione online alla richiesta dell’associazione Altroconsumo per far avere ai cittadini il rimborso dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) corrisposta negli ultimi dieci anni sulle bollette riguardanti la tassa sui rifiuti.
Con la nostra petizione – spiega l’associazione Altroconsumo – chiediamo che il Governo prenda una decisione definitiva, in linea con la sentenza della Corte Costituzionale, e che ai contribuenti venga rimborsata l’Iva pagata negli anni passati. Lo scorso gennaio abbiamo scritto al Ministro Tremonti chiedendo la modifica del testo unico dell’Iva e di convertire in credito d’imposta (da usare in compensazione di altri tributi da pagare) quanto fin’ora indebitamente pagato. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Ripsarmiare sull’auto acquistandola all’estero
L’acquisto dell’auto è una delle spese più importanti che il consumatore si trova ad affrontare. Così, in un periodo di crisi economica è chiaro che si cerca di cogliere l’offerta migliore: tra le strade attualmente più seguite in tal senso vi è quella di effettuare l’acquisto oltreconfine, sfruttando il risparmio derivante dal prezzo di mercato più conveniente e dalla diversa aliquota IVA applicata nel Paese estero. E’ bene, però, seguire qualche utile consiglio per evitare brutte sorprese. Intanto, se si decide di acquistare un’auto all’estero, occorre anzitutto effettuare un’analisi costi-benefici per valutare l’effettiva convenienza dell’operazione. Non si dovrà, quindi, considerare soltanto il prezzo finale dell’automobile posta in vendita nel Paese estero rispetto al prezzo in Italia, ma si dovranno valutare anche le spese di viaggio, il tempo investito e le altre spese accessorie, quali quelle relative alla corrispondenza, all’ottenimento dei documenti necessari per l’importazione, all’eventuale traduzione del contratto e della documentazione tecnica, al trasporto del veicolo ed alle altre formalità.
La benzina rimane alta a causa delle accise ma le nuove normative dovrebbero aumentare la concorrenza
Rispetto a un anno fa la benzina alla pompa è aumentata come prezzo medio da 1,219 a 1,331 euro al litro, cioè del 9,2% secondo la rilevazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Malgrado il petrolio continui la sua discesa dai picchi di 140 dollari agli attuali 60 circa, il prezzo alla pompa non segue la stessa dinamica nella discesa e questo come dicono i produttori a causa delle benedette accise sul costo del carburante. L’accisa, però (cioè l’ex imposta di fabbricazione, pagata sempre dal consumatore) è rimasta la stessa in un anno, non è diminuita, malgrado gli aumenti dei prezzi abbiano visto le entrate per l’erario aumentare visibilmente di circa 18 euro ogni 1000 litri di carburante. A parte la solita considerazione che gli industriali sono lesti ad aumentare il prezzo quando quello del barile sale e lenti a diminuirlo quando scende, c’è da domandarsi perché non si fa una compensazione fra l’IVA e l’accisa? L’erario rinunci a qualche cosa a favore degli automobilisti. Occore infatti ricordare che se il consumatore potesse comprare la benzina senza IVA e senza accisa la pagherebbe 0,545 euro al litro (compreso il compenso al benzinaio). Ecco perchè nel nostro paese la benzina ha i prezzi fra i più cari al mondo.