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Inflazione in aumento: stangata da 1000 euro annui a famiglia

 Un po’ ce lo aspettavamo: rincari sulle accise della benzina, ICI, Irpef, eventuale aumento dell’IVA al 23% e quanto altro ancora si é inventato l’attuale governo per cercare di salvare le casse dello Stato prossime alla deriva. Sì, perchè come sappiamo, secondo il trattato di Maastricht il rapporto tra il disavanzo pubblico annuale e il PIL non deve superare il 3%, il rapporto tra il debito pubblico lordo e il PIL non deve superare il 60 % e via dicendo. Se non ci é dato sapere con precisione a quanto ammontino i debiti di quello che una volta era chiamato il Belpaese, di una cosa siamo certi: che le casse statali stanno messe davvero male.

Risparmio per la spesa alimentare: prodotti di marca e non

 Alla ricerca di un metodo per risparmiare? Il carrello della spesa è sempre più magro? “È colpa della crisi”, questo si sente dire spesso e molti avvertono la presenza di questo brutto spettro proprio a causa della cassa integrazione, della perdita del lavoro, dei minori incassi o della busta paga più bassa. L’obiettivo é risparmiare e purtroppo l’inflazione non ci viene incontro: i prezzi non diminuiscono e risulta sempre più difficile far quadrare i conti.

Cresce l’inflazione, sarà solo a causa dell’IVA?

 Aumentano i prezzi e il portafoglio degli italiani, a parità di stipendio si svuota prima. A settembre cresce infatti l’inflazione. I dati  Istat sottolineano che l’indice dei prezzi al consumo è salito lo scorso mese dello 0,1% rispetto ad agosto e del 3,1% rispetto al settembre del 2010 (si tratta al momento di dati provvisori).  Pesa anche l’aumento dell’IVA, che da poco è salita di un punto percentuale. E anche se sono stati esclusi dall’aumento “i beni di prima necessità”  (che hanno l’Iva al 4%, rimasta intatta) le tasche degli italiani ne risentono: più del 40% dei beni venduti dalla grande distribuzione organizzata è stata interessata dal ritocco, percentuale sottolineata dalla Federdistribuzione sulle pagine del Salvagente.

Inflazione in ribasso: i consumatori risparmieranno?

 Forte rallentamento dell’inflazione a novembre, scesa al +2,7% dal +3,5% di ottobre. Risultati divulagati dall’Istat anche se si tratta ancora della stima provvisoria. Rispetto al precedente mese di ottobre i prezzi hanno registrato un calo. Variazioni negative si sono verificate nei capitoli ‘Trasporti‘ (-2,3%), ‘Servizi ricettivi e di ristorazione‘ (-0,6%) e ‘Abitazione, acqua, elettricità e combustibili‘ (-0,4%).

Gli aumenti si sono invece più elevati si sono registrati nel settore ‘Comunicazioni‘ (+0,3%), ‘Mobili, articoli e servizi per la casa‘, ‘Servizi sanitari e spese per la salute‘ (+0,2%), ‘Bevande alcoliche e tabacchi‘ (+5,3%) e ‘Prodotti alimentari e bevande analcoliche‘ (+4,7%).

Diminuiscono le compravendite ma il prezzo degli immobili non cala: per ora nessun risparmio

 Tanti anni fa i nostri nonni partivano in America per fare “fortuna”, dopo qualche anno tornavano in Italia e con il denaro duramente guadagnato riuscivano a comprare una casa nel Belpaese. Ora questa situazione più che un sogno è diventata un miraggio. Comprare casa in Italia è quasi impossibile. Con gli stipendi che si percepiscono, il lavoro che non si trova (e siamo purtroppo sempre costretti a ripetere: soprattutto al Sud), non solo non è facile comprar casa, ma anche metter sù famiglia.

Detersivi? No grazie, lavare i vetri risparmiando


Che fatica lavare i vetri! E’ uno di quegli obblighi domestici che non piacciono proprio. Ma purtroppo qualcuno lo deve fare e visto che pochissime fortunate donne possono sperare in un marito che le aiuti tocca a noi. Tantomeno pensiamo di chiamare una donna delle pulizie che ci aiuti, il caro prezzi ha raggiunto anche loro e non si degnano di venire a casa a darci una mano se non promettiamo almeno 10 euro all’ora. Giustamente, perchè anche loro subiscono le fasi altalenanti (ma sempre al rialzo) dell’inflazione.

Istat: il tasso d’inflazione aumenta in modo vertiginoso anche a maggio

E’ salito a maggio il tasso d’inflazione che ha registrato un 3,7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e uno 0,6 per cento rispetto a ad aprile. Si tratta della variazione tendenziale più elevata dall’agosto 1996 quando raggiunse il 3,6 per cento. Ma per la spesa quotidiana la corsa dei prezzi è stata ben più alta del tasso generale: più 5,4 per cento, dal 5,1 per cento di aprile calcola l’istituto di statistica.

L’Istat ha peraltro fornito il dato sul tasso di crescita dell’inflazione relativa ai beni ad “alta frequenza d’acquisto”, che vanno dagli alimentari alle bevande, dall’affitto alle spese al ristorante, dai carburanti ai trasporti, dai giornali ai tabacchi.

Class action contro Trenitalia per il taglio a sfavore dei pendolari

Non più tardi di ieri vi segnalavo l’ondata di Phishing che sta colpendo Trenitalia, ed oggi altra tegola per l’azienda di Ferrovie. Infatti in un annuncio congiunto Federconsumatori e Adusbeh hanno dichiarato di voler intentare una class action contro le Ferrovie, motivo? Per protestare contro la proposta di tagli dei servizi a danno dei pendolari.

Le due associazioni, nella nota, si riferiscono alla segnalazione dell’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti sul mancato trasferimento di fondi dallo Stato alle Regioni, per la conclusione dei contratti di servizio. Secondo Federconsuumatori e Adusbef, “è evidente che con un’inflazione che va oltre il 3,6 per cento, il costo della benzina a 1,53 euro al litro, uno Stato previdente e responsabile porrebbe il tema dello sviluppo ferroviario, urbano ed interurbano, al centro delle sue strategie economiche e sociali”.

Frenata dei consumi ad Aprile. La crisi investe anche il settore dei servizi

L’Italia non è un paese in recessione, ma l’economia è ferma. Questo è quanto emerge dall’Indicatore dei consumi per il mese di Aprile di Confcommercio che registra un calo dello 0,9% rispetto all’Aprile dello scorso anno. Un dato più contenuto rispetto al -3,4% registrato a Marzo, ma che comunque non da grandi motivi di gioia ai consumatori italiani il cui reddito, secondo le stime di Bankitalia, ha avuto solo un incremento del 5% negli ultimi diciotto anni.

Un dato, quest’ultimo, a dir poco sconfortante, soprattutto se paragonato all’incremento del 20% toccato ai consumatori tedeschi e a quello del 45% dei francesi. E così gli italiani continuano a rinunciare a vestiti, pane e pasta (i cui consumi nel primo trimestre del 2008 hanno registrato un calo rispettivamente del 2,1 e del 4,5) e carne bovina oltre che a svaghi come cinema e ristoranti.

Istat: inflazione record dal agosto ’96

Inflazione di maggio è salita al 3,6 per cento, acquistando 0,3 punti rispetto ad aprile, affermando cosi un nuovo record storico, che non si registrava dal agosto del 1996. Questo è quello che emerge dalla stima preliminare del’Istat. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra a maggio una variazione del +0,6 per cento su aprile e del +3,7 per cento su maggio 2007 (contro il +3,6 per cento registrato ad aprile 2008).

L’inflazione di fondo si porta al 2,6 per cento, mentre il tasso di inflazione acquisito è del 3 per cento. A maggio gli incrementi tendenziali più elevati si sono avuti per i capitoli abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+6,8 per cento), trasporti (+6,2 per cento), prodotti alimentari e bevande analcoliche (+5,7 per cento). In calo comunicazioni (-3,5 per cento) e servizi sanitari e spese per la salute (-0,2 per cento).

Dati Istat: 1000 euro di spesa in più

Secondo il Codacons quest’anno ci sarà un aumento pari a 1300 euro per le tasche degli italiani. I prodotti alimentari quelli con i maggio rincari, in alcuni casi come per la pasta ci sono stati picchi infatti abbiamo: aumenti del 18,7 per cento per la pasta, del 13 per cento per il pane, del 10,9 per cento per il latte, del 6,3 per cento per la frutta e, addirittura, del 19,3 per cento per il gasolio.

Sempre il Codacons ha chiesto al nuovo governo di mettere in atto provvedimenti volti a contenere il prezzo dei prodotti cosi da salvaguardare i conti delle famiglie. Carlo Rienzi ha anche chiesto che vengano rafforzati i poteri del Garante per la sorveglianza e la successiva creazione di un dipartimento ad hoc dedicato ai consumatori, con la possibilità di elevare sanzioni contro le speculazioni. L’Adoc ci fornisce addirittura gli aumenti quantificati in euro rincari di luce e gas (250 euro), riscaldamento (150 euro), carburanti (400 euro) e alimentari (400 euro)” si legge nel comunicato.

L’inflazione più alta rispetto a Francia e Germania

Negli ultimi cinque anni l’inflazione italiana è cresciuta più che negli altri paesi europei, sopratutto per alcuni prodotti e servizi di prima necessita. Questo quanto emerge da uno studio della Fipe Confcommercio che appunto ha rilevato l’andamento dei prezzi, dopo il cambio lira-euro, nel confronto con Berlino l’inflazione italiana è stata doppia nel settore alimentare, e addirittura superiore di dieci volte per quanto riguarda i mobili, gli articoli e i servizi per la casa.

Durante il periodo che va dal 2002 al 2007 l’inflazione è aumentata in otto capitoli su dodici presi in esame. Sostanzialmente uguale la voce Trasporti, mentre è stato più virtuoso per servizi sanitari, spese per la salute. Per il resto, la rincorsa dei prezzi è stata tale che Roma sembra sempre più allinearsi a Parigi e Berlino, dove fino a dieci anni fa la vita costava invece molto più cara. I capitoli più cari sono stati gli alimentari per i quali l’inflazione durante gli ultimi cinque anni è stata del 4,8% in Germania, del 6,2% in Francia e del 10,1% in Italia.

Risparmiare facendo la spesa nei mercati rionali, ma occhio alle truffe

L’argomento principale è sempre quello, il caro prezzi. Ed ognuno sia che sia single sia che sia un capo famiglia sia datta come può. Stando ai dati del Ismea i mercatini rionali e le bancarelle dei fruttivendoli riescono ancora a garantire qualche risparmio. Pur seguendo, ovviamente, le fluttuazioni stagionali, il prezzo in questi posti è più basso di quello del supermercato.

Però quanto effettivamente risparmiamo? C’è lo dice l’associazione Altroconsumo, dalla quale indagine si evince che tra gli aumenti più importanti dell’ultimo anno ci sono i generi alimentari di prima necessità. In particolare, oltre che per pane e pasta, l’impennata si è registrata per il prezzo di latte (+8,5%), carne (+3,5%) e frutta (+5%).

Ecco quanto spenderemo in più di benzina all’anno

“Il costo dei carburanti è un problema da affrontare in tempi rapidissimi. Questi livelli di prezzi, oltre ad impoverire le tasche degli automobilisti, comportano una ricaduta molto grave nella determinazione dei prezzi dei beni di largo consumo trasportati su gomma”. È quanto sottolineano, in una nota, Adusbef e Federconsumatori commentando il nuovo record dei prezzi dei carburanti.

Infatti basta pensare che solamente nell’ultimo mese, l’incremento di 10 centesimi per litro di carburante avrà ripercussioni notevoli, non solo per il pieno, che subirà rincari di 10 euro al mese e di 120 euro all’anno, ma anche per l’inflazione, con un incremento di 0,3 punti, pari a un aumento della spesa per i cittadini di 90 euro annui. Se si fanno due conti per la benzina, sono stati spesi in più 2,7 miliardi di euro (2 miliardi e 160 milioni costo industriale e 540 milioni tassazione incamerata dall’Erario).