indagine

Risparmio: gli italiani non sanno più cosa sia

 Risparmio mio non ti conosco. Secondo un’accurata analisi dell’Ufficio Confcommercio le famiglie italiane non riuscirebbero più a risparmiare un solo euro rispetto al 2009 quando riuscivano a mettere dentro il loro salvadanaio ben 23 euro su 100 in entrata; ma si sa, complice la crisi degli ultimi tempi e qualche rincaro ingiustificato oggi le cose sembrano essere cambiate, in peggio ovviamente.

Caro prezzi: al Sud più affari che al Nord

 Il Sole 24 Ore indaga tra le buste della spesa dei consumatori e non mancano le sorprese.  Per un paniere comprendente beni di prima necessità: pane, latte, olio extra vergine e passate di pomodoro, uova, caffè, acqua e zucchero, l’Emilia Romagna, con sei città nelle prime quindici posizioni, risulta la meno ecpnomica in merito al riempimento del carrello quotidiano. Sembra invece che si possano fare affaroni a Napoli. Il divario Nord Sud si fa sentire come sempre, ma stavolta forse in positivo: le casse dei supermercati del Nord Italia sono più care di quelle del Sud, mentre in Romagna un chilo di pane costa in media 3,75 euro, a Napoli 1,94, quasi la metà.

Sono queste le indicazioni emerse dall’indagine sui prezzi medi degli alimentari in cinquantasette città pubblicata da “Il Sole 24 Ore del Lunedì”. I risultati emergono dall’elaborazione dei dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico.

Corso gratuito di informatica a Marghera

 Poco meno di un anno fa é stato pubblicato il rapporto Eurostat che rileva le competenze informatiche. L’indagine, titolata “How skilled are Europeans in using computers and the Internet?” ha puntato i riflettori sul livello di conoscenze informatiche su un campione comprensivo di una fascia d’età dai 16 ai 74 anni. Quello che emerge è che il 37% della popolazione dell’Europa a 25 non possiede conoscenze informatiche di base. Come siamo messi in Italia? Dal rapporto emerge che il 59% dei cittadini non ha alcuna conoscenza informatica di base, il 5% dei cittadini ha un livello molto basso di conoscenza informatica e solo il 19% della popolazione ha un livello molto alto di conoscenza informatica.

Non ve lo aspettavate? Le rilevazioni si sono basate su una serie di test di abilità informatica che in realtà non sono difficili: usare un mouse per lanciare un programma, copiare o spostare file o cartelle, comandi copia e incolla. Per i più bravi anche comprimere un file e scrivere un programma informatico usando un linguaggio specialistico.

Altroconsumo: è possibile risparmiare fino a 2000 euro!

 Spendere 2000 euro in meno all’anno non è impossibile. Lo assicura un’indagine di Altroconsumo. Precisamente 2.000 euro se si abita a Milano, 1.050 euro a Roma, 1.900 euro a Firenze e 1.555 a Parma. Non se la cava male anche chi vive a Verona, La Spezia, Brescia e Pisa: anche qui le dinamiche concorrenziali fanno scattare il gioco dei prezzi al ribasso, situazione che si riscontra più nel centro-nord piuttosto che al sud.

Non è alto il risparmio invece per chi abita a Trento: si conferma tra le città più care d’Italia. Qui la concorrenza tra supermercati latita, i prezzi sono alti e tra il punto vendita più costoso e il più economico, in un anno, la differenza in termini di risparmio è di 492 euro.

Quando costa il matrimonio? Analizziamo voce per voce

Per molte persone il giorno più bello della loro vita, o uno dei giorni più belli coincide con il matrimonio. Ma forse dopo che avrete letto questo articolo non sarà più tanto bello. Infatti Federconsumatori ha stimato che per un matrimonio sobrio una coppia non spende meno di 27000 euro, cioè il 40 per cento in più rispetto al 2001. Infatti 8 anni fa per un matrimonio con un buon pranzo, un bell vestito si spendevano circa 19.000 euro. Per non parlare poi di chi al giorno d’oggi vuole fare le cose in grande, infatti la spesa arriva a sfiorare i 50.000 euro per questi megalomani. L’indagine, condotta dall’associazione a ridosso della stagione dei matrimoni, prende in esame le “principali voci di spesa necessarie”, cioè quelle immancabili per il fatidico ‘sì’. Come molti di voi già sposati sapranno la spesa più grande riguarda il pranzo nuziale, le variabili da prendere in considerazione sono: numero degli invitati e delle portate, ma anche dall’utilizzo di cibi ricercati e dalla tipologia del ristorante.

Ma anche per festeggiare intorno alla tavola con parenti, amici e conoscenti la spesa è pesante e si aggira comunque sui 10.000 euro. In questo caso l’ incremento è del 33 per cento rispetto al 2001, quando in media lo stesso pranzo costava 7.500 euro. Una vera stangata è la torta nuziale, quella con i tradizionali sposini in plastica posti in cima ai diversi piani di dolce. Il costo era di 200 euro sette anni fa: oggi va da un minimo di 300 ad un massimo di 600 euro. Per non parlare ora degli abiti. Quello maschile ha iniziato a fare concorrenza per prezzo a quello femminile, infatti la donna spende da un minimo di 2500 euro ad un tetto massimo di 5000 euro per l’uomo la spesa si aggira sui 2500 euro, scarpe incluse. C’è poi l’intimo, a cui nessuno rinuncia: l’uomo spende tra gli 80 e i 120 euro, mentre prima ne spendeva 55; la sposina investe invece in lingerie tra i 200 e i 500 euro.