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Ictus, in tanti non possono accedere alle cure

L’ictus è una delle principali cause di mortalità e una delle principali cause di disabilità. Si tratta di una malattia dunque ancora molto diffusa e purtroppo molto spesso sono tante le persone che non sono in grado di accedere alle cure, alla riabilitazione e al sostegno che potrebbero garantire maggiori possibilità di un buon recupero funzionale e una vita più sana, più produttiva e indipendente.

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 L’ictus purtroppo é una patologia che colpisce spesso all’improvviso, ma questo non significa che non possa essere prevenuta. Un ictus è una interruzione della fornitura di sangue in qualsiasi parte del cervello. E’ chiamato anche infarto cerebrale. Ne esistono di diversi tipi ma quello più diffuso é l’ictus ischemico che avviene quando il sangue al cervello è bloccato da un coagulo di sangue. I sintomi sono molto spesso improvvisi e possono comprendere, a seconda dell’area colpita, inizialmente una confusione generale, insensibilità o paralisi unilaterale, può risultare difficile parlare e seguire i discorsi e in seguito possono esserci dei svenimenti.

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 Quante volte siamo andati dal medico a farci misurare la pressione? Oppure abbiamo anche noi a casa quel famoso attrezzo che ci stringe il braccio e ci rivela la nostra pressione insieme alle pulsazioni cardiache? Di cosa si tratta? La “pressione ” misurata dal medico è quella che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni, arteriosi e venosi. Valori elevati della pressione non sono assolutamente positivi e possano portare all’infarto e l’ictus cerebrale. Maggiori elementi di rischio sono lo stato di sovrappeso, l’essere affetti dadiabete o malattie renali, fumare e/o bere un pò troppo. I dati italiani rilevati dalla Società mondiale per l’ipertensione (World Hypertension League) mostrano che circa il 30% della popolazione, ovvero intorno a 15 milioni di persone, soffre di ipertensione arteriosa. In Italia le conseguenze dell’ipertensione (infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco) provocano ogni anno 240 mila morti, pari al 40% di tutte le cause di morte. Purtroppo gli italiani non sono un popolo dedito, almeno in questo caso, alle cure: solo un paziente iperteso su 5 è adeguatamente curato.