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Prodotti alla spina, risparmiate fino a 64 euro al mese

Se avete la fortuna di vivere vivere vicino un supermercato che vende prodotti alla spina approfittatene! Secondo un’indagine di Federconsumatori infatti scegliendo i prodotti alla spina al posto di quelli confezionati una famiglia italiana può arrivare a risparmiare fino a 64 euro al mese, ovvero circa 774.58 euro all’anno. Una bella sommetta, non credete?

L’indagine è stata condotta paragonando i prezzi di pasta, latte, cereali e detersivi alla spina con quelli degli stessi prodotti imballati.

Ne è emerso che mentre acquistando il latte in cartone una famiglia italiana può spendere fino a 584 euro all’anno, con un consumo medio di 1 litro al giorno, scegliendo lo stesso prodotto alla spina, magari presso uno dei tanti farmer market che ogni giorno fioriscono da nord a sud del paese,  di euro se ne spendono 365 con un risparmio di ben 219 euro annui.

Risparmiare sui farmaci con le confezioni ridotte ed i farmaci generici

Ridurre il contenuto delle confezioni di farmaci attualmente in commercio del 30-40%, questa la proposta rilanciata di recente da Federconsumatori, nel corso di un convegno sul tema tenutosi lo scorso lunedì 22 Settembre a Roma, per ridurre i costi sostenuti tanto dai cittadini quanto dal sistema sanitario nazionale.

Secondo le stime dell’associazione infatti circa il 20%, pari ad 80 euro su una spesa di 400 euro, dei farmaci acquistati ogni anno dalle famiglie italiane finisce nella spazzatura, poichè il contenuto della confezione è eccessivo rispetto alle reali necessità terapeutiche.

Mentre con l’adozione di terapie personalizzate e di confezioni conformi ai propri bisogni i cittadini riuscirebbero a risparmiare complessivamente ben 600-700 milioni di euro l’anno e a ridurre fra l’altro un penoso spreco di farmaci.

Risparmiare sui viaggi: guida alla vacanza low cost

Chi di voi da quando è stato introdotta la moneta unica non ha mai esclamato:

A causa dell’euro non riesco ad arrivare a fine mese! Prima con cento mila lire facevo la spesa per una settimana, ora sono 50 euro e mi durano un solo giorno!

Chi non si riconosce alzi la mano! Si avvicinano le vacanze e di certo con questi prezzi se già per molte famiglie è un impresa arrivare a fine mese figuriamoci poter partire in vacanza.

Sarà un’estate salata quella dei turisti che andranno al mare in Italia. A causa del sale del mare? Purtroppo no, anzi, forse qualcuno il mare non lo vedrà proprio, perché l’aggettivo “salata” era riferito alla vacanza o meglio, ai costi di quest’ultima. È quanto aveva annunciato il mese scorso Federconsumatori presentando il 10 giugno la “Terza indagine nazionale sui prezzi rilevati nei siti web degli alberghi e delle strutture turistiche nelle località balneari italiane”. Secondo i dati rilevati, una notte in albergo, in camera doppia con pensione completa, nella settimana dal 9 al 16 agosto, potrà costare anche fino a 137 a persona nel Sud Italia o nelle Isole. Si potrà spendere meno se si usufruirà delle spiagge del Nord (73 euro a notte). La media nazionale si aggira attorno ai 97 euro. L’indagine ha rilevato quindi rispetto al 2007 un aumento dei costi del 4,3 per cento.

Estate più salata per chi sceglie il Sud

Si prospetta un estate salata, e non perché la salinità del mare è aumentata, ma perché sono aumentati i prezzi delle località turistiche. Ad annunciarlo è Federconsumatori, che ha presentato, nella giornata di ieri la “Terza indagine nazionale sui prezzi rilevati nei siti web degli alberghi e delle strutture turistiche nelle località balneari italiane”.

Dalla quale emerge che una notte in albergo, in camera doppia con pensione completa, nella settimana dal 9 al 16 agosto, potrà costare anche fino a 137 euro pro capite nel Sud Italia o nelle Isole. Meno care le permanenze al Nord (73 euro a notte). La media nazionale si attesta sui 97 euro: rispetto al 2007 il costo è aumentato del 4,3 per cento. “L’aumento dei prezzi del 4-5 per cento è troppo alto – ha affermato il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti – incide molto sulla capacità economica delle famiglie e diminuisce il consumo turistico. Il turismo è l’oro nero dell’Italia ed è grave che il consumo interno diminuisca e che si rischi di non riuscire più a intercettare il turismo internazionale”.

Pane: previsti ulteriori rincari

Brutte notizie per noi consumatori, infatti a quanto pare se proseguirà la corsa dei prezzi dei cereali il pane sarà destinato a rincarare ancora. Lo afferma Edvino Jerian, presidente della Federazione italiana panificatori (Fippa), sottolineando che “in questo scenario di rincari delle materie prime c’è poco da fare, gli sforzi dei panificatori sono però per un prezzo giusto che tenga conto delle difficoltà economiche dei consumatori”.

“I rincari del pane – sottolinea Jerian – risentono non solo dell’aumento delle materie prime quali il grano, ma anche dei costi relativi agli aspetti del processo produttivo. Non si può dunque riversare sui panificatori la colpa degli aumenti”. Secondo i calcoli dell’associazione, al costo del lavoro, che influisce del 45 per cento sul prezzo finale si aggiunge un 25 per cento per le materie prime, un 10 per cento per l’ammortamento degli impianti e un 5 per cento per le utenze energetiche. Inoltre, si deve calcolare un 10 per cento relativo a oneri fiscali, tributari, bancari e altro.

Portabilità dei mutui: Class action contro Abi e Banche

Dopo la reazione estremamente negativa registrata nei giorni scorsi da parte delle associazioni dei consumatori verso l’accordo per la rinegoziazione dei mutui raggiunto tra l’Associazione bancaria italiana (Abi) e il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, che è stato definito una

“sanatoria mascherata del decreto Bersani che le banche hanno ripetutamente violato”

arriva l’annuncio di una class action contro l’Abi e le banche che non hanno rispettato la legge da parte di Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari) e Federconsumatori su surroga, portabilità dei muti e simmetria dei tassi d’interesse. L’accordo tra banche e governo è stato definito dalle suddette associazioni una bufala e una trappola per i consumatori che non ne trarranno alcun vantaggio.