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Brand Equity, cos’è e perché è così importante

In un mondo caratterizzato da un’abbondanza di scelte e una concorrenza sempre più agguerrita, il Brand Equity si rivela un elemento di fondamentale importanza per le aziende di ogni settore. Ma di cosa si tratta esattamente?

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In che modo la tassa sulle criptovalute potrebbe migliorare l’economia italiana?

Le criptovalute hanno una storia molto breve, e sono ancora circondate da molti interrogativi. Non tanto per la notorietà assunta a livello di pubblico, ma per come devono essere considerate da un punto di vista finanziario, legale e fiscale, dato che si tratta di uno strumento totalmente nuovo e diverso da tutti quelli precedenti.

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Risparmio e investimento: un sito per l’educazione finanziaria

 Dobbiamo ammetterlo. Se non si possiedono determinati studi in materia non é facile comprendere sempre appieno le notizie riguardanti indicatori economici, analisi tecnica o fondamentale, antitrust, asset class, management buyout o leva finanziaria. Troppo spesso i termini economici sono così difficili da risultare astrusi anche per chi desidera veramente appassionarsi alla materia, non tanto per avventurarsi in spericolate speculazioni finanziare o per destreggiarsi in difficili operazioni di on line broker, quanto per saper almeno come investire i propri risparmi, se in Bot o Cct, o se per le nostre esigenze é meglio comprare azioni ordinarie o privilegiate se decidiamo di diventare azionisti dell’ENEL.

Nuovi indicatori economici per conoscere l’economia italiana

 Non é sufficiente conoscere il risparmio delle famiglie o il PIL di un Paese per capire realmente le sue condizioni economiche. Il Prodotto Interno Lordo è una grandezza aggregata macroeconomica che esprime il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno di un Paese, considerando un determinato periodo di tempo e un determinato spazio, ad esempio: nel 2011 qual’è stato il valore prodotto all’interno dell’Italia? Consumi finali, investimenti, esportazioni nette sono alcune voci del PIL. Sebbene sia un indicatore importante, esso non esprime del tutto le variabili che entrano in gioco nel complesso gioco economico. Per esempio il PIL tiene conto solamente delle transazioni in denaro, e trascura tutte quelle a titolo gratuito (per esempio le prestazioni nell’ambito familiare, il volontariato, non considera i danni causati dall’inquinamento, dalle catastrofi naturali che però contribuiscono alla valutazione del benessere di un Paese.

PattiChiari: educazione finanziaria gratuita nelle scuole primarie e secondarie

 Il Consorzio PattiChiari propone anche per l’anno scolastico che sta per iniziare, nelle scuole primarie e secondarie, dei programmi didattici completamente gratuiti con l’obiettivo di stimolare nei ragazzi interesso verso l’economia, la gestione del denaro e quindi dei risparmi. L’iniziativa, denominata “PattiChiari con l’economia”, propone da 3 anni un pacchetto didattico con cui si introducono le nozioni basilari delle regole economiche, in modo che i ragazzi possano avvicinarsi al mondo finanziario ed economico per una gestione più consapevole delle risorse proprie e in futuro, delle famiglie.

L’Italia rischia la fine degli Stati Uniti, l’onda lunga dei mutui subprime si avvicina

Dopo aver chiuso i rubinetti in Usa e Australia, ora Macquaire, colosso australiano dei mutui, chiude il rubinetto del credito ipotecario anche da noi in Italia. La Penisola finora era considerata una roccaforte del risparmio ‘sicuro’, ma viste le difficili condizioni di finanziamento e del mercato creditizio a livello globale la banca di Sydney ha deciso la “cessazione dell’attività di erogazione di nuovi mutui”.

Quello che ha dato il la allo stop sono state le stime di Bankitalia, dove si parla di una difficoltà in crescita degli italiani a pagare il mutuo. E le dichiarazioni di Macquarie, operativa in Italia dal 2005, rischiano di suonare come un campanello d’allarme per altri istituti di credito, italiani e stranieri, che potrebbero imitarla per non ritrovarsi anche in Italia con troppi crediti in sofferenza difficili da gestire.

Tremonti come Robin Hood: Togliamo ai petrolieri per dare ai consumatori

“Stiamo studiando anche a livello nazionale” la possibilità di effettuare un prelievo straordinario sulle società che producono e distribuiscono prodotti petroliferi. Questo il pensiero del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
“La nostra proposta – ha spiegato Tremonti – è quella di tassare un po’ di più i petrolieri per dare un po’ di più a chi ha bisogno, appunto di burro, pane e pasta che sono le vere emergenze del momento”. “L’Italia può e deve farlo da sola”, ministro molto vago sui tempi anche se però ha tenuto a precisare che sarà una proposta attuata in breve tempo.“

È un’ipotesi che stiamo studiando”. “Si tratterà – ha poi aggiunto Tremonti – di una tassazione generalizzata che non avrà effetti distorsivi sulla concorrenza. Un’imposta etica che io sono convinto sia una cosa giusta. E per questo la faremo”. Previsto l’affiancamento con il Dpef: “È un’ipotesi che stiamo studiando”. “Si tratterà – ha poi aggiunto Tremonti – di una tassazione generalizzata che non avrà effetti distorsivi sulla concorrenza. Un’imposta etica che io sono convinto sia una cosa giusta.

Pollo alla varechina bocciato dagli stati membri

C’eravamo, se ricordate, tempo fa occupati del pollo alla varechina e successivamente del pollo al cloro, oggi vi voglio dare una buona notizia, infatti il comitato europeo per la catena alimentare e animale composto da esperti appartenenti ai 27 paesi membri ha respinto con 26 no e un astenuto la proposta della Commisione Ue di porre fine al bando sulle importazioni dagli Stati uniti del “pollo al cloro”.

Coldiretti si dice felice dello stop: “la proposta adottata il 28 maggio scorso dalla Commissione Ue non risolve le perplessità sui rischi per l’ambiente e la salute sia per quanto riguarda possibili reazioni chimiche, variazioni del gusto, effetti tossici in caso di ingestione dei residui di queste sostanze, così come il rischio di insorgenza di ceppi di batteri resistenti”.

Altro stop per quanto riguarda i consumi delle famiglie

Cattive notizie i consumi delle famiglie italiane sono in frenata per il quarto mese consecutivo, come mai verificatosi negli ultimi tre anni: ad evidenziarlo l’indicatore dei consumi di Confcommercio che segnala a febbraio “una flessione con una riduzione dello 0,5 per cento nei confronti dell’analogo mese dello scorso anno”. Inoltre come se non bastasse Confcommercio conferma dunque la forte debolezza della domanda interna e “la concreta possibilità di dinamiche recessive nei prossimi mesi”.

La debolezza della domanda per consumi da parte delle famiglie, si legge, “continua a condizionare le dinamiche produttive interne: e a febbraio, dopo il rimbalzo a gennaio, la produzione industriale è tornata a calare”. “il Paese è ai limiti della recessione – dice Carlo Pileri, presidente dell’Adoc – per farlo uscire da questa gravosa situazione e per affrontare seriamente la lotta al carovita è necessaria, in primo luogo, una riduzione generalizzata dei prezzi al consumo, pari al 10-15 per cento, e delle tariffe, che incidono per almeno il 35 per cento sui redditi delle famiglie. Urge un intervento congiunto di governo, parti sociali e imprenditori, mirato anche alla revisione del sistema di credito, per limitare i rischi da sovra indebitamento di famiglie e piccole imprese”.

Allarmismi ingiustificati per la vicenda diossina nella mozzarella di bufala

Qualche giorno fa mi ero occupato del problema diossina presente nelle mozzarelle di bufala, le indagini continuano ad andare avanti ed è molto probabile che la presenza dell’agente tossico sia dovuta all’emergenza rifiuti che ha colpito la Campania in questi ultimi mesi. Inoltre è stato specificato che i livelli di diossina trovati sono leggermente superiori a quelli consentiti per legge. La Cia ovvero la Confederazione italiana agricoltori ha dichiarato, come il sottoscritto, ingiustificati gli allarmi che sono solo dannosi per l’economia e possono provocare un effetto psicosi simile a quello della mucca pazza o dell’aviaria, del quale ci siamo già occupati. Inoltre sono state dichiarate, come era d’obbligo, nuove iniziative di controllo sulle aziende.

Inoltre in questi giorni è stato anche disposto il blocco dell’importazione della mozzarella di bufala in Corea, che comunque rappresenta una minima parte del fatturato complessivo. Gli agricoltori sono piuttosto preoccupati per il fatto che essendo la bufala un formaggio nazionale si vanno a toccare molte realtà produttive, e non solo in Campania, ma anche in Puglia e Lazio.