Addio sorprese al momento del pagamento: con il decreto Cresci Italia il preventivo diventa obbligatorio nelle prestazioni offerte dai professionisti, un nuovo decreto che limiterà gli atteggiamenti scorretti dei professionisti che vogliono approfittarsi dei loro clienti e chiedere loro una cifra spropositata.
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Social card 2011, le prime polemiche
Da utile supporto in favore delle famiglie più bisognose, a oggetto di polemiche: la Social card ha un “vissuto” piuttosto travagliato, causa il funzionamento non sempre adeguato, e meccanismi di attribuzione non sempre molto chiari, almeno secondo quanto confermato dalle associazioni dei consumatori. Le fasce che hanno tratto beneficio dalla social card sono meno del 4% delle famiglie durante la “prima edizione” della Social card (finora i beneficiari sono stati circa 750 mila, distribuiti soprattutto nei grandi centri del Sud), che oggi rivive ora una fase 2, con attribuzione della gestione nell’ambito del settore privato, e l’aggiunta di enti caritativi sul volontariato.
Bolletta acqua: aumenterà dopo privatizzazione
Non tutti ne sono a conoscenza ma il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.
Ecco il contenuto del primo comma dell’articolo 23 bis:
“Le disposizioni del presente articolo disciplinano l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonché di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili”.
Il Governo privatizza l’acqua e in certi casi il costo già schizza alle stelle
Con una mossa un pò a sorpresa il decreto Tremonti 133 contiene al suo interno un articolo, il 23 bis, che stabilisce in poche parole e senza tanti parafrasi la privatizzazione della gestione dell’acqua quando si dice che:
Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati E’ consentito l’affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi pubblici locali nei casi in cui possa essere dimostrato che tale scelta sia economicamente vantaggiosa. In questo caso la durata dell’affidamento, unica per tutti i servizi, non può essere superiore alla media calcolata sulla base della durata degli affidamenti indicata dalle discipline di settore.
In poche parole la gestione dell’acqua diventa un business per imprese private del settore, cosa che in un periodo di crisi come quello attuale potrebbe scatenare una ridda di aumenti anche per un bene primario come è quello dell’acqua. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali).