debiti

Banche, in aumento prestiti a famiglie

 Debiti, debiti e debiti. Sono queste le parole che gli italiani imparano a conoscere sempre più. Arrivare a fine mese diventa sempre più difficile e non di rado per determinati acquisti più importanti diventa quasi necessario ricorrere a un prestito. L’Abi, in occasione del convegno “Credito al credito 2011” ha rilevato in Italia una crescita del 5% delle domande di mutui, un aumento del 5,5%, quasi il doppio della media dell’area euro (3,2%), i dati sono relativi al periodo settembre 2010-2011.

Credito al consumo e diritto di recesso

 Il credito al consumo é finalizzato all’acquisto di beni e servizi per soddisfare esigenze di natura personale, ad esempio: prestito personale, cessione del quinto dello stipendio, viene concesso ai consumatori spesso sotto la forma di dilazione del pagamento del prezzo dei beni e servizi acquistati oppure sotto forma di prestito. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo per il recepimento della direttiva europea in materia di contratti di credito al consumo, la quale sancisce il diritto di recesso entro 14 giorni, possibilità di rimborso anticipato del credito, e soprattutto richiama alla trasparenza: al consumatore devono essere fornite adeguate informazioni. Il creditore infatti, swcondo la direttiva, deve fornire al consumatore, in tempo utile prima della stipula del contratto, le informazioni necessarie per raffrontare le varie offerte al fine di prendere una decisione attenta e con cognizione di causa in merito alla conclusione di un contratto di credito.

Usura, nasce un fondo per combatterla

E’ da tempo ormai che la crisi economica abbattutasi sul nostro Paese, e non solo, non dà tregua, così come sono profonde le ferite che sta provocando all’interno di una società che non riesce a rialzarsi. La crisi mondiale non ha coinvolto solo grandi industrie ed imprese, ma ha toccato anche quelle piccole famiglie che già da tempo stentavano ad arrivare alla terza settimana, cercando di gestire sempre al meglio quei pochi soldi che entravano, con la speranza che un giorno le cose potessero prendere una strada migliore. Ciò, però, da come possiamo constatare, non è successo, e tante sono state le famiglie che si sono ritrovate ad indebitarsi per far fronte ad un’inflazione sempre crescente, dovendo farsi carico di nuovi debiti per saldare i precedenti, ma è risaputo da tempo che entrare in questo circolo vizioso diventa un vero e proprio tunnel da cui è molto difficile venir fuori.

Indebitato con il Fisco? Arriva la rateizzazione

Se si ha un debito con il fisco è possibile pagare a rate con il primo avviso di pagamento senza dover aspettare la notifica della cartella esattoriale. La finanziaria infatti ha stabilito che il cittadino può chiedere la rateizzazione delle somme delle somme dovute anche per gli importi con l’avviso “bonario”.

Tale avviso (o comunicazione di irregolarità) precede l’iscrizione a ruolo delle somme dovute e consente, a chi paga entro 30 giorni, di usufruire di uno sconto sulle sanzioni normalmente applicabili. Quando ci verrà inviata la comunicazione dal Fisco avremo due possibilità, la prima di pagare in 6 rate trimestrali, se il dovuto supera i 2.000 euro, oppure, massimo 20 rate trimestrali se l’importo è superiore ai 5.000 euro. L’interesse si attesta al 3,5 per cento annuo.

Carte di credito, un mercato a basso rischio in Italia

Il mercato delle carte di credito in Italia è solido e presenta una bassa rischiosità, non sono quindi previsti ritardi nei pagamenti e d’insolvenze che si sono manifestate negli Stati Uniti. Questo dipende dalla scarsa propensione ad indebitarsi di noi italiani, tanto è vero che nella diffusione delle carte di credito in Italia nel 2007, cosi come era accaduto nel 2006 ha fatto registrare in particolare l’esplosione di quelle prepagate, che hanno avuto un successo che non ha pari in Europa.

Questo successo si registra sopratutto presso il pubblico dei giovani, sopratutto perché non è richiesta l’apertura di un conto corrente. Anche se, la Penisola si caratterizza per un inferiore utilizzazione degli strumenti di pagamento alternativi al contante.