crisi

A Genova consulenza gratuita per matrimoni in crisi

 La vita dei matrimoni tende a diminuire sempre più: l’Istat conferma un’alta percentuale di fallimenti precoci, che raggiunge il 30% entro il terzo anno di matrimonio. In pratica dopo il giorno del fatidico sì, le coppie resistono meno di tre anni. Ma i fallimenti non riguardano sollo coppie che sin da subito (o anche prima di sposarsi), presentavano dei problemi, ma anche quelle che andavano d’amore e d’accordo e solo dopo il matrimonio sono sorti problemi impensabili. L’esperienza del fallimento coinvolge ormai coppie di ogni età che si ritenevano solide, coppie che erano sicure della propria scelta e che mai avrebbero pensato di doversi rivolgere ad un avvocato.

Crisi: il Governo aiuta il settore auto e raddoppia il bonus rottamazione

 Ieri vertice a Palazzo Chigi incontro tra il governo e l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, il presidente Luca Cordero di Montezemolo e il vicepresidente John Elkann. All’appuntamento hanno partecipato i ministri Giulio Tremonti, Claudio Scajola e Maurizio Sacconi, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Gianni Letta. Il vertice è stato preliminare al tavolo di con tutti i rappresentanti del settore nel quale si è discusso delle misure di sostegno da concordare in sede europea.

Ecco le prime novità:

Entro 10 giorni – ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola – arriverà un pacchetto di interventi di immediata applicazione per fronteggiare la crisi del settore.

Crisi economica: innalza lo stress e abbassa l’erezione

 La crisi economica ora si infiltra persino nei letti degli italiani e, oltre a non lasciarli dormire, non permette loro di avere un rapporto sessuale soddisfacente. Durante questo periodo gli andrologi in Italia stanno ricevendo più visite rispetto a tutti gli altri anni. Gli uomini sono troppo stressati, troppo presi dai loro problemi e scoraggiati dinanzi al nuovo domani che ogni giorno li aspetta. Anche le donne iniziano a lamentarsi. Sarà che la crisi mondiale aumenterà il numero di divorzi e di separazioni? Sempre più donne cercheranno soddisfazioni extraconiugali per essere appagate?

Abbiamo risparmiato sui tecnologici ma le aziende piangono

 Natale “grigio” per i rivenditori di elettronica di consumo che, durante il periodo natalizio, hanno visto le vendite in Italia calate rispetto al 2007 del 4,6% in quantità e dell’11,9% in valore. I dati li ha resi noti la società di ricerche GfK Retail & Technology, che ha preso in considerazione per le sue rilevazioni le ultime cinque settimane del 2008 e le principali categorie di prodotti hi-tech.

Quali sono stati i prodotti protagonisti della crisi? I lettori Mp3, in flessione del 48%: gli italiani hanno comprato cioè la metà di iPod e simili rispetto al dicembre 2007. Male anche i navigatori satellitari (in discesa del 19%) e videocamere (-17%) mentre per le stampanti ancora peggio: vendite in ribasso del 46%.

Risparmi? No, nel 2009 ogni famiglia spenderà 605 euro in più

 Il titolo riporta semplicemente l’attesa stimata da Codacons: quest’anno ogni famiglia italiana spenderà in media 605 euro in più rispetto al 2008. Si parla di crisi e gli italiani sono diventati più spendaccioni? Assolutamente no, la colpa è dei rincari. Secondo l’associazione dei consumatori, a guidare la classifica della maggiorazione dei prezzi saranno gli alimentari e l’abitazione, mentre sono in frenata i costi per i trasporti.

A cosa é imputato precisamente questo aumento? Alimentari e bevande (299 euro in più); abitazione (150 euro); Altri beni e servizi (44 euro); mobili e articoli per la casa (34 euro); banche (28 euro); ricreazione, istruzione, ristorazione (23 euro); abbigliamento e calzature (19 euro); canone Telecom (18,14); Rcauto (18 euro); trasporti (12 euro); salute (11 euro); canone Rai (1 euro e mezzo).

Non più risparmi: lo stipendio non basta

 I tempi sono cambiati, non è più come una volta che con il proprio stipendio si riusciva a mettere da parte un gruzzoletto per gli imprevisti e i periodi di “magra”. I dati del rapporto sul risparmio realizzato da Bnl (gruppo Bnp Paribas) e Centro Einaudi scatta una fotografia della situazione italiana dopo la crisi. Passa da 89 a 70 la percentuale di intervistati che ha espresso un giudizio positivo, di sufficienza o piu’ che sufficienza del proprio reddito. Solo il 3,8% (dal 12,8% dello scorso anno) ritiene di avere un reddito corrente “piu’ che sufficiente”, mentre sale a 29,8% (da 11,1) la quota di chi ritiene di avere un reddito “insufficiente” o “del tutto insufficiente”.

Piu’ in dettaglio, il 3,8% degli intervistati (12,8% nel 2007) giudica il reddito corrente “piu’ che sufficiente”, il 40,5% (49,9%) lo giudica “sufficiente“, il 25,8% (26%) lo giudica “appena sufficiente“, il 26,4% (8,2%) lo ritiene “insufficiente“, il 3,4% (2,9%) lo valuta “del tutto insufficiente“.

L’Italia rischia la fine degli Stati Uniti, l’onda lunga dei mutui subprime si avvicina

Dopo aver chiuso i rubinetti in Usa e Australia, ora Macquaire, colosso australiano dei mutui, chiude il rubinetto del credito ipotecario anche da noi in Italia. La Penisola finora era considerata una roccaforte del risparmio ‘sicuro’, ma viste le difficili condizioni di finanziamento e del mercato creditizio a livello globale la banca di Sydney ha deciso la “cessazione dell’attività di erogazione di nuovi mutui”.

Quello che ha dato il la allo stop sono state le stime di Bankitalia, dove si parla di una difficoltà in crescita degli italiani a pagare il mutuo. E le dichiarazioni di Macquarie, operativa in Italia dal 2005, rischiano di suonare come un campanello d’allarme per altri istituti di credito, italiani e stranieri, che potrebbero imitarla per non ritrovarsi anche in Italia con troppi crediti in sofferenza difficili da gestire.

Mozzarella di Bufala: ecco la lista dei sequestri e dei controlli

L’allarme bufala sta facendo crollare i consumi, si stima in un 80 per cento circa con perdite per il settore di 30 milioni di euro. E mentre il Codacons annuncia una class action a difesa della mozzarella di bufala il CODICI ricorda che la produzione di mozzarelle di bufala è di circa 33 mila tonnellate, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro e che questo si traduce in lavoro per circa 20mila famiglie.

La Federconsumatori aveva richiesto la lista dei prodotti e dei produttori coinvolti, lista che nella giornata di ieri è stata resa pubblica. Ed è sopratutto la provincia di Caserta, seguita a ruota da quella di Napoli, l’area dove si sono concentrati i sequestri ed i controlli da parte del Noe, su direttiva della Direzione distrettuale antimafia appunto, per accertare la presenza o meno di diossina nelle mozzarelle di bufala.