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Contatori elettronici anche per il gas, cosi da evitare addebiti impropri

Vi ricordate quando qualche mese fa abbiamo segnalato il problema dei contatori del gas, che a causa dell’età, segnavano valori maggiori rispetto al consumo effettivo? Ci furono analisi controlli e in effetti emerse che sopratutto i contatori più vecchi, segnalavano valori superiori a quello che era il consumo reale di gas, con un aumento ovviamente per noi consumatori.

Subito la reazione del garante che sentenziò, che tutti i contatori del gas che ad un controllo fossero risultati non funzionanti andavano cambiati gratuitamente. Com’è andata a finire tutta la storia? Il Garante per l’energia nella giornata di oggi è nuovamente intervenuto sulla questione chiedendo che vengano adottati quelli elettronici a garanzia di una migliore misurazione e qualità del servizio. La proposta è scritta in un documento, aperto alla consultazione di tutti i soggetti interessati, che indica regole, tempi e modalità per l’introduzione dei nuovi misuratori.

Contatori del gas qualcosa si muove, finalmente tutela per i consumatori

C’eravamo già occupati del problema dei contatori del gas, per approfondimenti leggete questo articolo, ed ora l’Autorità preposta al controllo si è data una mossa. Infatti sono state introdotte delle misure che vanno a tutelare il consumatore sul fronte degli interventi di verifica sui misuratori del gas. Queste sono: sostituzione gratuita, in tempi certi e più brevi, del contatore che non funziona; forte riduzione del costo di verifica anche se i controlli accertano il corretto funzionamento del contatore. Indennizzi in caso di ritardi.

Ma ovviamente non è possibile svegliarsi la mattina e dire oggi cambio il contatore. Infatti solamente se è verificato che quest’ultimo non misura regolarmente il consumatore ha diritto alla sostituzione gratuita, il distributore dovrà redigere un verbale di sostituzione. Almeno il 90 per cento dei contatori difettosi deve essere sostituito entro 10 giorni lavorativi dalla data di invio degli esiti del controllo. Il distributore dovrà anche effettuare la ricostruzione dei consumi e rimborsare eventuali addebiti per quantitativi di gas superiori a quelli effettivamente forniti. Non solo. Per i contatori con almeno 25 anni, nulla sarà dovuto dal cliente finale per quantitativi di gas fatturato, inferiori a quello fornito: gli oneri sono a carico del distributore.

L’Authority chiede controlli periodici sui contatori

Per i contatori del gas è necessario definire delle verifiche obbligatorie, fissare una scadenza di vita e stabilire dei parametri standard che garantiscano agli utenti di pagare effettivamente in base ai consumi. Sono queste le richieste della segnalazione fatta dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas al parlamento ed al governo in tema di verifiche sui misuratori del gas, che punta a “mettere in evidenza la necessità di iniziative a tutela dei consumatori finali”.

Queste misure vengono prese dopo lo scandalo dei contatori truccati di cui vi parlavo in questo articolo. Oltre all’obbligo dei controlli, l’Authority ritiene necessario fissare termini di scadenza massima per la vita dei contatori, che oggi, invece, non sono determinati. Va inoltre armonizzata la normativa sugli enti responsabili delle verifiche e sulla disciplina fiscale, per far sì che il cliente paghi in base all’energia effettivamente consumata.

I contatori del gas? Sono truccati

Appaiono vecchi e malconci. Ma sono cosi vecchi e tanto malconci che distorcono i dati che registrano. Ovviamente tutto a danno dei consumatori. Questo emerge dall’analisi di un perito che per conto della procura di Milano ha dovuto metterli alla prova. Un campione piccolo, ma tuttavia significativo da poter trarre conclusioni su scala nazionale. I dati emersi sono spaventosi, infatti si ipotizza che le bollette di milioni di famiglie, negli ultimi anni, sarebbero salite vertiginosamente non solo per colpa del caro petrolio, ma anche per una truffa fatta e finita. Un rincaro “illecito” che in media si aggirerebbe intorno al 10%, ma che si spinge fino a picchi del 15%. La stima è di 500 milioni di metri cubi di gas pagati, ma mai erogati. E’ stata aperta un inchiesta dopo il deposito della perizia sono coinvolte due società controllate dall’Eni, Snam Rete Gas e Italgas, società di fatto riconducibili al ministero del Tesoro, ovvero a chi in teoria dovrebbe tutelare i cittadini. E inoltre: l’Aem, la municipalizzata del comune di Milano, di recente convolata a nozze con l’Asm di Brescia, e la Arcalgas. Il numero uno dell’Eni, Paolo Scaroni, della Snam Rete Gas, Carlo Malacarne e dell’Italgas, Giovanni Locanto, insieme con l’amministratore delegato dell’Aem, Giuliano Zuccoli, e altri sette manager sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

“Dall’esame dei valori dell’errore riscontrati nei misuratori – si legge-sottoposti a collaudo/verifica metrologica si evidenzia che: i misuratori con membrane naturali denunciano una deriva positiva di oltre il 6% medio con punte del 15% e i misuratori con membrane sintetiche mantengono valori di errore nei limiti tollerabili”. Tuttavia per capirci qualcosa di più è necessario imprimere questo passo: “Tutti i misuratori del campione, costruiti con membrane di materiale non sintetico, conteggiano al cliente finale un volume di gas maggiore di quello effettivamente erogato e le differenze in taluni casi sono di entità rilevante”. Questo è dovuto al fatto che le membrane naturali nel tempo hanno perso la loro elasticità, “impedendo al misuratore di conteggiare l’effettivo volume ciclico. In Italia i contatori con membrane naturali si stimano intorno ai 5 milioni. La perizia ha preso a campione 55 contatori per uso domestico. Un numero esiguo, certo, ma, sostiene l’accusa, ben rappresentativo di quella che è la realtà su tutto il territorio. Alcuni non potevano essere nemmeno analizzati.