Qualche giorno fa è stato avviato Stradecomuni, il nuovo portale delle Poste Italiane. Attraverso tale portale, dedicato alle amministrazioni locali, i Comuni hanno l’opportunità di gestire ed aggiornare in modo più semplice e veloce lo stradario, l’onomastica stradale e la numerazione civica. Tutto questo è fattibile grazie all’integrazione dei dati comunali con quelli che Poste Italiane gestisce per le attività di recapito. I Comuni potranno così lavorare sulla toponomastica con il dettaglio su unità abitative o esercizi commerciali presenti sul territorio. La pubblica amministrazione ha a disposizione online la base dati di Poste Italiane con oltre 950.000 strade e più di 15 milioni di numeri civici.
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Addio ICI: tutto questa perdita? No ci sono le multe
A quanto pare non sarà tutta questa tragedia greca, per i comuni l’addio definitivo all’ICI. Infatti stando ai calcoli dell’Aci, ogni anno dei capoluoghi italiani vengono fatte all’incirca 10 milioni di multe, cioè 26 mila al giorno, 18 ogni minuto, un numero senza alcun dubbio preoccupante. Questo porta nelle casse dei vari comuni italiani circa un miliardo di euro all’anno.
Mediamente ogni automobilista spende circa 132 euro annui. Per quanto riguarda le contravvenzioni, la più “fatta” è quella all’articolo 7 del Codice della Strafa, quello che permette ai sindaci di modificare le regole in materia di obblighi, divieti, e limitazione della circolazione dei centri abitati. Non a troppo distanza troviamo il divieto di sosta.
La corsa delle multe
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L’anno scorso furono accertate mule per quasi 1,5 miliardi, questo voleva dire che ogni patentato in Italia si è visto recapitare un conto medio di 40,6 euro. Rispetto al 2005, le entrate per i comuni sono aumentate del 16% e se consideriamo l’aumento degli ultimi 5 anni si sale al 76,3%. E considerando la tendenza attuale è facile prevedere aumenti, alimentati anche da vari supporti elettronici.
Questo vuol dire che la campagna elettorale si infiamma sull’abolizione dell’Ici per la prima casa, ma per i Comuni la strada vale assai più dell’imposta sulle abitazioni,dimagrita dall’ultima Finanziaria. L’analisi è stata condotta assumendo come riferimento gli introiti accertati da ogni Comune. Così concepito, l’indicatore individua il livello di entrate su cui il Comune conta all’interno del proprio bilancio. A differenza di quanto avviene con le imposte, ovviamente, le sanzioni non colpiscono solo i residenti, ma il rapporto con la popolazione è indispensabile per misurare le somme accumulate sulla base della dimensione del Comune.