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Ricette economiche: gratin di pesche

 Le pesche sono il frutto dell’albero di pesco. Originarie della Cina, giunsero in Europa attraverso la Persia e da qui presero il nome (grazie alle spedizioni che Carlo Magno fece contro i Persiani), la buccia sottile racchiude una polpa gialla o bianca, in Italia ne troviamo ben tre specie: la pesche comuni, le pesche noci e le percoche. La pesca con la polpa gialla è più ricca di vitamina A (beta carotene). Ha proprietà dissetanti, diuretiche e blandamente lassative. Una pesca ben matura di questo tipo favorisce la digestione e stimola l’appetito. Le principali nazioni produttrici di pesche sono Cina, Grecia, Turchia, Spagna e Italia; tutte insieme rappresentano più del 70% della produzione mondiale.

In Cina Mp3 gratis con Top100.com

 In Cina Google non è il più popolare motore di ricerca utilizzato dalla gente. Per questo il colosso ha analizzato quali fossero i problemi riscontrati nel non essere nella top-ten cinese ed ha scoperto che era l’indisponibilità di file mp3 a bloccare la sua ascesa verso l’alto. Per sanare il numero delle pagine vista mensili ed il numero dei visitatori unici al giorno, Google ha così creato da poco top.100.com, un sito da quale è possibile scaricare musica completamente gratuita e di qualità. Si, perchè non si tratta di brani dei soliti 2 o 3 artisti ignoti e sconosciuti, ma dei migliori e richiesti compositori del momento. Lee Kai-Fu, presidente di Google in Cina ha dichiarato in proposito:

Stiamo offrendo gratuitamente download musicali di alta qualità e legali. Ci mancava un pezzo … non avevamo la musica.

Risparmiare sull’iphone 3G? Forse si può: la Apple punta la Cina

 La Cina, un mercato in cui parecchi produttori occidentali hanno cercato di appropriarsi della propria fetta. Ma i risultati sono stati sempre negativi. Adesso ci prova la Apple e l’iniziativa è di tutto rispetto: oggi parleremo della strada che da martedì scorso la casa di Cupertino cerca di seguire per entrare nel mercato cinese, uno dei più importanti al mondo per volumi nel settore dei personal computer e in cui in realtà nessuno dei grandi brand occidentali è ancora riuscito a mettere stabilmente piede.

La Apple ha annunciato l’apertura di uno shop online per la vendita di prodotti di seconda mano sul mercato cinese. Per entrare in forze nel mercato cinese l’azienda ha deciso di sfruttare la vendita di promozioni per le macchine ricondizionate e vendute a margini inferiori. Sconti fino al 22%, iPod shuffle a 44 dollari (308 yuan) e iMac a 2mila dollari (14mila yuan). I prodotti venduti nel nuovo shop online provengono direttamente dai laboratori Apple e fanno parte della categoria di dispositivi “refurbished”, ovvero restituiti ad Apple come difettosi o non funzionanti, e successivamente riparati.

Fiat panda clonata a prezzi ridotti: via libera ai cinesi

 Si chiama Peri la fotocopia della famosissima e apprezzata city car torinese. Nata più di due anni fa, la produce Great Wall che, fra l’altro, si sta organizzando alla grande per sbarcare in Italia con una fitta rete di concessionarie. Quali sono quindi le differenze con la nostrana Panda? La Peri, ha le stesse dimensioni ma propulsori diversi e costa solo 4.000 euro, la metà della somma necessaria per acquistare la vettura italiana.

Fiat ovviamente si è organizzata ed ha aperto a suo tempo una battaglia legale contro la Casa cinese per il reato di plagio, ma Great Wall, pur avendo collezionato una miriade di denunce per casi analoghi, ha sempre vinto le sue battaglie legali.

Anche stavolta Great Wall l’ha fatta franca, così mentre il tribunale di Torino aveva punito il costruttore asiatico vietando l’importazione in Europa della loro vettura e infliggendo una multa alla Great Wall di 15.000 euro per ogni “Peri” importata in Europa, diversamente è avvenuto in Cina: la giustizia ha scagionato il gruppo automobilistico Great Wall Motors.

I prodotti costosi e di marca sono sempre sinonimo di qualità?

Comprare un capo di abbigliamento firmato è diventato, purtroppo, sempre più spesso sinonimo di cattivo affare; questo è dovuto principalmente alla globalizzazione del mercato, la quale ha fatto sì che la manodopera utilizzata per produrre certi articoli sia spesso reclutata in paesi sottosviluppati, dove il costo del lavoro è nettamente inferiore al nostro.

Accade così che grandi marchi italiani, conosciuti in tutto il mondo e alfieri della moda “Made in Italy”, ormai abbiano totalmente esternalizzato la produzione e che nel nostro paese sia rimasta solamente la sede legale. Questo, se ci fosse una logica, dovrebbe comportare un abbassamento dei prezzi al consumo, ma il mondo della moda non segue certe regole economiche, al punto da arrivare a comici paradossi.