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Campania: psicologi per consulenze gratis

 In un paese in forte crisi economica, culturale, politica si registra un vero e proprio boom del consumo di psicofarmaci, per gli antidepressivi l’aumento è del 310% sui consumi dal 2000 al 2008. E’ la triste fotografia che emerge dall’ultima relazione del Rapporto Osservasalute (2009), che ha effettuato un’analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle regioni italiane. Evidentemente il disagio sociale, dovuto anche alla crisi, alla perdita del lavoro, ha portato a depressione e ansia, situazioni che hanno portato alla necessità di psicofarmaci.

Pane cotto, economico e nutriente

Il pane cotto sa di inverno. E’ una ricetta economica, anzi economicissima. Si tratta del piatto più “povero” della cucina tradizionale salentina, ma la paternità viene rivendicata anche dalla Basilicata e dalla Campania. E’ un’ottima ricetta per riutilizzare gli avanzi di pane, soprattutto quando ormai è diventato molto duro.

Prendete il pane – duro – e tagliatelo a pezzetti. Mettetelo in una teglia tagliato e ricopritelo d’acqua, aggiungendo un po’ d’olio, un pizzico di sale e qualche foglia di alloro. Cuocere a fuoco lento, fino a quando non vedete che si condensa. Può essere servito nei piatti – è quasi una zuppa – con l’aggiunta di un po’ d’olio a crudo e (a gusto) una spolverata di formaggio parmigiano.

GuidaBlu 2008: Ecco i migliori mari d’Italia e non solo

Ci avviciniamo alle tanto sospirate vacanze estive, la maggior parte di noi italiani sicuramente sceglierà una località di mare come meta turistica, ecco perché oggi voglio segnalarvi le località per le quali è stato riconosciuto il mare migliore. Prima in assoluto è l’isola del Giglio.

Mare, paesaggi e spiagge incantevoli, rispetto dell’ambiente, arte e cucina: Legambiente e Touring Club Italiano hanno presentato oggi la “Guida Blu 2008” con la mappa delle località leader del mare di qualità. Sardegna e Toscana sopra tutte: nella prima si concentrano ben 14 località turistiche che ottengono le cinque vele blu su un totale di 54, la seconda segue con 11. In buona posizione anche la Sicilia e la Puglia.

Il latte nel napoletano è il più caro d’Italia

Nell’area di Napoli e dintorni il latte costa mediamente il 7 per cento in più rispetto ai valori massimi, e il 15 rispetto ai valori medi delle altre città italiane. Questo quanto rilevato dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che ha inviato al presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, una segnalazione “su anomalie e difformità dei livelli di prezzo del latte fresco nella città di Napoli”.

Il dossier – spiega una nota del ministero – è pervenuto dal Garante per la Sorveglianza sui prezzi, Antonio Lirosi, “che aveva ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini”. Dalle rilevazioni effettuate dall’Osservatorio dei prezzi è emerso che nel napoletano un litro di latte arriva a costare fino a 1,90 euro, appunto il livello più alto in Italia.

Tagliare le tasse sulla benzina? Si può fare

Dopo aver pubblicato la lista dei gestori indipendenti presenti sul terriorio nazionale, oggi ritorniamo ad occuparci delle benzina. Come sapete la scadenza dello sconto fiscale sulla benzina ha portato un aumento di quest’ultima di ben due centesimi a litro e complice il caro petrolio solo nella scorsa settimana la benzina ha segnato un rincaro di quattro centesimi.

Per il rinnovo dello sconto fiscale bisognerà ancora attendere un pò, ma un eventuale taglio delle accise in Italia, chiesto a viva voce dalle associazioni dei consumatori per arginare le nuove fiammate dei prezzi dei carburanti, avrebbe il via libera della Commissione europea. «Esistono livelli minimi di accise per ciascun prodotto energetico che gli Stati membri devono rispettare, ma si sa che l’Italia è ben al di sopra di tale soglia» ha detto Maria Assimakopoulou, portavoce del commissario Ue al Fisco Laszlo Kovacs.

Mozzarelle: I commenti delle associazioni dei consumatori

Buone le reazioni delle associazioni dei consumatori all’epilogo sulla vicenda della mozzarella di bufala campana. Il Movimento a difesa del cittadino e Federconsumatori chiedono i nomi delle aziende coinvolte nella vicenda per dare fiducia ai consumatori. “I cittadini – afferma Silvia Biasotto, responsabile del Dipartimento sicurezza alimentare di Mdc – hanno diritto a un’informazione trasparente. Ogni anno il Movimento Difesa del Cittadino presenta ‘Italia a Tavola’, rapporto sulla sicurezza alimentare: dall’indagine – sottolinea – emergono tanti dati di sequestri e di frodi alimentari, ma anche il grande lavoro che tutte le istituzioni e gli organi di polizia svolgono.

Basti pensare che l’Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari negli ultimi 2 anni ha incrementato i controlli di oltre il 50 per cento”. “C’è molta confusione, in questi giorni, intorno all’allarme diossina nella mozzarella di bufala”. Invece chiede Federconsumatori che venga pubblicata la lista dei prodotti interessati dalla contaminazione e che si rendano pubblici i risultati delle analisi svolte e tutt’ora in atto. “Solo così, operando in maniera chiara, si potrà restituire la fiducia ai consumatori, già preoccupati per il loro potere di acquisto”, conclude l’associazione. Invece il Codacons chiede un intervento del governo perché aiuti i produttori di mozzarella di bufala danneggiati da quest’allarme diossina, l’Unione nazionale consumatori ricorda che “il consumatore può scegliere fra diversi tipi di mozzarella, deve solo fare attenzione alle denominazioni”.

Mozzarella di Bufala: ecco la lista dei sequestri e dei controlli

L’allarme bufala sta facendo crollare i consumi, si stima in un 80 per cento circa con perdite per il settore di 30 milioni di euro. E mentre il Codacons annuncia una class action a difesa della mozzarella di bufala il CODICI ricorda che la produzione di mozzarelle di bufala è di circa 33 mila tonnellate, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro e che questo si traduce in lavoro per circa 20mila famiglie.

La Federconsumatori aveva richiesto la lista dei prodotti e dei produttori coinvolti, lista che nella giornata di ieri è stata resa pubblica. Ed è sopratutto la provincia di Caserta, seguita a ruota da quella di Napoli, l’area dove si sono concentrati i sequestri ed i controlli da parte del Noe, su direttiva della Direzione distrettuale antimafia appunto, per accertare la presenza o meno di diossina nelle mozzarelle di bufala.

Allarmismi ingiustificati per la vicenda diossina nella mozzarella di bufala

Qualche giorno fa mi ero occupato del problema diossina presente nelle mozzarelle di bufala, le indagini continuano ad andare avanti ed è molto probabile che la presenza dell’agente tossico sia dovuta all’emergenza rifiuti che ha colpito la Campania in questi ultimi mesi. Inoltre è stato specificato che i livelli di diossina trovati sono leggermente superiori a quelli consentiti per legge. La Cia ovvero la Confederazione italiana agricoltori ha dichiarato, come il sottoscritto, ingiustificati gli allarmi che sono solo dannosi per l’economia e possono provocare un effetto psicosi simile a quello della mucca pazza o dell’aviaria, del quale ci siamo già occupati. Inoltre sono state dichiarate, come era d’obbligo, nuove iniziative di controllo sulle aziende.

Inoltre in questi giorni è stato anche disposto il blocco dell’importazione della mozzarella di bufala in Corea, che comunque rappresenta una minima parte del fatturato complessivo. Gli agricoltori sono piuttosto preoccupati per il fatto che essendo la bufala un formaggio nazionale si vanno a toccare molte realtà produttive, e non solo in Campania, ma anche in Puglia e Lazio.