In accordo con quanto previsto dalla finanziaria 2007, dal primo Gennaio di quest’anno sulle confezioni dei farmaci non viene più indicato il costo, in modo da permettere a ciascun farmacista di applicare la propria politica sui prezzi e favorirne il ribasso grazie alla libera concorrenza.
Per capire se le liberalizzazioni hanno prodotto l’effetto sperato, l’associazione per la difesa dei consumatori Altroconsumo, nell’ambito dell’iniziativa “Boicotta il carovita” ha condotto un’indagine in 9 città sparse in tutta Italia passando in rassegna i prezzi praticati in 102 punti vendita su 60 farmaci fra i più diffusi. Bene, è venuto fuori che mentre nelle farmacie il prezzo dei cosiddetti farmaci da banco, ossia quelli per i quali non è necessaria la prescrizione medica, in farmacia è aumentato del 3,9% rispetto al 2006, negli ipermercati questo è rimasto praticamente invariato.
Altroconsumo ha però confrontato anche i prezzi dei farmaci nel corso del 2008 con i prezzi massimi consigliati per ciascuno di essi, indicati nelle confezioni fino alla fine del 2007. In questo caso, nonostante le farmacie si mantengano aldisotto di essi del 3,7% , iperpermercati e parafarmacie la spuntano con riduzioni rispettivamente del 20,9 e del 11,4%.
Ne consegue che per risparmiare sull’acquisto dei farmaci da banco è meglio rivolgersi a parafarmacie e ipermercati (anche se, come rileva Altroconsumo, presso i corner dedicati nella grande distribuzione, la scelta di farmaci non è delle più ampie), soprattutto, aggiungiamo noi, per l’acquisto di prodotti per la cura di piedi e orecchie, disinfettanti, cerotti, garze, siringhe, integratori alimentari e così via.
Tuttavia, a nostro avviso, il modo migliore di risparmiare sui medicinali, anche in farmacia, rimane, laddove possibile, il farmaco generico. Scegliere i farmaci generici, o equivalenti, permette infatti di risparmiare fino al 30% dovunque li si acquisti. Se volete saperne di più consultate la nostra rubrica dedicata esclusivamente a questa tipologia di prodotto, troverete molte informazioni interessanti relative ai farmaci disponibili in versione generica e ai loro costi.
Marcello 18 Settembre 2008 il 17:01
prima di pubblicare un articolo, o una statistica, bisognerebbe riflettere per non fare disinformazione.
e’ perfettamente logico e possibile che i prezzi dei medicinali venduti negli ipermercati siano piu’ bassi di quelli delle faramcie, almeno sui prodotti di maggior appeal commerciale.
ma e’ ridicolo propalare la bufala che valga lo stesso per le parafarmacie!
Gli ipermercati e la GDO sono operatori commerciali forti e competitivi, che puntano molto sulla concorrenza di prezzo (il caso limtie e’ la’mericana Wal-Mart): naturale che siano in condizione di praticare su certi prodotti prezzi piu’ bassi dei dettaglianti (anche se questo non vale per tutti i prodotti, e chi conosce un po’ il marketing lo sa benissimo).
Ma le parafarmacie sono (in generale, salvo eccezioni) invece piccoli esercizi del tutto marginali, con economie molto, ma molto piu’ povere non solo dell’ipermercato, ma anche delle farmacie. Quindi e’ risibile pensare che una “bottega” possa fare – in media – sconti piu’ alti di una faramcia, per la semplice ragione che la parafarmacia ha margini commerciali piu’ bassi. Se davvero il parafarmacista facesse su tutti i medicinali di libera vandita sconti piu’ alti di una faramcia, chiuderebbe in pochi mesi per fallimento…
Quindi, per cortesia, verificare sempre le fonti e pensare un po’ con la propria testa.
Salvina 18 Settembre 2008 il 19:58
Gentile Marcello,
naturalmente il tuo ragionamento non fa una grinza e ti ringrazio per averlo condiviso con noi. Non potrà che essere d’aiuto a tutti coloro che ci seguono quotidianamente (ed anche noi, che siamo pur sempre consumatori!)
Però voglio farti notare che la fonte è più che esplicita e fra le più autorevoli.
I dati da me proposti infatti sono quelli rilevati da un’indagine di Altroconsumo che ha coinvolto, come avrai letto, 9 città e 102 punti vendita (tra GDO, farmacie e parafarmacie) distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Propinare bufale non è fra le nostre abitudini.
Ciao!
Marcello 18 Settembre 2008 il 20:17
@ Salvina:
Grazie della risposta ed anche della eleganza con cui hai risposto al mio post che, riletto ora, mi pare un po’ forte nel tono, ma ho scritto sull’onda dell’entusiasmo. Me ne scuso. Ma nel merito il tutto resta una bufala, ancorche’ riferita nella massima buona fede.
Solo per dare un’idea della “autorevolezza” della fonte: i punti vendita testati sono 102.
Le farmacie private sono 16.500 circa (fonte: http://www.federfarma.it), cui vanno aggiunte le comunali (non ho il dato esatto quindi lo trascuro, ma e’ significativo). Secondo i dati pubblicati da “Mister prezzi” tra corner farmaci e parafarmacia sono altri 2200 punti vendita circa.
totale punti vendita: 18.700 + le comunali.
102 farmacie rappresentano lo 0,54 per cento della popolazione statistica. E sarebbe meno contando le comunali.
Non mi sembra un campione significativo, anche se fossero state scelte con rigorosi criteri probabilistici, che non credo sia stato fatto.
e non sappiamo con che criterio sono state scelte le aziende visitate, ne’ come sono stati campionati i prodotti, ne’ quali tecniche statistiche e di comunicazione sono state usate per “trattare” il dato.
per fare un altro esempio, questa estate il Sole, autorevolissimo, ha pubblicato una serie di articoli su come risparmiare. quello sui libri confrontava i rpezzi medi delle librerie con quelli del supermercato e ovviamente “vinceva” il supermercato. pero’ non si diceva da nessuna parte se la media del supermercato era fatta coi rpezzi dei tascabili, mentre le librerie vendonoa nche libri rilegati, volkumi d’arte, etc.
Insomma, le statistiche sono come i medicinali: dovrebbero faresene un uso moderato e consapevole e bisognerebbe prima leggere il foglietto illustrativo.
…
Salvina 18 Settembre 2008 il 21:05
Sicuramente non siamo in grado di stabilire se l’indagine in questione sia stata fatta seguendo criteri statistici rigorosi.
Ma d’altra parte, il tuo esempio è illuminante, il più delle volte è così.
Per questo motivo ogni contributo che apra ad una riflessione, in questo caso sull’affidabilità delle indagini statistiche, è bene accetto.
E per lo stesso motivo, non devi affatto scusarti. : )