1 commento su “Psicologi low cost: consulenze professionali a poco prezzo”

  1. Massimo rispetto per il lavoro e la dedizione di tanti professionisti, e anche per chi decide di intraprendere un percorso che facile non lo è mai. Tuttavia sembra che molti non si rendano conto che anche 40 euro, oggigiorno, non è un “basso costo”, specie che terapie del genere (che io stessa ho seguito) spesso richiedono più di una seduta a settimana (magari due o tre), e che purtroppo i risultati, in questo campo più che mai, non sono affatto garantiti (anzi). Se il professionista è bravo, il problema un minimo migliorabile / risolvibile e il paziente collabora, la terapia può senz’altro giovare, altrimenti la cosa inizia a diventare frustrante su tutti i livelli: lo scenario “tanti soldi buttati e ben pochi progressi” è molto frequente. Chiaro, non è la regola, ma è frequente.
    Magari in mezzo a tutto questo “fare economia” c’è qualcuno che, nel bene e nel male, si ritrova ad aprire gli occhi e ad abbandonare un percorso terapeutico che si sta rivelando infruttuoso. Così come alcuni medici potrebbero riscoprire un pizzico di umiltà e ammettere di non meritare le cifre astronimiche che spesso richiedono (fosse solo un problema degli psicologi).
    In tempi di crisi più che mai spendere dagli 80 ai 120 euro la settimana – per settimane, mesi, talvolta anni – non è pensabile. Forse neppure in tempi migliori lo era, ma all’epoca forse non davamo il giusto peso alla cosa. Già “solo” 160 euro al mese (e qui non si parla di pagamenti saltuari o di “una tantum”, solo pochi fortunati necessitano di poche sedute) incidono pesantemente sul bilancio familiare di una famiglia media italiana.
    Tanti professionisti, poi, richiedono cifre astronomiche che, crisi o non crisi, andrebbero un po’ riviste a prescindere (anche alla luce di risultati che, come dicevo, non sempre si ottengono).
    Forse questa è la volta buona. Non è detto inoltre che fare meno sedute equivalga a un percorso meno proficuo (gli stessi professionisti sembrano adagiarsi un po’ sugli allori su questo punto, perché “la guarigione non è immediata, queste cose che richiedono tempo, è un percorso lungo…”)
    Infine, sarebbe carino se questo abbassamento di prezzi non venisse imputato – se così si può dire – solo ai pazienti e alle loro esigenze, come se si trattasse (soltanto) di un’iniziativa disinteressata e puramente caritatevole: sempre più medici privati (non solo psicologi) vedono i loro studi svuotarsi in un battibaleno. Ce ne fosse uno che ammette candidamente: “O mi adeguo pure io, in tempi di crisi, o qui chiudo baracca e burattini”.
    Ben venga, quindi, un punto di incontro (non solo economico) fra medici e pazienti.

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