Il costo delle visite sanitarie varia da Regione a Regione. E’ quanto denunciato da Altroconsumo dopo un’indagine condotta sulle tariffe applicate dalle regione in merito alle singole visite mediche sia nelle strutture pubbliche che in quelle private convenzionate. Esami, visite specialistiche, terapie, differiscono nel prezzo a seconda della regione in cui vengono effettuati, per cui si giunge alla conclusione che vi è un’enorme ed ingiustificata disparità. Partendo dalla regione Puglia, scopriamo che qui i principali esami di laboratorio pare costino in media il 56% in più rispetto all’Emilia Romagna. I cittadini veneti spendono sui 28 euro mediamente per una radiografia al polso e alla mano, eppure, se si spostassero di qualche chilometro, scoprirebbero che sempre in Emilia Romagna, per il medesimo esame, spenderebbero la metà.
Anche le donne che devono sottoporsi a visite ginecologiche riscontrano una differenza notevole in base alla regione in cui si trovano. Le donne umbre, ad esempio, sono molto più fortunate delle cittadine piemontesi, perchè possono risparmiare di gran lunga, pagando circa 16 euro, mentre si passa a dover sborsarne 30 in Piemonte, pari cioè all’82% in più. Non è esente da differenze nemmeno un semplice prelievo di sangue. Questa è la prestazione sanitaria che fa registrare le maggiori impennate nel tariffario delle regioni, con differenze esagerate.
In Lazio, infatti, bastano solo 52 centesimi, ma poco più in là, nella regione Marche, lo stesso esame prevede un costo di 6 euro e 20 centesimi. Ciò significa che alcuni esami, o visite specialistiche, possono arrivare a costare niente di meno che il 1000 per 100 in più, a seconda che si risieda in questa o in quell’altra regione. Possibile che la salute abbia un prezzo? Ed è possibile che la salute abbia prezzi differenti? Su quali basi vengono stilati tariffari diversi per i medesimi esami? Se ci dessero una giustificazione valida, forse, potremmo farcene una ragione. A questo link un utile servizio di Altroconsumo sui diritti del malato.