La pillola dei 5 giorni dopo è stata approvata dalla Commissione Tecnico-Scientifica (Cts) dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e presto potrebbe arrivare nelle farmacie italiane. La pillola é stata inserita in fascia C e sarà a carico dell’utente, costerà quasi 35 euro, cioè più che in Francia (24 euro) e in Gran Bretagna (17 sterline). EllaOne, il nome commerciale dell’ulipristal acetato, la cosiddetta pillola del giorno dopo non é una pillola abortiva, hanno precisato alcuni esperti, ma è un anticoncezionale, come la pillola del giorno dopo, e agisce fino a 120 ore dopo il rapporto. Se nel frattempo la fecondazione è già avvenuta infatti, il farmaco non funziona.
Avendo però a che fare con il rifiuto della gravidanza anche il nuovo medicinale (approvato dall’Emea già nel maggio 2009) in Italia è finito al centro di polemiche che come possiamo immaginare vedono da una parte religiosi, credenti o comunque persone contrarie all’aborto e dall’altra una parte dell’equipe medica. Come chiesto dal Consiglio superiore di sanità (Css) all’Aifa, prima di prendere la pillola la donna si dovrà sottoporre a un test di gravidanza.
In nessuno dei 21 paesi europei dove sono già state vendute 400mila confezioni di ellaOne esiste una regola del genere. Si tratta di un modo per scoraggiare le donne – sottolinea Gianni Fattorini di Agite, l’associazione dei ginecologi del territorio – Le persone che vengono nei nostri ambulatori sono in uno stato emotivo particolare, hanno fretta e non hanno voglia di fare esami.
Tra l’altro la regola del test, secondo l’azienda produttrice Hra Pharma, non è ancora chiara. Il Css nell’introduzione al suo parere parla di esame del sangue, un accertamento che richiede tempo perché va fatto in laboratorio e che quindi potrebbe far passare i cinque giorni dal rapporto.
Con il definitivo via libera alla pillola dei 5 giorni dopo assistiamo all’ultimo atto di una progressiva banalizzazione dell’aborto – commenta Lucio Romano, copresidente dell’associazione Scienza & Vita -.