Inizia l’autunno e con esso, la stagione dei funghi. Gli appassionati non aspettano altro, mma ricordiamo, a coloro che in questi giorni hanno deciso di avventurarsi per boschi e foreste, che é bene chiedere il consiglio di un esperto prima di addentare dei gustosissimi (potrebbe essere solo apparenza) e allegri funghetti. Difatti nonostante le raccomandazioni, ogni anno si ripresentano al pronto soccorso casi di intossicazione, spesso causate da superficialità o troppa sicurezza.
Avete colto dei funghi ma non siete sicuri della possibilità di mangiarli senza intossicazioni? Oppure siete quasi sicuri ma la prudenza si sa, non é mai troppa? L’Asl 5 di La Spezia ha istituito anche quest’anno l’attività di prevenzione coordinata dall’Ispettorato Micologico che effettua il controllo gratuito dei funghi raccolti dai cercatori privati. Informazioni anche sulla conservazione degli stessi sono reperibili nella sede di via Fiume, 137, primo piano (tel. 0187/534538—534595 ), aperta lunedì, martedì, mercoledì e sabato dalle ore 8 alle ore 9 e giovedì e venerdì dalle ore 14 alle ore 15.
Le raccomandazioni per tutti coloro che hanno la passione per la raccolta dei funghi sono quindi di fare molta attenzione a consumare solamente funghi dei quali si ha l’assoluta certezza della commestibilità e sopratuttto, in caso anche della minima incertezza, rivolgetevi agli esperti che sono gratuitamente a vostra disposizione. Le specie fungine sono infatti tantissime e non tutte sono commestibili: spesso differiscono tra loro per caratteristiche che soltanto un esperto potrebbe riconoscere.
E se ormai é troppo tardi, avete mangiato un fungo “sospetto”, fate attenzione: i sintomi dell’intossicazione da funghi possono presentarsi anche a distanza di ore o giorni e avere conseguenze anche molto gravi, é quindi necessario rivolgersi tempestivamente al pronto soccorso.
Se invece sarete prudenti, sicuramente potrete gustare i prelibati funghi, anche perchè ce ne saranno a disposizione per tutti:
Si stima che – sottolinea la Coldiretti – i quasi 10 milioni di ettari di bosco che coprono un terzo dell’Italia possano offrire una produzione di circa 30mila tonnellate tra porcini, finferli, trombette, chiodini e le altre numerose specialità note agli appassionati.