Prove dell’utilizzo della cannabis si hanno fin dai tempi del Neolitico, lo dimostra il ritrovamento di alcuni semi fossilizzati in una grotta in Romania, ne facevano uso anche gli Hindu di India, in Nepal e i Siriani denominati Hashashin, dai quali prese il nome l’Hashish. Purtroppo alcuni giovani di oggi ne fanno un uso non idoneo ai danni della propria salute. In realtà questa erba, se usata opportunamente, può essere utile in medicina.
Sembra che la strada per l’uso della cannabis a scopo terapeutico si stia finalmente aprendo: il tribunale di Avezzano ha detto sì all’uso terapeutico per curare la sclerosi multipla, visto che è l’unica sostanza in grado di alleviare le sofferenze di un paziente. Il giudice Elisabetta Pierazzi ha dato il suo giudizio in merito al caso di un malato allo stadio avanzato.
Il provvedimento è il primo in Italia relativamente all’utilizzo gratuito di cannabinoidi. Fino a questo momento infatti, molti pazienti si sono rivolti fuori dall’Italia dove il medicinale è molto costoso. Il tribunale ha stabilito che la Asl deve concederlo gratis perchè non deve essere negato al paziente, in fase avanzata, il diritto alla salute.
La decisione assunta è funzionale a trattare gravi patologie, in quanto altri medicinali usati dal paziente non sono risultati idonei, ha dichiarato all’Ansa il giudice che ha emesso la sentenza.
Sono felice di questa mia vittoria – ha detto il paziente di Avezzano – che è la vittoria di tutti i malati costretti a rinunciare alle uniche cure che possono alleviarne le sofferenze in base a divieti irragionevoli e contrari ai fondamentali diritti umani e civili.
L’Italia quindi si apre a queste cure, che persino le organizzazioni mediche più conservatrici come l’American Medical Association hanno da tempo annoverato tra i farmaci piu’ efficaci contro i sintomi di numerose patologie, dalla sclerosi multipla all’Aids, dal dolore cronico al cancro.
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