L’avevamo gia anticipato qualche giorno fa ed oggi si conferma, infatti il Codacons ha fatto una richiesta di risarcimento di 20 miliardi di euro, da distribuirsi tra i 38 milioni di contribuenti italiani , 52 euro circa per ciascuno di essi. Nella istanza si chiede inoltre il sequestro degli elenchi, anche attraverso l’oscuramento dei siti che ancora lo offrono in visione gratuita o a pagamento. Davvero molto interessante l’analisi del presidente del Codacons, Carlo Rienzi:
“Laddove si tratti di redditi di soggetti che in vario modo sono alimentati da danaro pubblico o comunque destinati a finalità pubbliche – ha dichiarato Rienzi – è sicuramente ammissibile l’accesso alla denuncia dei redditi e la sua pubblicazione . Ad esempio tutti i redditi degli addetti e dirigenti pubblici, compresi i componenti degli organi elettivi come Comuni, Regioni, Camera e Senato, pagati con danari dei cittadini sono accessibili a chi ne faccia richiesta. Lo stesso per i dirigenti degli enti pubblici, e delle società concessionarie come la RAI , Ferrovie, Acea, Poste e di qualsiasi altro ente che eroghi un servizio pubblico universale pagato dai cittadini o con una parte dei danari dei cittadini.”
“Ancora sono pubblicabili i redditi di soggetti dello spettacolo, della politica,dello sport, della società civile, la cui notorietà e rilevanza e interesse sociale – ha aggiunto Rienzi- faccia scattare il diritto- dovere di cronaca , che , come è noto , costituisce un diritto costituzionale pari a quello della riservatezza, e quindi una esimente da reati e rende non punibile ciò che altrimenti lo sarebbe”. “E altrettanto accessibili sono le denunce dei redditi quando esse servono al cittadino per difendersi in giudizio, come ad esempio il coniuge che intende fare causa all’altro coniuge ha diritto a vederne la denuncia dei redditi ai fini di ottenere dal Giudice uan giusta sentenza circa gli obblighi di mantenimento della famiglia.”
“In pratica – ha concluso Rienzi – chi vuole mettere il naso negli affari altrui deve avere un interesse qualificato e concreto, come stabilisce l’art. 25 della legge 241/90, e deve in ogni caso lasciare traccia della sua domanda di accesso e del suo interesse. Ciò anche ai fini della responsabilità che su di lui incombe ove il dato venga diffuso a terzi per sua colpa. E’ invece sicuramente da escludersi la possibilità di pubblicare tutte le denunce dei redditi su internet in modo generalizzato, e ciò innanzitutto perchè tale pubblicazione non garantisce più né sui soggetti che ne vengono in possesso, né sul rispetto dei limiti temporali della pubblicità degli atti”
Luca Orlandini 5 Maggio 2008 il 16:49
Mi sembra molto intelligente, questa richiesta del Codacons.
L’ufficio delle entrate da dove prenderà i soldi da “distribuire come risarcimento?”
Forse dalle nostre tasse?
Non so se è più imbarazzante l’errore o la loro richiesta.