Compagnie telefoniche a confronto: osserviamo le offerte adsl a 7 mega

Iniziamo ad addentrarci nel mondo delle ADSL, ed iniziamo subito con quella più richiesta ovvero l’ADSL a 7 Mega. Incominciamo subito con Alice che offre 7 Mega in download e 384kbps in upload il tutto a 19,95 euro al mese iva inclusa ed in più i primi due mesi sono gratuiti. C’è anche la possibilità di noleggiare un modem a 3 euro mensili.

Passiamo poi a Tele2 che offre un Adsl a 7 Mega in download ed a 384kbps in upload, con la possibilità di staccarsi dalla linea Telecom a 4,90 euro al mese fino al 30 giugno 2008 dopo quella data pagheremmo 28,90 euro al mese. In più potremo effettuare urbane ed interurbane senza limiti pagando solamente i 15 cent di scatto alla risposta. Passiamo a Tiscali che a contrario degli altri offre una linea ad 8 Mega in download a 9,95 euro per i primi tre mesi, passati i quali il costo sale a 19,95 euro mensili. Anche con Tiscali la possibilità di noleggiare un modem a soli 3 euro al mese.

In Italia ancora troppo grande il digital-divide

La questione non si trova in nessun programma elettorale eppure l’importanza di internet ed il relativo superamento del digital divide è una priorità per l’Italia pari al ponte sullo stretto, alla Tav o al completamento della Salerno-Reggio Calabria. L’allarme è stato lanciato ieri da Paola Manacorda che lascia intendere che tutto quello fatto fino ad oggi non basta a garantire a cittadini e imprese una copertura adeguata ed uniforme delle linee di connessione ad alta velocità. La Manacorda ha detto:”La tecnologia Wi-Max e la possibilità di attivare accessi wireless a lunga distanza, in quest’ottica, sono solo un primo passo, ma per dare un sostanzioso impulso alla competitività del Paese e alla coesione sociale, occorre una regia forte per far convergere un mix di investimenti tra pubblico e privato volto alla costruzione di nuove reti per una banda veramente larga.”

Preoccupazione è stata sollevata anche dal commissario europeo Viviane Reding che ha richiamato le autorità italiane circa i ritardi cronici inaccettabili per quanto riguarda la diffusione della banda larga. La penetrazione della banda larga nel nostro Paese è cresciuta al 17%, ma resta comunque al di sotto della media Ue del 20% pagando la mancanza di infrastrutture e il ruolo “ingombrante” di Telecom Italia, che lascia agli operatori alternativi una quota di mercato del 35,2%.

In Italia per l’energia si spendono 516 euro in più a famiglia

In Italia il fabbisogno energetico annuo corrisponde a 198 Mtep mentre il consumo effettivo è di soli 146Mtep con uno spreco di ben 20 miliardi di euro annui. Almeno questo è quanto emerge dal rapporto “100 casi di sprechi nell’energia” pubblicato la scorsa settimana da Confesercenti. Il documento parla di un costo salatissimo per i ritardi, gli sprechi e le inefficienze che accumulandosi provocano uno spreco di almeno 20 miliardi di euro all’anno. Senza cosi tanti sprechi ogni famiglia italiana potrebbe risparmiare ben 516 euro con la successiva riduzione di costi ed imposte.

“Il fabbisogno energetico è di 198 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), mentre il consumo effettivo e di 146 Mtep. Vale a dire che le perdite sono pari a più di un quarto. Basterebbe allora migliorare l’efficienza dei motori elettrici e dell’illuminazione per risparmiare 50 mld di Kwh ed azzerare l’importazione di energia elettrica”, aggiunge Confesercenti. La più sprecona in assoluto e l’illuminazione pubblica, infatti il 95 per cento delle sorgenti luminose utilizzate per l’illuminazione pubblica sono inefficienti, con un conseguente spreco del 45 per cento della luce erogata dai nostri lampioni che non viene utilizzata.

Mozzarelle: I commenti delle associazioni dei consumatori

Buone le reazioni delle associazioni dei consumatori all’epilogo sulla vicenda della mozzarella di bufala campana. Il Movimento a difesa del cittadino e Federconsumatori chiedono i nomi delle aziende coinvolte nella vicenda per dare fiducia ai consumatori. “I cittadini – afferma Silvia Biasotto, responsabile del Dipartimento sicurezza alimentare di Mdc – hanno diritto a un’informazione trasparente. Ogni anno il Movimento Difesa del Cittadino presenta ‘Italia a Tavola’, rapporto sulla sicurezza alimentare: dall’indagine – sottolinea – emergono tanti dati di sequestri e di frodi alimentari, ma anche il grande lavoro che tutte le istituzioni e gli organi di polizia svolgono.

Basti pensare che l’Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari negli ultimi 2 anni ha incrementato i controlli di oltre il 50 per cento”. “C’è molta confusione, in questi giorni, intorno all’allarme diossina nella mozzarella di bufala”. Invece chiede Federconsumatori che venga pubblicata la lista dei prodotti interessati dalla contaminazione e che si rendano pubblici i risultati delle analisi svolte e tutt’ora in atto. “Solo così, operando in maniera chiara, si potrà restituire la fiducia ai consumatori, già preoccupati per il loro potere di acquisto”, conclude l’associazione. Invece il Codacons chiede un intervento del governo perché aiuti i produttori di mozzarella di bufala danneggiati da quest’allarme diossina, l’Unione nazionale consumatori ricorda che “il consumatore può scegliere fra diversi tipi di mozzarella, deve solo fare attenzione alle denominazioni”.

Confermato l’aumento di 58 euro a famiglia per luce e gas

Ed arriva inesorabile la conferma, l’aumento delle tariffe che scatterà dal primo aprile fino al trenta giugno 2008 comporterà un aumento di 58 euro a famiglia, a dirlo è l’Autorità per l’energia ed il gas che va cosi a confermare le stime di Nomisma. L’aumento è dovuto ai 18 euro che si spenderanno in più per l’elettricità ed ai 40 euro che si spenderanno in più per il gas. Gli aumenti saranno in media del 4,1 per cento per l’elettricità e 4,2 per cento per il gas, causa di tutti questi aumenti è ovviamente il petrolio, quasi raddoppiato il costo in un anno di produzione.

“E’ molto frustrante essere costretti a registrare aumenti ma, a parte le imposte, il 60% delle nostre bollette di luce e gas, è fortemente condizionato dal costo del petrolio“, spiega il presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas Alessandro Ortis. “In queste condizioni – prosegue – il caro-greggio travolge purtroppo anche i pur sensibili benefici della continua riduzione delle tariffe dei servizi infrastrutturali da noi amministrate, del contenimento degli oneri di sistema grazie ai provvedimenti adottati e dei primi vantaggi delle liberalizzazioni.

Bufala: tutto è bene ciò che finisce bene

Controlli, rititi ed un operazione a tappeto d’ispezione in tutti i caseifici e allevamenti campani, con particolare attenzione alle province di Napoli, Caserta e Avellino. Queste le parole del ministro della Salute Livia Turco, che ha inviato in mattinata alla Commisione Europea, per scioglire la tensione che si era creata in questi ultimi giorni intorno al caso della mozzarella di bufala e del latte che erano risultati essere positivi ai controlli sulla diossina.

Una lettera che mette d’accordo l’Unione Europea che non più tardi di ieri aveva definito lacunose le informazioni fornite dall’Italia, mentre oggi 28 marzo ha deciso che non prenderà nessuna iniziativa a livello europeo ed in più si è detta soddisfatta del lavoro congiunto con le autorità italiane.

I prezzi di bar ed i ristoranti sono nella media europea

Ristoratori e commercianti non vogliono essere additati come responsabili dell’aumento dei prezzi e dicono che il dato di rincaro è molto più basso di quello registrato a livello europeo. Questa è la conclusione a cui giunge un analisi dell’Ufficio Studi Fipe-Confcommercio sull’inflazione dopo il passaggio all’euro. Il freno inflativo dei prezzi di bar e ristoranti contribuisce invece a tenere l’Italia in linea con la media Ue.

“Il settore dei pubblici esercizi si presta strutturalmente ad essere annoverato su base nazionale fra quelli dove il dato percentuale dei rincari è più alto, invece è molto più basso di quello registrato a livello europeo. Sia nei paesi dell’Unione europea a 27, sia in Eurolandia nei sette anni successivi all’entrata dell’euro, l’inflazione è aumentata nel settore della ristorazione molto di più di quanto non sia cresciuta in Italia. Anzi, la crescita inflativa sotto controllo della ristorazione aiuta l’Italia a rimanere allineata alla media europea”.

I consigli dell’Adiconsum per evitare le truffe

Come oramai tutti sanno lasciare i propri dati sensibili online può risultare molto rischioso, infatti tutte le truffe, le furbizie ed i raggiri si sono adeguati alle nuove tecnologie. Nel settore del credito i tentativi di frode creditizia sono stati stimati nel 2006 in circa 17mila, ma se poi a questi aggiungiamo i dati sugli acquisti on line e soprattutto sulla telefonia le vittime si aggirano attorno a 300mila. Almeno a quanto dice l’Adiconsum che per evitare queste truffe ha realizzato una guida, appunto, per evitare e prevenire il rischio.

Per l’associazione il numero di vittime maggiore è nel settore della telefonia con addebiti di servizi non richiesti, in particolare per quanto riguarda quelli a valore aggiunto. Segue poi internet ed i relativi gli acquisti on line. Ma i più pesanti riguardano le frodi nel settore del credito, che nel 2006 sono costate circa 80milioni di euro per un importo medio dei casi denunciati di 5.300 euro. Per questo secondo l’Adiconsum è d’obbligo tenere a mente dei consigli basilari:

Trovati 3 pigiami per bambini dannosi per la salute, la provenienza non è sempre sinonimo di qualità

Interessante analisi di Altroconsumo sugli indumenti per bambini, dalla quale analisi è emerso che viene fatto un largo uso di sostanze chimiche in questi indumenti che invece dovrebbero essere più naturali possibili. Tre i pigiamini, su quindici presi in esame, che sottoposti a test di laboratorio sono risultati essere positivi a sostanze nocive dannose per la salute. In due capi è stata riscontrata una quantità eccessiva di ftalati, sostanza già bandita nella produzione di prodotti destinati ai bambini. Nell’altro invece è stato trovato un colorante cancerogeno.

I pigiamini sottoposti a test sono stati scelti tra i più comuni, prevalentemente destinati ai bimbi da zero a due-tre anni, venduti nella grande distribuzione, nei negozi per l’infanzia, in catene d’abbigliamento e di intimo. Il problema è che in Italia il settore della produzione tessile è privo di direttive e regole che tutelino e regolino la sicurezza del consumatore. Per dovere d’informazione i 3 capi incriminati sono il pigiamino Blukids di Upim, il pigiamino Texbasic di Carrefour ed infine il pigiamino Tezenis.

Cresce il divario degli stipendi tra Nord e Sud

Gli italiano sono sempre più poveri. Questo quanto emerge dal IX Rapporto sulle Retribuzioni presentato da OD&M Consulting società che collabora con il Sole24Ore. Infatti nel 2007 è rallentata la crescita delle retribuzioni per ogni categoria. Rimane in difficoltà chi lavora al Sud mentre le donne vedono aumentare la distanza rispetto agli stipendi degli uomini.

Le retribuzioni medie lorde annue di categoria rilevate a livello nazionale nel 2007 sono risultate essere pari a: 101.334 euro per i dirigenti, 50.346 euro per i quadri, 25.340 euro per gli impiegati, 21.484 euro per gli operai. Rispetto al 2006 le quattro categorie presentano grosse differenze, che vanno dallo 0% dei dirigenti e il +3,1% dei quadri. L’inflazione misurata dall’Istat per quello stesso periodo è stata del 1,8 per cento.

Da ieri via al decreto sulla sicurezza degli impianti

Ieri è entrato in vigore il decreto che riordina la normativa sulla sicurezza degli impianti. Il decreto obbliga il venditore a garantire la conformità degli impianti ed a consegnare all’acquirente i relativi documenti. Se però l’acquirente vuole, può comprare l’immobile con gli impianti non a norma esonerando però il venditore dalla prestazione di garanzia e dalla documentazione che certifica la regolarità degli impianti. Quindi nel decreto 37 non emerge nulla che obblighi la messa a norma degli impianti che non sono conformi alla legge, ne tanto meno il regolamento ministeriale impone di vendere solo immobili che siano in regola.

Va comunque detto che se il venditore garantisce impianti a norma, che poi non si rivelano tali, il compratore può pretendere dal venditore il risarcimento del danno che l’acquirente subisce per effettuare la messa a norma. Nei casi più gravi (si pensi a un fabbricato che sia inagibile), il compratore potrà addirittura pretendere la risoluzione del contratto. Se come detto quindi l’acquirente decide di comprare ugualmente l’immobile pur sapendo che gli impianti non sono a norma, il venditore è tenuto a stilare un contratto in cui viene chiarito che: gli impianti non sono conformi alla legge, l’eventuale adeguamento degli impianti è a spesa dell’acquirente, l’utilizzo di un immobile con impianti non a norma è rischioso per l’acquirente e per l’incolumità proprio e per quella delle persone che ci dovranno vivere o lavorare, per l’integrità inoltre dell’immobile stesso e delle cose in esso contenute.

Mozzarella di Bufala: ecco la lista dei sequestri e dei controlli

L’allarme bufala sta facendo crollare i consumi, si stima in un 80 per cento circa con perdite per il settore di 30 milioni di euro. E mentre il Codacons annuncia una class action a difesa della mozzarella di bufala il CODICI ricorda che la produzione di mozzarelle di bufala è di circa 33 mila tonnellate, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro e che questo si traduce in lavoro per circa 20mila famiglie.

La Federconsumatori aveva richiesto la lista dei prodotti e dei produttori coinvolti, lista che nella giornata di ieri è stata resa pubblica. Ed è sopratutto la provincia di Caserta, seguita a ruota da quella di Napoli, l’area dove si sono concentrati i sequestri ed i controlli da parte del Noe, su direttiva della Direzione distrettuale antimafia appunto, per accertare la presenza o meno di diossina nelle mozzarelle di bufala.

Anche i computer ed internet contribuiscono all’inquinamento

Non solo gli scarichi delle auto e delle industrie ma anche i computer ed il crescente uso di internet contribuiscono all’inquinamento della terra. Il mondo virtuale, le comunicazioni online, i cellulari, i calcolatori in generale ormai, secondo i ricercatori della Gartner americana, sono responsabili per ben il 2% delle emissioni di CO2 in tutto il mondo, la stessa percentuale causata dall’aviazione civile.

L’allarme è stato lanciato da Der Spiegel, che è il magazine settimanale tedesco più grande d’Europa e più influente di Germania. Questa rivelazione fa dire addio all’illusione che le nuove tecnologie portino ad un mondo più pulito, ecologico e più rispettoso del clima e dell’ambiente. L’unica soluzione è di ridurre il numero dei grandi computer, costruendone sempre meno ma più potenti. Le cifre illustrate dal professor Hegering, responsabile del supercomputer del centro di calcolo Leibnitz a Garching sono impressionanti.

Presto vaccinazione gratuita contro papilloma virus, meningite e pneumococco

Già in passato c’eravamo occupati di una campagna di vaccinazione gratuita, quella contro il papilloma virus, oggi con mio grande piace è stato annunciato il Piano nazionale dei vaccini per il biennio 2008-2010, anche se prima andrà verificato il costo economico di tutta l’operazione. Questo il risultato della votazione del 26 marzo effettuata dalla Conferenza Stato-Regioni che porta da nove a dodici i vaccini gratuiti.

La mediazione è stata quella di dare il via libera al provvedimento, subordinandone l’entrata in vigore e l’applicazione all’accordo sulle risorse finanziarie. Il nuovo piano prevede quindi l’introduzione di tre nuove profilassi gratuite papilloma virus, il cui vaccino attualmente costa sui 150 euro, meningite costo circa 60 euro a dose ed pneumococco anche per questo 60 euro a dose. Queste e tre profilassi si vanno cosi ad aggiungere alle nove già garantite.