Si avvicina il via libera alle richiesta per il TFR in busta paga nel 2015: fra una decina di giorni chi vorrà potrà vederselo accreditato sullo stipendio, ma quali sono i pro e i contro di una simile mossa? In estrema sintesi abbiamo soldi subito da un lato e tasse più alte dall’altro.
Quando richiedere il TFR in busta paga nel 2015? La data da segnare sul calendario è quella del primo marzo, a partire dalla quale sarà possibile sfruttare l’opzione per ricevere il trattamento di fine rapporto accorpato allo stipendio in via temporanea, per un periodo di tre anni. Vediamo in breve quali potrebbero essere i pro e i contro di una simile scelta.
Tra i pro per il TFR in busta paga abbiamo, naturalmente, la possibilità di beneficiare di una piccola quantità di denaro in più mese per mese per tre anni, pertanto potrebbe rappresentare un’opzione interessante soprattutto per chi versa in situazioni difficoltose e ha bisogno di una busta paga leggermente più pesante subito. Secondo dati UIL per un reddito medio (23 mila euro) si potrebbero ricevere 97 euro in più al mese, ma attenzione: sono dati puramente indicativi, la situazione va comunque analizzata caso per caso.
Tra i contro per il TFR in busta paga abbiamo l’impossibilità di tornare indietro per tre anni: se si sceglie questa opzione la si dovrà mantenere fino al 2018. Inoltre e soprattutto, le tasse su tale somma saranno più alte rispetto a quelle standard che si applicano a fine rapporto, il comporterebbe un aumento di 50 euro all’anno e, considerando che inciderà sulla determinazione delle detrazioni d’imposta, secondo la UIL si potrebbe arrivare a pagare 280 euro in più l’anno (sempre per un reddito medio). Luci e ombre per l’anticipo del TFR in busta paga: a ognuno le sue valutazioni.
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