Si parla tanto della possibilità si richiedere il TFR anticipato in busta paga nel 2015 per rendere più consistente il proprio assegno mensile, ma come già anticipato è una mossa che non va affrontata alla leggera. A La CGIA ha di recente ribadito perché non conviene il TFR anticipato in busta paga (rispetto al consueto trattamento di fine rapporto): ecco allora alcuni fattori di cui tenere conto prima di richiederlo.
Il TFR anticipato in busta paga conviene oppure no? In estrema sintesi, come abbiamo già sottolineato, occorre fare attenzione poiché se da un lato si ottiene un lieve incremento del reddito mensile, dall’altro si vanno a pagare più tasse rispetto al TFR standard. La Cgia ha di recente comunicato che secondo i propri calcoli si pagherebbero più tasse in un anno per importi compresi tra i 230 e i 700 euro circa (più alto il reddito, più alta la tassazione). Il motivo della non convenienza del TFR in busta paga fin da subito è legato al fatto che la liquidazione in questo casso si somma al reddito aumentando le tasse da pagare, eventualmente generando anche una diminuzione negli effetti delle detrazioni su figli e assegni familiari, senza contare che il TFR classico prevede esenzione da addizionali Irpef regionali/comunali.
Secondo la CGIA con il TFR anticipato in busta paga dal 2015 un dipendente ipotetico senza familiari a carico con reddito imponibile di 15 mila euro si ritroverebbe con tasse accresciute dai 236 ai 623 euro l’anno. Il consiglio è pertanto quello di richiedere il TFR anticipato se se ne ha davvero bisogno, altrimenti di attendere per poter in futuro ricevere somme sottoposte a tassazione minore.
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