Il Governo Letta ha approvato la riforma Isee, quella che punterà a “scovare” i finti poveri in Italia. Una manovra fatta, almeno secondo quanto fatto capire dal Governo, per aiutare davvero chi è in condizioni di dasagio economico e non persone che conducono una vita comunque agiata alla faccia della dichiarazione dei redditi presentata. Cosa cambierà con la riforma dell’indice Isee? Cambierà il modo di “misurare” la ricchezza di ciascun cittadino.
Casa e patrimonio avranno per esempio un peso maggiore (valore degli immobili rivalutato ai fini Imu); sarà dato molto più peso alle famiglie numerose, con più di tre figli a carico, che saranno dunque considerate “avvantaggiate” e più meritevoli di aiuto rispetto alle altre. Particolare attenzione anche per chi ha persone disabili nel nucleo familiare e potrà dunque usufruire di sussidi e servizi da parte dello Stato.
Molti dei dati che oggi ciascun cittadino può autocertificare (dunque anche fornendo dati non veritieri) saranno invece calcolati direttamente dalla strutture apposite. Questo perché fino ad ora, con l’Isee che dava la possibilità di autocertificazione, “si è verificata una sistematica sottodichiarazione sia del reddito sia del patrimonio“, hanno dichiarato dal Ministero. E il presidente del Consiglio Enrico Letta, in merito alla riforma Isee approvata dal Governo, ha rimarcato l’importanza di sostenere le persone che hanno davvero bisogno e non quelle che godono di esenzioni e aiuti dallo stato senza motivo.
“Dobbiamo creare un meccanismo di trasparenza e di assoluta verità – ha detto Enrico Letta – anche perché nelle condizioni in cui versa attualmente il nostro paese non possiamo di certo permetterci sprechi“. Anche perché gli sprechi, individuati quantitativamente nei sacrifici economici fatti dallo Stato per aiutare le persone, potrebbero essere tramutati in soldi utili per altre cose specialmente in un periodo in cui l’Italia certamente non se la passa bene.
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