Sta facendo discutere quello che emerge da un’attenta lettura della manovra finanziaria: Cgil, opposizioni, Cisl e Ui minacciano lo sciopero generale, sul web migliaia di ex militari e laureati protestano e la questione dei riscatti degli anni di laurea e del servizio militare torna in discussione. In pratica fino ad ora, chi aveva una laurea oppure il servizio militare alle spalle, poteva rivolgersi all’Inps e chiedere il riscatto di questi anni.
Il riscatto consiste nella possibilità di pagare, per gli anni universitari o di militare, i contributi di tasca propria. E gli anni pagati valevano sia ai fini della pensione, sia ai fini degli anni di lavoro da calcolare. Con un esempio: in alcuni casi prima della manovra potevano bastare anche meno di 30 anni di lavoro ai quali sommare gli anni passati sui libri universitari e/o del servizio militare per maturare il diritto alla pensione. Questi anni continueranno a essere utili ai fini del calcolo della pensione, ma non utili ai fini del calcolo degli anni di lavoro, saranno quindi calcolati solo gli anni effettivi di lavoro.
Con la nuova manovra sono sono esclusi dal provvedimento coloro che hanno già riscattato la laurea o il militare, per cui la stretta si applicherebbe solo a quanti desiderano riscattare dal 2012 in poi gli anni universitari o del militare. Chi dovesse decidere per questa soluzione, potrebbe farlo ma solo al fine di avere una pensione più importante dal punto di vista economico e non per raggiungere i 40 anni di contributi.
Quello che sta avvenendo sulla manovra sfiora la farsa ma rimane comunque scandaloso – afferma Anna Finocchiaro, presidente del Gruppo del PD al Senato -. C’è da gioire per la cancellazione di una norma ingiusta e incostituzionale come quella sulle pensioni ma ora ci troviamo di fronte a una manovra che non esiste. Ieri sembrava che il vertice di Arcore, atteso come l’oracolo di Delfi dovesse sciogliere tutti i nodi nella maggioranza. Oggi la Lega si rende conto della stupidaggine fatta.