Imprenditoria femminile, desiderio di autonomia e convinzione di farcela: beneficiare dei contributi

di Redazione 2

Intraprendere un’attività per una donna è veramente “un’impresa”, ma sempre più donne ci credono e riescono a realizzare il loro sogno. Nonostante la burocrazia metta i bastoni tra le ruote, la difficoltà di accedere al credito, la paura di rischiare. In realtà per il gentil sesso sono previste più agevolazioni: le donne oltre a poter beneficiare dei contributi previsti per i settori specifici nei quali vogliono investire possono beneficiare, per il fatto stesso di essere donne imprenditrici, dei contributi previsti dalla Legge nazionale 215/92.

La presente legge è diretta a promuovere l’uguaglianza sostanziale e le pari opportunità per uomini e donne nell’attività economica e imprenditoriale. Le disposizioni di questa legge sono in particolare dirette a:
a) favorire la creazione e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile anche in forma cooperativa;
b) promuovere la formazione imprenditoriale e qualificare la professionalità delle donne imprenditrici;
c) agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o prevalente partecipazione femminile;
d) favorire la qualificazione imprenditoriale e la gestione delle imprese familiari da parte delle donne;
e) promuovere la presenza delle imprese a condizioni o a prevalente partecipazione femminile nei comparti innovativi dei diversi settori produttivi.


Belle parole certamente starete pensando, ma a chi rivolgersi per ottenere consulenza sull’orientamento? È questo probabilmente il vero scoglio: la burocrazia. Chi ha desiderio di mettere sù un’impresa a volte viene spento dalle difficoltà burocratiche, addirittura non si sa neanche a chi rivolgersi. I soggetti che gestiscono servizi di consulenza (spesso sotto forma di sportelli informativi o di orientamento) sono in realtà molto numerosi.

I più diffusi sono:

1- I Centri per l’impiego (chiamati anche in altro modo, ad esempio Centri Lavoro): sono i vecchi Uffici di collocamento, da fine ‘99 gestiti da Province o Regioni.
2- Gli Informagiovani: sono gestiti dai Comuni e danno informazioni anche su salute, vacanze e tempo libero.
3- Gli sportelli provinciali e regionali: molte Province e alcune Regioni hanno propri sportelli informativi su lavoro e formazione, in genere nella città capoluogo.
4- Gli sportelli gestiti dai sindacati (ad esempio i Centri di Informazione Disoccupati (CID) della CGIL).
5- Gli sportelli di orientamento universitario. Ogni università ne ha uno.

Inoltre sono previste facilitazioni per l’ottenimento di finanziamento presso gli Istituti bancari (che saranno ben contenti di acquisire una nuova cliente) o per la stipula dei contratti di leasing che consentono di spuntare condizioni economiche più vantaggiose e di sfruttare garanzie accessorie fornite da appositi organismi che aumentano la probabilità di ottenimento di un affidamento (Investire in rosa).

A tutto ciò però si aggiunge il vero segreto del successo: il forte desiderio di autonomia, l’attitudine di accettare le sfide del mercato. E non ultima, la convinzione di potercela fare.

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