Scatta da oggi 31 marzo il passaggio alle fatture elettroniche per decine di migliaia di uffici pubblici: vediamo quali sono i formati idonei al salvataggio delle fatture, qual è il formato accettato per le fatture inviate alla PA e i consigli Agid su come conservarle.
Da oggi 31 marzo 2015 via alle fatture elettroniche obbligatorie per 46 mila uffici pubblici. I formati della fattura digitale possono essere diversi, si va dal Pdf al Tiff, dal Jpg all’Xml e altri ancora, purché idonei ad assicurare l’autenticità e la leggibilità dei documenti, ma attenzione poiché le fatture elettroniche inviate alla PA dovranno invece essere obbligatoriamente in Xml firmato digitalmente, in questo caso non sono infatti consentiti formati differenti.
Non solo l’invio ma anche la conservazione delle fatture elettroniche da parte dei pubblici uffici preoccupa non poco gli interessati. L’Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha spiegato come
Si tratta di cambiare mentalità: oggi le fatture cartacee si archiviano in un modo, domani quelle elettroniche dovranno essere conservate con altre modalità. Fondamentale è garantire l’integrità del documento. Sono già stati accreditati i primi 19 soggetti a cui le PA devono rivolgersi per conservare le loro fatture. Per i privati non c’è obbligo, possono scegliere all’interno di un mercato che si va formando.
Resta fondamentale affrontare la conservazione delle fatture elettroniche con la giusta accortezza in modo che i documenti possano essere reperiti con relativa facilità e velocità anche dopo dieci anni. Si ricorda invece che il problema più comune in fase di invio è quello del doppio click: è bene pertanto porre attenzione a non inviare più di una volta la stessa fattura allo Sdi (Sistema di Interscambio)
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