Wind perde una causa sui canoni, e per la compagnia telefonica si apre la strada a rimborsi per 50 milioni di euro. Il Movimento Consumatori ha vinto, infatti, una causa collettiva che certo farà discutere e riporterà l’attenzione sulla class action. L’associazione ha vinto, come riporta oggi il buon Longo su Repubblica.it, una causa contro Wind – di cui ora Infostrada fa parte – per i canoni corrisposti dal 2001 da abbonati che avevano chiesto di passare a Infostrada, e che invece si sono ritrovati a continuare a pagare comunque il canone Telecom.
La sentenza è della Corte d’Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado di due anni fa. L’articolo riporta che ad avere diritto al rimborso sarebbero in 130 mila. Per la modica cifra di 50 milioni di euro – centesimo più centesimo meno.
Wind ci tiene a far sapere che le cifre non sono così alte. Ma la sostanza non cambia. Ecco il primo comunicato trionfale dell’associazione (quello risalente al 2006), che invero ha portato a casa un risultato importante. Che giuridicamente è sottile – e ha a che vedere con l’inesistenza della class action nel nostro Paese.
Poiché ancora in Italia non sono possibili class action, questa sentenza non ordina a Wind di rimborsare gli utenti, ma spiega che hanno diritto al rimborso. Una differenza giuridica sottile, che ha un effetto pratico: gli utenti che non ottengono spontaneo rimborso da Wind, dovranno intentare cause separate, ma grazie a questa sentenza non dovranno più provare l’illecito. Bensì soltanto che erano abbonati a Solo Infostrada e che avevano pagato i canoni Telecom
Non ci saranno, dunque, risarcimenti spontanei. L’associazione continuerà ad assistere i consumatori che vorranno andare avanti. Ma certa è la definizione di una situazione giuridica innovativa che aiuta nel lento – e incerto – cammino verso l’italica versione della class action. Longo scrive che Wind ha fatto sapere che sta valutando se ricorrere in Cassazione.