Le uova tossiche esportate da Olanda e Belgio potrebbero essere arrivate anche in Italia, uno dei 15 paesi interessati dalle importazioni delle uova contaminate con il Fipronil, un insetticida ad ampio spettro.
A lanciare l’allarme sono anche la Coldiretti e il Codacons Piemonte che invitano i consumatori a imparare a leggere correttamente l’etichetta delle uova per rendersi conto della provenienza, della data di produzione e del tipo di allevamento da cui provengono le uova. Si tratta del codice identificativo delle uova di tipo A (che indica quelle fresche) obbligatoria ai sensi del Regolamento CE 2295 del 2003. La maggior parte delle uova fresche sono di produzione italiana anche se la normativa in questione è valida solo ed esclusivamente per la Comunità Europea. In caso di provenienza da Paesi terzi, la dicitura sugli imballaggi dovrà riportare esattamente “sistema di allevamento indeterminato.
Il codice identificativo indica il tipo di allevamento da cui provengono le uova, ma anche il paese di origine, la provincia, il comune di allevamento e l’allevamento specifico da cui proviene.
La prima cifra indicata sull’uovo da andare a 0 a 3 e indica la tipologia di allevamento: 0 indica l’agricoltura biologica, 1 indica le uova da allevamento all’aperto, 2 indica l’allevamento a terra, 3 l’allevamento in gabbia.
Le lettere successive forniscono indicazioni sull’identificativo dello Stato di produzione (IT ad esempio per l’Italia).
Le cifre successive indicano il codice Istat del comune di produzione.
Le lettere seguenti indicano la provincia di produzione.
Le ultime cifre indicano il nome e luogo dell’allevamento in cui la gallina ha deposto l’uovo.
Il rigo successivo riporta la data di scadenza del prodotto o la data di deposizione.
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