L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha multato – con l’importo massimo, 500 mila euro ciascuno – le compagnie telefoniche Tim e Vodafone per modifica unilaterale e sistematica dei piani tariffari senza fornire adeguate informative al consumatore. La denuncia era partita da Altroconsumo, che riporta la notizia sul suo sito trionfante.
Tim ha già annunciato che farà ricorso, mentre Vodafone ha ribadito la correttezza delle proprie informative e azioni. Il punto, per l’Antitrust, è: poca informazione e poca trasparenza da parte delle due principali compagnie di telefonia mobile avrebbero impedito agli utenti di conoscere le caratteristiche delle nuove tariffe, peraltro attuate unilateralmente e con maggiorazioni eccessive. Non ci sarebbero poi state le adeguate informazioni al consumatore per la portabilità del numero da un operatore all’altro e le modalità di rimborso del credito residuo.
Altroconsumo ha calcolato i rincari, con una classificazione per tipologie di cliente. E le cifre sono significative: da 49 a 83 euro all’anno, con picchi d’aumento sulle singole telefonate di oltre il 100%. Sull’articolo di Altroconsumo le tabelle comparative. Tutto questo fa gridare all’associazione non solo allo scandalo, in qualche modo, ma anche e soprattutto all’urgenza della class action – il disegno di legge è in Parlamento, già slittata molte volte e ora procrastinata a luglio per l’entrata (chissà) in vigore.
L’intervento dell’Antitrust dimostra la necessità urgente di introdurre la class action nel nostro Paese. L’istituto del risarcimento collettivo si adatterebbe perfettamente a casi come questi, dove, per tali pratiche commerciali scorrette, la multa acquista un significato formale e non restituisce alle migliaia di utenti le cifre incassate automaticamente dai gestori, senza che i consumatori avessero alcuna possibilità di essere informati e di scegliere. Ma la conversione del decreto milleproroghe al Senato ha confermato l’ulteriore rinvio a luglio della norma, e i disegni di legge pendenti sia alla Camera che al Senato sono ancora impantanati nelle commissioni competenti
Parola di Paolo Martinello, presidente Altroconsumo.