Michelangelo, il crocifisso ligneo a Palermo fino al 4 Aprile

di Redazione 5

Come promesso, ecco un altro post dedicato ad eventi culturali ad ingresso gratuito o ridotto: dopo avervi “portati” a  Ravenna per i concerti di pasqua, a Roma per la Rolling Stones night, e avervi fatto venire Voglia di cinema (per chi abita nel Lazio o giù di lì), oggi vi parliamo di una mostra-evento imperdibile che si terrà nell’ancora infreddolito, ma di solito piuttosto soleggiato, capoluogo siciliano.

Resterà infatti in mostra a Palermo fino al prossimo 4 Aprile 2009 il piccolo crocifisso in legno di tiglio attribuito a Michelangelo Buonarroti. Ospitato negli spazi espositivi della Civica Galleria d’arte moderna nel complesso monumentale Sant’Anna in via Sant’Anna 21, il crocifisso potrebbe essere una delle opere giovanili del grande artista toscano.

Come accennato, si tratta di un’opera di piccole dimensioni (lungo 41 cm e largo poco meno) le cui caratteristiche, quali la fedeltà anatomica della muscolatura e le proporzioni allungate, sembrerebbero riconducibili all’opera di Buonarroti.

Il pubblico potrà fruire di questa splendida opera d’arte tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9.30 alle 18.30 (tuttavia ricordate che l’ultimo ingresso sarà possibile alle 17.30) e l’ingresso è libero.

La mostra, inaugurata lo scorso 22 Marzo e promossa dal Ministero dei Beni culturali con lo scopo di promuovere i capolavori italiani ritrovati, reca il titolo “Michelangelo giovane-Il crocifisso ritrovato”, l’opera è stata infatti acquistata piuttosto di recente dallo Stato Italiano per 3 milioni e 250 mila euro, a quanto pare da un privato, e giunge nel capoluogo siciliano dopo aver fatto tappa alla Camera dei Deputati, a Palazzo Montecitorio e al Museo Pepoli di Trapani (dove ha riscosso un grande successo con oltre 14 mila visitatori).

I prossimi appuntamenti con il crocifisso ritrovato avranno luogo a Napoli e a Milano.

Visto quante opportunità low cost avete per lasciare il vostro comodo soggiorno e scampare all’abbrutimento televisivo da reality-show? La crisi non è più una scusa valida.

Commenti (5)

  1. OSSERVANDO CON ATTENZIONE IL CROCIFISSO GIA’ ESPOSTO NELLA SALA DELLA REGINA DI PALAZZO MONTECITORIO CHE TALUNI INTENDONO ATTRIBUIRE A MICHELANGELO – OPERA CHE CON L’ESPRESSIONE SEMPLICISTICA “ATTRIBUZIONE” E’ GIA’ COSTATA AI CONTRIBUENTI 3.250.000 EURO E CHE NON HA CERTAMENTE PROCURATO DISPIACERE A CHI HA RINUNCIATO A QUESTA “ECCEZIONALE” PROPRIETA’ – HO IMMEDIATAMENTE AVUTO LA CERTEZZA CHE AL DI LA DELL’INDISCUTIBILE QUALITA’ DELLA FATTURA (MISTERIOSAMENTE INTEGRA NONOSTANTE UN NUMERO INCONTROLLABILE DI RESTAURI STRUTTURALI E CROMATICI CHE IL LEGNO E I PIGMENTI CROMATICI RICHIEDONO INEVITABILMENTE NEI SECOLI), LA MANO E L’ARTE STRAORDINARIA DI MICHELANGELO, FACILMENTE LEGIBILI – STANTE UNA PRODUZIONE BEN DOCUMENTATA E SEMPRE RICONOSCIBILE, PER QUELLA FORZA INCONFONDIBILE CHE SOLO I GRANDI RIESCONO A TRASMETTERE PER SEMPRE – SONO ASSOLUTAMENTE ASSENTI. PERSONALMENTE SONO TRISTEMENTE CONVINTO CHE LA “SCOPERTA DEL CROCIFISSO DI MICHELANGELO” SIA NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI UNA SUGGESTIONE INVOLONTARIARMENTE PRODOTTA DA PERSONAGGI MEDIATICI AI QUALI OGNUNO – SECONDO LA PROPRIA CULTURA E INTELLIGENZA – PUO’ CREDERE O MENO. POICHE’ L’ARTE VERA FINORA NON HA AVUTO BISOGNO DI ATTRIBUZIONI ESCLUSIVE, FORTUNATAMENTE, LA STORIA DELL’ARTE UNIVERSALE HA SEMPRE RIVELATO NEL TEMPO – CON SEMPLICI STRUMENTI COMPRENSIBILI ANCHE AI PIU’ SEMPLICI – UNA VERITA’ CHE APPARTIENE A TUTTI E CHE CERTAMENTE NON E’ ESCLUSIVO PATRIMONIO DI POCHI “ILLUMINATI” CHE SI PROFESSANO, ATTRAVERSO STRUMENTI MULTIMEDIALI BEN COLLAUDATI AI QUALI PER INTUIBILI MOTIVI HANNO FACILE ACCESSO, UNICI GARANTI DEL SAPERE AI QUALI E’ RISERVATO IL DIRITTO INSINDACABILE DI GESTIRE LA REALTA’ STORICA. LE VERE OPERE DEL GRANDE MICHELANGELO HANNO SEMPRE PARLATO SENZA INTERMEDIARI, PERCHE’ L’ARTE VERA PARLA DA SOLA, CON STRUMENTI SEMPLICI E NON HA BISOGNO DI POCHI CONOSCITORI CHE “GENEROSAMENTE” NE RIVELINO L’APPARTENENZA, ECCO PERCHE’ E’ PATRIMONIO UNIVERSALE DELL’UMANITA’. CHI AMA L’ARTE, RICONOSCE REALMENTE I GRANDI CAPOLAVORI, TUTTO IL RESTO – PER QUANTO RIGUARDA QUESTA SCOPERTA – NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI E’ EFFIMERA SUGGESTIONE DANNOSA PERSINO AI “DISTRATTI”, ALLA CULTURA E ALLA STORIA DELL’ARTE REALE, CON LA QUALE PRIMA O POI, CERTI ATTORI MEDIATICI, FARANNO INEVITABILMENTE I CONTI. SONO PERFETTAMENTE D’ACCORDO ANCHE CON QUANTO PUBBLICATO DAL CELEBRE STORICO DELL’ARTE MAURIZIO MARINI, PUBLICATO NEL “Il Tempo – 23 dicembre 2008” CHE RITENGO DOVEROSO TRASCRIVERE INTEGRALMENTE:
    “Conosco il “Crocifisso” da quando, nel 2004, prestito dall`antiquario Gallino, fu esposto al Museo Horne di Firenze. Già allora non destò in me alcuna curiosità in merito all`altisonante “Proposta per Michelangelo giovane – Un Crocefisso in legno di tiglio`; per quando sostenuta da autorevoli studiosi. Al di là delle sgrammaticature formali inconcepibili per Buonarroti, in ogni momento della sua esistenza, la lacuna maggiore concerne la totale assenza di riferimenti documentari e, quindi, filologici. Vale a dire verificabili. Una scultura di Michelangelo, anche minuscola, non sarebbe sfuggita alle fonti biografiche che si sono occupate di lui e della sua opera. Accettiamo quindi che, al di là di ogni documento, l`unico valido sia l`opera. Ma è proprio qui che il buco nero si riempie di un`immagine che con Michelangelo non ha nulla a che vedere! Non c`è alcun riflesso, come parrebbe plausibile a una datazione precoce, di quel Bertoldo di Giovanni (a sua volta allievo di Donatello) che fu il suo maestro. Viceversa, il volto mostra esplicita una somatica del tardo umanesimo e la struttura anatomica presenta disparità improponibili: il torace è troppo stretto rispetto al volume delle cosce, al cui confronto sono troppo ridotti i polpacci e i piedi stessi. Per una scultura che doveva essere osservata a distanza ravvicinata o in cima a una croce da pregadio privato, l`errore è sconcertante! Nessun rapporto con quel capolavoro, un misto di forza e gentilezza, che è il “Crocifisso di Santo Spirito”. Per la sculturina, oggetto delle presenti note, penso che l`autore debba essere ricercato tra i membri di quella voga accademica non ancora partecipe del tragico espressionismo velato di malinconia che è peculiare di Michelangelo e che rinvia a Benedetto da Majano e, ancor più, a Baccio da Montelupo. Proprio quest`ultimo copriva le cosce eccedenti dei suoi “crocefissi” con un panno intriso di gesso, qui assente, col quale attenuava l`irregolarità. Come concludere? Che è spropositata la cifra pagata per l`acquisto, 3 milioni e 250 mila euro. L`opera già a 300 mila euro sarebbe stata strapagata.”
    FRANCESCO BUFFA

  2. @Francesco Buffa

    Grazie Francesco per il suo intervento, che definirei senza esitazione prezioso. Ne terrò conto senz’altro quando andrò a visitare l’opera, anche se purtroppo non sono un’esperta.

    Salvina

  3. @ Salvina:
    grazie per la meil, anche se non ho capito il meccanismo dell’oggetto “[Guadagno Risparmiando] New Comment On: Michelangelo, il crocifisso ligneo a Palermo fino al 4 Aprile” eventualmente spiegami. cia Francesco

  4. Credo che semplicemente ti sia arrivata notifica del mio commento… ; )

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