Per necessità, sì, ma anche per la nuova mentalità con cui si intendono i consumi ance nel rispetto dell’ambiente: è boom di mercato dell’usato in tutta Italia con oltre 4.973 realtà attive che in Italia lavorano in questo campo.
Gli scambi sono aumentati del 7,7% nel corso degli ultimi cinque anni come confermano i numeri dell’analisi dell’Unione europea delle cooperative su dati della Camera di commercio di Milano Lodi Monza.
Im mercato dell’usato è in crescita per l’acquisto di libri scolastici e di mobili per la casa, per l’acquisto di vestiti o elettrodomestici.
La città dove si trova il numero maggiore di attività legate a questo tipo di mercato è Roma dove attualmente si registrano ben 450 attività del genere.
Seguono Milano con 398 attività e Torino con 282 attività del genere, ma seguono anche Napoli con 245, Firenze con 227, Genova con 195, Brescia con 105, Arezzo con 92, Bari con 90 e Bologna con 83.
A livello regionale il primato spetta invece alla Lombardia che domina la classica con 829 realtà esistenti.
Secondo posto per la Toscana (con 620 attività), terzo posto nel Lazio con 548.
È però la Puglia la regione dove si registra il numero massimo in termini di attività con una crescita della percentuale che arriva al 39,2%, ma l’incremento si registra anche in Abruzzo (con un +19,2 per cento), in Molise (con un +18,2 per cento), in Val d’Aosta (con un +16,7 per cento).
In Italia il mercato dell’usato vale la bellezza di 21 miliardi di euro e coinvolge quasi un italiano su due come ricorda anche una nota di Uecoop che spiega come gli oggetti vengano “consegnati in conto vendita a un prezzo concordato che viene poi diviso fra proprietario e venditore. A volte invece è lo stesso negozio dell’usato che acquista direttamente e poi rivende”.
Ma perché il mercato dell’usato attira così tanto gli italiani?
I dati dell’indagine rivelano che oltre la metà di chi vende vuole soprattutto non gettare via oggetti che possono essere ancora utilizzabili nell’ottica antispreco, ma anche per poter liberare lo spazio in casa o in cantina. Il 19% dei casi ammette che partecipare al mercato dell’usato è un modo per poter integrare il reddito domestico fin troppo basso.