Quando i soldi non bastano più, la soluzione (se può essere ritenuta tale) é quella di chiedere un prestito. Se si tratta di piccoli prestiti, é più semplice accedere a questa forma di credito. Uno stipendio, poche garanzie ed ecco pronte poche migliaia di euro, da restituire secondo il piano di rate concordato con la banca. Quando però il prestito assume una certa importanza, le garanzie richieste dagli istituti di credito aumentano.
La crisi economica porta con se disoccupazione, calo delle vendite e dei consumi, i portafogli iniziano a piangere ed é possibile tornare a “respirare” solo con un prestito (semprechè abbiamo la disponibilità di restituirlo). A farne le spese sono soprattutto i giovani, che faticano a trovare un lavoro fisso, i lavori precari vanno per la maggiore. Se poi non si ha ancora un lavoro, come nel caso di studenti universitari, mantenere gli studi per talune famiglie é davvero un salasso. I mutui per liquidità stanno conquistando terreno: per le famiglie rappresentano l’ultima risorsa disperata quando i soldi finiscono ma le spese permangono. I mutui liquidità rappresentano prestiti piuttosto importanti (fino a 50 mila euro) e sono sottoposti a garanzie più rigide rispetto a quelli tradizionali: garanzie, mancanza di precedenti ipoteche e tassi di interesse più elevati.
A questo punto la strada da percorrere é quella di mettere un’ipoteca sulla casa. La registrazione delle iscrizioni ipotecarie relative agli immobili viene tenuta dalla Conservatoria dei Registri Immobiliari, responsabile all’interno del territorio in cui è ubicato l’immobile. L’ipoteca, la fideiussione e altre garanzie permettono all’utente di sottoscrivere un mutuo. Succedeva e succede ancora oggi negli States: aumenta il numero delle ipoteche su casa e in passato questa pratica ha generato i mutui subprime. Anche in Italia questa situazione, fanno notare alcuni operatori del settore, sembra seguire lo stesso schema pericoloso USA.
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