Il governo col decreto del fare è intenzionato a chiedere la fiducia anche per attuare il Wi-Fi libero nei luoghi pubblici con accesso senza identificazione. Si tratta di cambiamenti di grossa portata, estremamente interessanti per tutti i cittadini italiani.
Il Wi-fi libero potrebbe arrivare anche in Italia se la proposta inclusa nel decreto del fare venisse approvata. Cosa significa Wi-fi libero, in questo caso? Significa connessione web in bar, grandi e piccoli negozi, alberghi, uffici e luoghi pubblici più in generale tramite wi-fi e senza obbligo di inserire credenziali per l’accesso. Tale obbligo era stato introdotto dal decreto Pisanu, decaduto nel 2011 ma che rischiava una reintroduzione con il decreto del fare. L’emendamento per scongiurare il rischio è stato tuttavia presentato nelle commissioni di bilancio e nella commissione Affari costituzionali, dove ora è sotto esame.
Il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato aveva proposto l’obbligo di raccolta e conservazione dei dati navigazione degli utenti, proposta che comportava altre rogne burocratiche per gli esercenti, oltre che meno libertà per gli utenti. Per fortuna molti si trovano in disaccordo con Zanonato. Stefano Quintarelli della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni ha definito “positivo l’emendamento che liberalizza l’allacciamento alla rete, non più esclusiva di installatori con multe da 30 mila a 150 mila euro”.
Quintarelli non ha mancato inoltre di ricordare che “il ritardo nella banda larga costa all’Italia un punto e mezzo di Pil e che entro il 2015 potrebbe dare circa 700 mila posti di lavoro”. La sostanza? Il Wi-fi deve essere libero e la banda larga deve necessariamente migliorare, dato che per tale questione siamo estremamente arretrati in Europa.
Ora la proposta per il Wi-fi libero è al vaglio delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali, come molti cittadini italiani anche noi ci auguriamo che possa essere approvata in tempi brevi.
Photo credits | lung struck su Flickr
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