L’illuminazione pubblica è un servizio di primaria importanza nella politica di una città. Garante della sicurezza pubblica, miglioramento dell’ambiente. Ecco perché é necessario andare sempre avanti in fatto di qualità e di sicurezza senza dimenticare tuttavia la tutela dell’ambiente ed ovviamente i budget a disposizione.
Le soluzioni che consentono un basso consumo sono:
Tecnologia di trasmissione a onde convogliate (CPL). Le soluzioni CPL trasformano gli impianti di illuminazione in una rete di informazione che permette di controllare in telegestione le condizioni di funzionamento di ogni apparecchio di illuminazione e di comandare una riduzione graduale della potenza. In Francia sono state utilizzate con successo.
Ballast elettronici. I ballast permettono di adattare le caratteristiche di corrente/tensione, di agevolare l’accensione delle lampade e di diminuire del 10% il consumo di energia attraverso la limitazione della potenza nominale della lampada e il miglioramento del fattore di potenza.
Cellule fotovoltaiche e sistemi eolici per certi impianti di illuminazione. A Rennes, in Bretania, l’installazione di pali fotovoltaici per l’illuminazione stradale ha permesso di realizzare dei progressi sotto il profilo dell’estetica e di ridurre notevolmente il consumo di energia.
L’Italia è impegnata con gli altri Paesi europei a raggiungere entro il 2020 gli obiettivi legati all’ormai celeberrimo 20-20-20: 20% di fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico e 20% di riduzione delle emissioni di Co2 (si fa riferimento all’energia consumata e non a quella prodotta). La quota di energie rinnovabili assegnata all’Italia come obiettivo al 2020 è del 17%.
Alcuni mesi fa il Politecnico di Milano ha pubblicato un rapporto sulla fattibilità dell’obiettivo del 20% di aumento dell’efficienza per quanto riguarda gli usi finali dell’elettricità in l’Italia. Le stime sono sicuramente positive: in base a questo rapporto, nel 2020, quando si stima un consumo di 423 miliardi di kilowattora, 103 miliardi potrebbero essere risparmiati grazie a tecnologie già disponibili. Per ben 83 miliardi sarebbe possibile avviare sin da oggi investimenti che poi risulterebbero più convenienti rispetto alla fornitura di elettricità da nuovi impianti.