Un approfondimento necessario, in vista della normale evoluzione di questo mercato
Potrebbe esserci all’orizzonte una rivoluzione sul fronte dei prezzi dell’energia elettrica. I prezzi all’ingrosso dell’elettricità sono storicamente elevati, ma i prezzi dell’energia elettrica sembrano destinati a crollare a partire dal 2026. Un previsto aumento della capacità rinnovabile avrà un grande impatto sul mercato dell’UE e potrebbe portare a una riconsiderazione delle dinamiche di offerta, scrivono Emmanuel Dubois-Pelerin e Massimo Schiavo.
Le prospettive sui prezzi dell’energia elettrica: cosa aspettarsi nei prossimi anni
Emmanuel Dubois-Pelerin è responsabile del settore Utilities EMEA presso S&P Global Ratings. Massimo Schiavo è direttore e analista capo per le utilities EMEA presso S&P Global Ratings. I servizi pubblici europei si trovano di fronte a scelte difficili. Dopo un 2022 turbolento, i prezzi elevati del gas naturale, la progressiva eliminazione del carbone e la chiusura degli impianti nucleari in tutta Europa hanno contribuito a prezzi dell’energia elettrica di base storicamente elevati.
Mentre per un paio d’anni questi prezzi sono destinati a rimanere intorno ai 100 euro per megawattora (/MWh) nei cinque mercati più grandi della regione, i prezzi sono destinati a crollare a partire dal 2026 a causa di un notevole aumento della produzione rinnovabile. La capacità delle utilities europee di resistere a questa tempesta dipenderà in gran parte dalle decisioni che prenderanno oggi.
La nuova capacità intermittente – guidata dalla crescita annuale a due cifre della capacità eolica e solare – probabilmente supererà la domanda di elettricità a partire dal 2026, diluendo l’influenza del gas naturale ad alto costo. Infatti, dal 2021 al 2030, la capacità eolica e solare probabilmente triplicherà arrivando rispettivamente a circa 780 GW e 370 GW, aggiungendo un totale di circa 730 TWh di generazione.
A sua volta, S&P Global Commodity Insights stima un calo del 30%-60% dei prezzi del carico di base in Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito (E5) nel corso dei cinque anni fino alla fine del 2030, lasciando i prezzi a circa 35-50 €/MWh in gran parte dell’Europa – con la probabile eccezione dell’Italia.
Dal 2026, la portata della crescita delle energie rinnovabili in Europa sarà sconcertante e avrà senza dubbio un impatto significativo sulle dinamiche del mercato. Tuttavia, la crescita della produzione netta nell’area E5 sarà, di fatto, relativamente modesta grazie a un rapido calo della produzione degli impianti alimentati a combustibili fossili e, in misura minore, del settore nucleare.
La quota di combustibili fossili nel mix energetico E5 scenderà probabilmente a circa il 10% nel 2030 dal 33% nel 2021. Questo calo deriverà dalla chiusura degli impianti di carbone e lignite (ad eccezione di un piccolo numero in Germania) e dal dimezzamento del contributo del gas naturale alla produzione di elettricità. Allo stesso tempo, il contributo del nucleare al mix energetico scenderà a circa il 20% entro il 2030, rispetto al 30% del 2021, poiché le chiusure degli impianti superano il ritmo di messa in servizio. Vedremo come cambieranno i prezzi dell’energia elettrica.