Da qualche giorno il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo per la riforma dell’apprendistato. La nuova versione del testo in materia sembra aver lasciato soddisfatti i sindacati e grazie a questo nuovo decreto, pare che il Ministero del Lavoro potrà garantire più agevolazioni per permettere ai giovani di inserirsi.
Sono proprio loro, infatti, i diretti interessati che dovranno beneficiare del nuovo decreto, composto solamente da sette articoli e che disciplina quattro ipotesi di apprendistato:
- qualifica e diploma professionale per gli under 25 con la possibilità di acquisire un titolo di studio anche in ambiente di lavoro;
- apprendistato di mestiere per giovani dai 18 e i 29 anni, che potranno apprendere un mestiere o una professione in ambiente di lavoro;
- apprendistato di alta formazione e ricerca per titoli di studio specialistici, universitari e post-universitari, ma anche per la formazione di ricercatori in ambito privato;
- apprendistato per la riqualificazione di lavoratori in mobilità, precedentemente espulsi da processi produttivi.
Uno dei punti più importanti del nuovo apprendistato giovani, è il superamento delle norme regionali, con un regime transitorio di soli sei mesi, eccezion fatta per il settore pubblico, che richiede un ulteriore decreto. I sindacati sono stati soddisfatti del risultato, ma non tutti sono stati dello stesso parere. Alla Confcommercio si parla di “iniquità”, come dichiarato dal direttore generale Francesco Rivolta:
Questa decisione dimostra come siano state marginalizzate le esigenze di gestione delle imprese del nostro settore in questo modo non si risponde ai problemi del Paese, del lavoro e delle imprese del terziario.
Giorgio Santini della CISL, invece, ha dimostrato il suo apprezzamento:
L’approvazione in Cdm è un passo decisivo per l’occupazione giovanile.
Dalla CGIL invece ha commentato il segretario confederale Fulvio Fammoni:
Si è raggiunto un risultato importante che dimostra quanto conti un ruolo vero e da protagonista delle parti sociali che ha costretto il governo a dover trattare.
Tutti sono concordi nel dire che ancora ci sono molti punti da chiarire, ma intanto un piccolo passo è stato compiuto.