Autogestire il condominio è possibile? Quali rischi si corrono? Queste sono domande che si pongono sicuramente inquilini di piccoli condomini magari per le vacanze, con esigenze di amministrazione ridotte al minimo e convivenza limitata a poche settimane all’anno, o di immobili di nuova costruzione con tutti i servizi autonomi, spunta l’idea di organizzarsi del tutto in via amichevole rinunciando alla figura dell’amministratore esterno.
L’articolo 1129 del Codice Civile stabilisce che “Quando i condomini sono più di quattro, l’assemblea nomina un amministratore. Se l’assemblea non provvede, la nomina è fatta dall’autorità giudiziaria, su ricorso di uno o più condomini.” Il testo della norma fa riferimento al numero di proprietari e non a quello degli appartamenti. In ogni caso finché c’è accordo tra condomini anche se ci sono più di quattro proprietari è possibile fare a meno dell’amministratore.
Se però per si vengono a creare dei contrasti, ciascun condomino si può rivolgere al giudice in qualunque momento, e chiedere che l’amministratore venga nominato. I compiti dell’amministratore sono regolati dal Codice Civile. In base all’articolo 1130, l’amministratore deve:
- Eseguire le deliberazioni dell’assemblea dei condomini e curare l’osservanza del regolamento di condominio
- Disciplinare l’uso delle cose comuni e la prestazione dei servizi nell’interesse comune, in modo che ne sia assicurato il miglior godimento a tutti i condomini
- Riscuotere i contributi ed erogare le spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell’edificio e per l’esercizio dei servizi comuni
- Compiere gli atti conservativi dei diritti inerenti alle parti comuni dell’edificio
- Alla fine di ciascun anno deve rendere conto della sua gestione, presentando il bilancio a consuntivo e le previsioni per l’anno successivo, con la relativa ripartizione delle spese
Quindi l’amministratore deve intervenire per disciplinare l’uso delle cose comuni, cioè consentire a tutti i condomini di usufruire dei servizi comuni in maniera completa, un altro obbligo è quello di perseguire i condomini morosi ed ingine far rispettare il regolamento condominiale. Spetta all’amministratore, infatti, effettuare tutte le pratiche che riguardano il condominio, e per qualsiasi problema il primo a risponderne è proprio l’amministratore. Quindi se si decide di fare a meno dell’amministratore, a parte approfondire tutte le regole imposte dal Codice, una buona soluzione può essere quella di mettersi a tavolino e scrivere un regolamento. Se si è tutti d’accordo si può approvare all’unanimità, e in questo caso è possibile imporre regole altrimenti non valide, come ad esempio divieto di affittare gli appartamenti uso ufficio o di tenere animali domestici, o divieto di parcheggiare nel cortile. Nel testo si può stabilire anche come gestire la questione della pulizia degli spazi comuni o come tenere i rapporti con i fornitori, insomma una sorta di decalogo interno per la convivenza per evitare il più possibile problemi e complicazioni future. Un regolamento approvato all’unanimità è vincolante anche per chi dovesse successivamente acquistare un appartamento, come pure per eventuali inquilini in affitto.
Antonio 22 Gennaio 2010 il 11:50
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Buona giornata!
Antonio Azzaretto
aldo crespolini 17 Giugno 2011 il 19:45
nel mio condominio un appartamento sta per essere affittato ad un notaio per uso ufficio.Vorrei sapere se ciò è possibile senza chiedere il consenso degli altri condomini.grazie e saluti
Giuseppe 7 Febbraio 2013 il 07:49
Salve a tutti. qualcuno può darmi qualche informazione su come gestire un condominio di 9 unità appartenenti ad un unico proprietario e quindi unità tutte in affitto?
grazie