Non si risparmia passando all’ora legale

Interessante ricerca effettuata nello stato dell’Indiana, su oltre 7 milioni e mezzo di contatori. Di cosa parlo? Ma del fantomatico risparmio energetico per il passaggio all’ora legale. E sembra, appunto, che non sia vero che questo passaggio faccia risparmiare energia alle utenze e soldi allo stato.

Lo sostengono infatti dei ricercatori che hanno condotto indagini per 3 anni nello stato dell’Indiana negli USA. Il cambio d’orario ha anzi causato incrementi nei consumi compresi tra l’1 ed il 4 per cento, per una spesa aggiuntiva di quasi 6 milioni di euro. E’ stato scelto proprio lo stato dell’Indiana perché solamente nel 2006 è stata introdotta l’ora legale, che prima riguardava soltanto 15 distretti su 92.

Le multe fatte dai vigili non in servizio le potete cestinare

Le multe! Quante volte abbiamo bestemmiato contro vigili, parenti dei vigili e quant’altro perché avevamo parcheggiato in doppia fila, con la scusa per la nostra coscienza :”Tanto lo fanno tutti”. Ebbene attenzione al vigile perché se questi non è in divisa ufficiale non può multarvi.

Questo quanto accaduto alla signora Sandra S. multata ingiustamente a quanto ha stabilito la corte di Cassazione, infatti la sentenza 5771 dice che qualifica di agenti di polizia giudiziaria, nel caso dei vigili, «è subordinata alla limitazione spaziale che i detti agenti si trovino nell’ambito territoriale dell’ente di appartenenza e alla condizione che siano effettivamente in servizio» a differenza di altri corpi (polizia, carabinieri, guardia di finanza) «i cui appartenenti operano su tutto il territorio nazionale e sono sempre in servizio».

Festa della donna: Milano capitale del caro-divertimento

 

Festa delle donne mai cosi salata, almeno questo è quello che emerge dall’osservatorio Codici, infatti bisogna essere pronti ad un esborso che può arrivare ai 130 euro. Ma procediamo per gradi, per la cena, il pasto minimo rilevato a Napoli costa sui 15 euro, che possono diventare 50 nei locali più in del milanese, la più cara rispetto a Napoli e Roma.

 

Per il dopo cena, il prezzo d’ingresso ad un locale può variare dai 15 euro ai 30 (costo uguale da nord a sud). “Inoltre – dice l’inchiesta Codici – c”è da considerare l’eventualità, quella più classica e ricercata, di voler assistere ad uno spettacolo “esclusivo” per donne il cui costo è garantito da un minimo di 25 euro di Napoli a un massimo di 50 euro di Milano e Roma. In alcuni locali, però, se si desidera stare sedute, un tavolo può costare anche 150 euro a persona”.

Conti dormienti: ecco cosa fare

Rinnovo l’invito per quanto riguarda i conti dormienti, infatti è conveniente recarsi ad uno sportello entro agosto ed è necessario per non perdere tutti i soldi dimenticati in questi 10 anni, effettuare qualche movimento, basta un versamento, un prelievo, o anche soltanto la richiesta dell’estratto conto. Infatti come annunciato il mese scorso è partita l’operazione conti dormienti, cioè quei depositi di denaro e di strumenti finanziari in custodia ed amministrazione, sui quali non si registra nessun movimento da 10 anni.

Le banche, finanziarie e le Poste Italiane sono tenute ad avvertire i titolari di questi conti, attraverso delle lettere, per chiedere di movimentare il conto, chi non risponderà a questa comunicazione entro 6 mesi dal ricevimento dell’ultima rischia di perdere tutti i soldi. I soldi che non verranno reclamati saranno versati ad un fondo destinato a risarcire i clienti dei crack finanziari, e in parte a favorire l’assunzione dei precari nella pubblica amministrazione.

Pane: l’indagine sui prezzi

L’osservatorio CODICI ha effettuato, tra giugno e novembre 2007, un monitoraggio sulla variazione del prezzo del pane, da città a città. Quelle prese in esame sono Milano, Pescara, Roma, Napoli, Bari e Catanzaro. Grazie al pacchetto delle liberalizzazioni, il settore della panificazione, ha goduto di alcuni provvedimenti, volti a garantire maggiore concorrenza sui prezzi e più qualità sul pane.

La rilevazione è stata condotta tra panifici e supermercati, prendendo in considerazione diversi tipi di pane:

  • Casereccio
  • Di grano duro
  • Integrale
  • Sciap
  • Criola
  • Rosetta o michetta
  • All’olio
  • Speciali
  • Arabo

Posta prioritaria? Inefficiente

La posta prioritaria non è poi cosi prioritaria. Infatti secondo una ricerca di altroconsumo scrivere prioritario sulla busta non è sinonimo di rapidità. Questo accade sopratutto a Milano, dove il 30 per cento delle lettere spedite verso il capoluogo meneghino arriva oltre il giorno successivo alla spedizione, quindi in ritardo sull’obiettivo di velocità che dovrebbe garantire la posta prioritaria. Il 12 per cento di questi ritardi è elevato, cioè superiore a 3 giorni lavorativi dalla spedizione.

Il fatto è ancora più grave se si pensa che il traffico della corrispondenza su Milano e Lombardia rappresenta una larga fetta delle 1500 tonnellate giornaliere che complessivamente viaggiano lungo il Paese. Le cose vanno meglio a Roma: a non rispettare i tempi della posta prioritaria qui sono 14 lettere su cento. Nel complesso nelle altre città dell’indagine (Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Campobasso, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Roma e Torino), tra cui sono state spedite 280 lettere di posta prioritaria, i ritardi sono meno frequenti, ma la situazione non è per nulla omogenea, e Milano non è l’unico caso di inefficienza.

Conti dormienti: è il momento delle Poste

Proprio qualche tempo fa avevo parlato dei conti dormienti e di come le varie istituzioni si sarebbero dovute muovere. Nell’operazione “conti dormienti” si sono movimentate anche le poste, le norme sull’utilizzo dei conti giacenti da anni senza alcun movimento coinvolgono infatti anche i libretti postali, nominativi o al portatore.

E la massa interessata è sterminata, composta da centinaia di migliaia di libretti. Le Poste Italiane hanno creato un elenco completo dei libretti postali dormienti, cioè di quei libretti di risparmio non mvimentati da 10 anni e con saldo superiore ai 100 euro.

Quanti risparmi con un sms

Un messaggio, basta a semplificare la vita del cittadino e ridurre in modo rilevante i considerevole i costi diretti e indiretti di diversi servizi di pubblica utilità. Anche se certo non basta acquistare dei pacchetti di messaggini per mettere a punto un efficiente progetto di relazione con i clienti.

A quanto dice il rapporto sul Mobile Service Management realizzato dal Politecnico di Milano ci sono due tipologie di benifici che si ottengono dall’adozione di queste tecnologie: da un lato a una riduzione di costi, dall’altro un aumento dei ricavi. I casi analizzati hanno dimostrato che l’utilizzo del canale mobile consente, rispetto agli strumenti tradizionali, di ridurre i costi di comunicazione (risparmio sui costi di spedizione, sui costi telefonici, sui costi relativi ai call center, ecc.).

Campagna elettorale: occhio ai dati personali

L’Autorità della privacy ha stabilito quali dati personali possono essere utilizzati per chi effettua propaganda elettorale. Si possono distinguere i dati in due categorie: per i quali è necessario il consenso o meno. Dati utilizzabili senza consenso: Per contattare gli elettori ed inviare materiale di propaganda, partiti, organismi politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candidati possono usare senza il consenso dei cittadini i dati contenuti nelle liste elettorali detenute dai Comuni. Possono essere usati anche altri elenchi e registri in materia di elettorato passivo ed attivo ed altre fonti documentali detenute da soggetti pubblici accessibili a chiunque.

Dati utilizzabili previo consenso: A meno che i dati personali siano stati forniti direttamente dall’interessato, è necessario il consenso per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e fax. Stesso discorso nel caso si utilizzino dati raccolti automaticamente su Internet o ricavati da forum o newsgroup, liste abbonati ad un provider, dati presenti sul web per altre finalità. Sono utilizzabili anche i dati degli abbonati presenti nei nuovi elenchi telefonici accanto ai quali figurino i due simboli che attestano la disponibilità a ricevere posta o telefonate.

Parte la campagna “Diritti sui Binari” contro la disastrosa situazione delle ferrovie italiane

Parte oggi la campagna “Diritti sui Binari” promossa da MovimentoConsumatori e contro i disservizi ferroviari e per la tutela dei diritti dei viaggiatori in treno. Prima tappa, Roma in piazza dei Cinquecento. Il presidio di MC, che sarà caratterizzato da un treno gonfiabile lungo circa 6 metri, inizierà il 4 e finirà il 6 marzo compreso: dalle ore 8.00 alle ore 18.00 operatori dell’associazione saranno a disposizione per fornire materiale informativo sulla campagna e sulle attività del Movimento Consumatori.

A questo evento seguiranno, a partire da maggio 2008, altre 10 tappe in 9 città italiane: Bari, Napoli, Palermo, Padova, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, per concludere con l’ultimo presidio di nuovo a Roma. Lo scopo principale è quello di dare maggiore visibilità sul tema dei diritti dei viaggiatori in treno. “La qualità del servizio – afferma Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori – è oramai inaccettabile e i vertici aziendali, pur presi da mille problemi interni, non riescono a dare alcuna garanzia anche di un minimo miglioramento delle condizioni di viaggio: tuttavia, stanno cercando di avvicinare le tariffe italiane a quelle più alte europee, ma senza adeguare di pari passo il servizio”.

Bilancio positivo per le liberalizzazioni

Ottime le stime sugli effetti delle liberalizzazioni. Finora, secondo la stima del ministero dello Sviluppo economico guidato da Pier Luigi Bersani, i principali provvedimenti delle cosiddette “lenzuolate” hanno portato a un risparmio per le famiglie tra 2,4 e 2,8 miliardi di euro. La stima tiene conto degli interventi effettuati su medicinali, telefonia mobile, tariffe aeree, cancellazione delle ipoteche, trasferimento di proprietà di automobili.

Dei tre pacchetti-Bersani solo i primi due sono andati in porto, mentre il terzo si è arenato al Senato prima dello scioglimento anticipato delle Camere. «Condividiamo l’analisi dei risparmi che hanno avuto luogo con i processi di liberalizzazione » hanno dichiarato Adusbef e Federconsumatori. Anche se, aggiungono, «vi sono ancora ombre, dovute all’arroganza di banche e assicurazioni, che testardamente non applicano in toto le normative definite da quei processi.

Un asso nella manica per il consumatore: la fiducia

La fiducia dei consumatori italiani è risalita a febbraio dopo il brusco crollo di gennaio, anche se la situazione non è delle migliori infatti circa il 10% degli intervistati non ha risposto alle domande dell’Isae relativa al clima di fiducia. Questa è la percentuale d’incertezza più alta da “quando l’inchiesta viene condotta con tecnica telefonica (gennaio 1995)”.

Quindi come detto l’indice di febbraio risale di qualche punto, anche se continuano a deteriorarsi i giudizi e le previsioni sulla situazione finanziaria della famiglia. Questa può essere definita reticenza, infatti gli italiani stanno imparando a gestire le emozioni, infatti oramai anche l’ottimismo e il pessimismo hanno un valore sul mercato, mostrando sfiducia si produce allarme per la crescita economica, le associazioni dei consumatori alzano barriere di protezione, i politici si lambiccano per rifocillare i nostri redditi, le Banche Centrali mettono liquidità nel sistema.

Carte di credito, un mercato a basso rischio in Italia

Il mercato delle carte di credito in Italia è solido e presenta una bassa rischiosità, non sono quindi previsti ritardi nei pagamenti e d’insolvenze che si sono manifestate negli Stati Uniti. Questo dipende dalla scarsa propensione ad indebitarsi di noi italiani, tanto è vero che nella diffusione delle carte di credito in Italia nel 2007, cosi come era accaduto nel 2006 ha fatto registrare in particolare l’esplosione di quelle prepagate, che hanno avuto un successo che non ha pari in Europa.

Questo successo si registra sopratutto presso il pubblico dei giovani, sopratutto perché non è richiesta l’apertura di un conto corrente. Anche se, la Penisola si caratterizza per un inferiore utilizzazione degli strumenti di pagamento alternativi al contante.

Aumenti ingiustificati? Per la UE è colpa della distribuzione

Non è colpa dei produttori alimentari se i prezzi aumentano, ma della distribuzione e della tortuosa catena dell’intermediazione commerciale, l’anello finale prima che il consumatore acquisti. L’allarme viene lanciato quasi incidentalmente dalla Commissione europea. Il portavoce della commissaria europea all’agricoltura Fischer Boel ha detto chiaro e tondo che «si constatano rialzi di prezzi significativi nei supermercati europei, ma si constata anche che per il pane i cereali non rappresentano che il 5% del prezzo totale».

Risultato: certi aumenti di prezzo «non sono giustificati». Vi voglio ricordare che la commissione non ha alcun pottere sui prezzi finali e non fornisce consigli in merito ad eventuali blocchi dei listini, però talvolta si pronuncia a favore della cautela negli interventi. Ad esempio nel caso dei cereali, l’intervento è alla fonte: per raffreddare la scalata al rialzo dei prezzi sul piano globale, è stato tolto l’obbligo di mettere a riposo i terreni per aumentare la produzione del 10% rispetto al 2007, sospeso temporaneamente i diritti doganali sulle importazioni e proposto di aumentare del 2% le quote latte dal primo aprile per aumentare l’offerta.