Sportelli anti stalking in Puglia

 Stalking: una parola che fa paura. Ma soprattutto un gesto, un’azione che solo le vittime di questo reato possono comprendere.

A questo proposito vi parlo di un paio di iniziative particolarmente utili ed interessanti create da Adoc in collaborazione con UIL: sia a Benevento che a Foggia sono stati aperti sportelli anti stalking per fornire un supporto psicologico alle vittime (che sono quasi sempre donne). Sportelli comunque sia aperti anche a coloro i quali ritengono di essere dei potenziali stalker.

Che cos’è lo stalking

Secondo la psicologa Maura Luciano può essere definito come

una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo il quale affligge un’altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola. Tali atteggiamenti provocano ansia e paura e possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Cellulari e internet sono i mezzi principali utilizzati a scopo persecutorio. L’autore può essere un estraneo, ma il più delle volte un conoscente, un collega o un ex partner che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito

Stalking: a Sorrento sportello gratuito per soli uomini

 Più di due milioni di donne in Italia hanno subito comportamenti persecutori, ossia stalking, da partner ed ex, ma anche in campo lavorativo. Essere seguite, pedinate, sms e e-mail continui, l’ansia cresce, lo stress sale, le vittime di questi atti persecutori non riescono più a lavorare, ad avere una normale vita sociale e subiscono danni psicologici e a volte purtroppo anche fisici, perchè non sono rari i casi in cui il persecutore purtroppo usa la violenza.

Finalmente una legge contro lo stalking: pene fino a 4 anni di reclusione per molestie reiterate che possono essere aumentate se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato/divorziato, o da persona che sia stata legata da relazione affettiva, le pene possono essere aumentate anche se la vittima é un minore, una donna in stato di gravidanza o un soggetto disabile. Pene previste dal Disegno di Legge approvato dalla Camera dei Deputati il 29 gennaio 2009. Grazie a questo provvedimento è stato introdotto nel nostro codice penale il reato di stalking.

Poste Italiane: sito violato da esperti hacker

 Brutte notizie per tutti i clienti di Poste Italiane, quest’oggi il sito online è stato violato. I fautori di questo “hacking” sono Mr.Hipo e StutM (almeno è così che si firmano) che sono riusciti ad accedere a tutti i dati presenti nel database della pagina web. Un gioco da ragazzi per gli esperti del settore e una grave nota di demerito per la stessa Poste Italiane che non tutela i propri clienti con dovute misure di sicurezza.

Per fortuna sembra che gli hacker non abbiano cattive intenzioni. Da come hanno essi stessi affermato, il loro scopo è solamente quello di sollecitare gli amministratori del sito a porre più enfasi sulla sicurezza del servizio. Servizio usufruito dai tanti clienti di Poste Italiane che hanno acquistato ed utilizzano la nota carta prepagata postepay e che hanno bisogno di controllare il saldo disponibile, il numero e tipologia delle transazioni avvenute, ecc.

Multa in arrivo per l’Agenzia delle Entrate

Il direttore dell’Agenzia non aveva il potere di stabilire forme di pubblicità diverse da quelle stabilite dalla legge. Questo quello che il Garante della privacy Francesco Pizzetti, ha sottolineato, ovvero l’illegittima modalità utilizzata dal Fisco. «Si è messo a disposizione del mondo – dice Pizzetti – un patrimonio di dati che mappa l’intero paese, rende possibile le attività di profilazione, le più diverse, consente furti di identità».

Quaranta milioni di posizioni contributive, persone fisiche, società, istituzioni pubbliche on line. In tutto il mondo è stato possibile accedere ai dati, scaricarli, fare cd, modificarli e venderli. Una volta messi in rete, poi, sottolinea il Garante, i dati sfuggono al controllo di chiunque. Comunque attenzione perché ci sono rischi civili e penali per chi continua a diffondere questi dati.

Redditi online: le posizioni delle associazioni dei consumatori

Ritorniamo ancora una volta ad occuparci della questione dei redditi online, perché è arrivato il responso del garante per la privacy: “La modalità utilizzata dall’Agenzia è illegittima” perché “la decisione dell’Agenzia contrasta con la normativa in materia”. L’Agenzia delle entrate dovrà quindi far cessare definitivamente l’indiscriminata consultabilità, tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2005. “Con la decisione odierna il Garante per la Privacy non solo ha confermato l’illegittimità dell’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate, ma ha pienamente convalidato le nostre tesi e l’azione del Codacons finalizzata a far ottenere ai cittadini il risarcimento per la privacy violata”.

Così Carlo Rienzi, presidente del Codacons, commenta la decisione presa dall’Autorità Garante per la privacy sulla pubblicazione on line degli elenchi dei contribuenti italiani. “Ora i cittadini possono proseguire nelle richieste di indennizzo – continua Rienzi -. Finora sono stati già 60.000 i moduli scaricati dal sito del Codacons per ottenere da 500 a 1.000 euro di risarcimento, tanto che il sito www.codacons.it è letteralmente sovraccarico di accessi. La nostra associazione – conclude Rienzi – alla luce della decisione del Garante, valuterà ulteriori iniziative dinanzi la magistratura di tutta Italia contro i responsabili di questa vicenda e a tutela dei dati personali dei contribuenti italiani”.

Redditi online, ma cosa è successo?

Si è alzato un polverone attorno alla diffusione dei redditi online, come avviene sempre in Italia, per la responsabilità si gioca molto a scarica barile. Ma oggi cerchiamo di capire cosa è successo. Tutto è nato dal post di Alberto Falossi, il 30 aprile, inizia il tam tam mediatico e subito questa notizia schizza in prima pagina nei principali siti di social news, e dei quotidiani online. E mentre nella rete si sprecavano i commenti, di chi era a favore e di chi era contro questa pubblicazione, il garante chiedeva all’agenzia delle entrate di sospendere la pubblicazione dei dati.

Questi però punto primo erano già stati scaricati da molte migliaia di persone, e punto secondo, di conseguenza, erano stati resi disponibili su fonti alternative quali emule. Ieri il garante per la privacy in una lettera al quotidiano laRepubblica, ha parlato di un grave errore, stessa posizione del garante del contribuente. Intanto il Codacons ha avanzato come ho detto ieri una richiesta di maxi risarcimento, anche se giustamente qualcuno ha fatto notare che i soldi chiesti come risarcimento verranno presi dalle nostre tasse. Sempre nella giornata di ieri, l’Agenzia delle Entrate ha dichiarato in una nota che “la diffusione dei dati reddituali con modalità telematiche da parte dell’autorità pubblica costituisce un elemento di garanzia, trasparenza e affidabilità dell’informazione“.

Dal primo luglio bollette telefoniche in chiaro

Novità in arrivo per le bollette telefoniche, infatti dal primo luglio tutti coloro che ricevono a casa la fatturazione dettagliate delle chiamate troveranno tutti i numeri in chiaro, quindi senza i fastidiosi asterischi. Ad annunciarlo è il presidente dell’Autorità garante per la tutela dei dati personali, Francesco Pizzetti, che nella giornata di ieri ha autorizzato le varie compagnie telefoniche ad emettere fatture dettagliate senza il mascheramento delle ultime tre cifre dei numeri chiamati, come accade attualmente.

Anche se chi vuole potrà ancora ricevere le bollette con le tre ultime cifre oscurate, ma questa sarà una richiesta che andrà fatta espressamente al proprio gestore. Il provvedimento spiega l’Autorità:

tiene conto delle esigenze, più volte manifestate in questi anni da alcuni abbonati, di poter verificare più agevolmente l’esattezza degli addebiti e le chiamate effettuate

. Infatti attualmente si possono conoscere i numeri completi solo per eventuali contestazioni di addebiti.