Addebiti anomali con servizio alert di ING Direct il 1 settembre

Abbiamo conferme sul fatto che siano in corso spinosi problemi con il servizio alert di ING Direct. Dettaglio per il quale tantissimi utenti si ritrovano da circa un’ora con milioni di euro di debito. Sui social sono scattate immediatamente le segnalazioni del pubblico, anche se report come quello di Bufale ci sta aiutando a contestualizzare al meglio il disservizio. L’emergenza, infatti, dovrebbe rientrare tra non molto.

servizio alert di ING Direct

Auricolari AirPods, come riceverli in regalo 

Ultimi giorni a disposizione per poter ricevere in regalo gli auricolari AirPods con custodia di ricarica lightning. Per riceverle è sufficiente aprire un conto corrente entro e non oltre il 1° maggio 2019 ed effettuare acquisti con carte Buddybank con Apple Pay per almeno mille euro entro novanta giorni dall’apertura del conto. Ecco nel dettaglio la promozione.

Per ricevere gli auricolari è necessario aprire un conto corrente BuddyBank a canone zero e con carta di credito Mastercard inclusa.

Modello 730 2011: scadenza il 20 giugno

Il termine ultimo per presentare il modello 730 2011 è stato spostato al 20 giugno. Prima di questo cambiamento la data di scadenza per presentare il modello della dichiarazione dei redditi erail 31 maggio: gli italiani avranno quindi più giorni per compilare consegnare il modulo.

Rapporto Istat 2007: gli italiani sempre più in difficoltà

Nel caso non ce ne fossimo accorti noi italiani “medi” versiamo in notevoli difficoltà economiche. Giusto per essere sicuri che non sia una nostra sgradevole impressione, giunge a confermarlo il sedicesimo rapporto annuale dell’Istat presentato ieri alla Camera: il nostro reddito medio è inferiore del 13% rispetto alla media europea e il 50% delle famiglie deve arrangiarsi con meno di 1.900 euro al mese.

Il rapporto Istat per il 2007 presenta un quadro sconfortante, almeno sul fronte economico, dell’Italia di oggi: mentre il 15% ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese, il 28,4% non sarebbe in grado di far fronte ad una spesa improvvisa pari a 600 euro. Piuttosto alta invece (il 66,1%) la percentuale di coloro che non riescono a mettere da parte qualche risparmio.

Ecco a quanto ammontano le spese energetiche

Il costo del carburante è oramai fuori controllo. Questo il pensiero di Adusbef e Federconsumatori che prevedono una spesa energetica per le famiglie di 1200 euro al mese. Con gli attuali andamenti del prezzo del petrolio,calcolano le associazioni, l’Erario si avvia ad incassare “un miliardo e mezzo di più di entrate”. E a “questi ritmi si arriverà ben presto a due miliardi di euro”, sottolineano le due associazioni, che chiedono al più presto un taglio sulle accise dei carburanti di almeno 6 centesimi al litro.

In base ai loro calcoli, “ai prezzi odierni, si stanno raggiungendo aumenti di 240 euro annui per la benzina e di 384 euro per il gasolio”. Considerando tutte le voci del capitolo energia, vanno sommati 205 euro l’anno per luce e gas, 175 per il riscaldamento domestico, 292 per carburanti (media consumi tra benzina e gasolio). Totale: 672 euro.

1400 euro di risparmio grazie alle manovre del Governo

Quasi uno stipendio, questo si risparmierà grazie alla tre misure del governo adottate dal governo sul ICI, detassazione straordinari e mutui. La stima è del quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’ secondo cui il risparmio potrebbe arrivare fino a 1.400 euro. Per il quotidiano i maggiori risparmi arriverebbero dal nuovo trattamento fiscale degli straordinari, che genera risparmi per i lavoratori interessati (quelli del settore privato e con un reddito non superiore ai 30.000 euro) di oltre 760 euro.

Addio ICI: tutto questa perdita? No ci sono le multe

A quanto pare non sarà tutta questa tragedia greca, per i comuni l’addio definitivo all’ICI. Infatti stando ai calcoli dell’Aci, ogni anno dei capoluoghi italiani vengono fatte all’incirca 10 milioni di multe, cioè 26 mila al giorno, 18 ogni minuto, un numero senza alcun dubbio preoccupante. Questo porta nelle casse dei vari comuni italiani circa un miliardo di euro all’anno.

Mediamente ogni automobilista spende circa 132 euro annui. Per quanto riguarda le contravvenzioni, la più “fatta” è quella all’articolo 7 del Codice della Strafa, quello che permette ai sindaci di modificare le regole in materia di obblighi, divieti, e limitazione della circolazione dei centri abitati. Non a troppo distanza troviamo il divieto di sosta.

Abolizione dell’Ici e detassazione straordinari. E’ cosa fatta!

L’abolizione dell’Ici sulla prima casa è diventata realtà ma, contrariamente a quanto annunciato qualche giorno fa da alcuni giornali, la tassa rimane per le residenze di pregio come ville e case signorili e per gli enti locali proprietari di immobili di lusso. Mentre si sta ancora valutando l’ipotesi di includere nel provvedimento le pertinenze come box, cantine e garage. Il taglio dell’Ici sarà valido sin da subito, cioè dal prossimo giugno.

E’ diventata così operativa la promessa del nuovo governo Berlusconi che ha varato il provvedimento ieri durante il primo consiglio dei ministri che si è tenuto a Napoli. Confermata anche la detassazione di premi e straordinari. Tuttavia a beneficiare del provvedimento saranno soltanto dipendenti privati con un reddito non superiore a 30mila euro per il 2007. La detassazione degli straordinari non riguarderà quindi dipendenti di enti statali e forze di polizia, per le quali si pensa di varare provvedimenti ad hoc in un futuro prossimo.

Taglio dell’Ici e detassazione straordinari: risparmieremo fino a 950 euro l’anno

Se avete già ricevuto i bollettini per il pagamento dell’ICI aspettate fino a Mercoledì. Parola di Giuseppe Vegas, sottosegretario all’Economia, che ha confermato che l’abolizione della tassa sulla casa riguarderà già i pagamenti di quest’anno. Mercoledì prossimo dovrebbe aver luogo infatti il Consiglio dei Ministri che adotterà il provvedimento, tanto atteso quanto temuto, per via delle ricadute che si “sospetta” (si fa per dire) possa avere sulle casse dei comuni, dai cittadini. Lo stesso Vegas ha però anche aggiunto che i comuni avranno una compensazione per la perdita di questo ingente introito.

Intanto, nell’attesa che la tassa venga abolita, l’Ufficio Studi dell’Associazione Artigiani e piccole imprese C.G.I.A. di Mestre ha elaborato e condotto un’indagine dettagliata per calcolare a quanto ammonterebbe il risparmio di una famiglia-tipo italiana tenuto conto non solo dell’abolizione dell’Ici ma anche della detassazione degli straordinari. Le cifre ottenute vanno dai 257 agli oltre 950 euro l’anno.

ICI: non verrà abolita su ville e case di lusso

Mentre il probabile futuro ministro dell’economia Giulio Tremonti assicura all’Associazione dei comuni Italiani (ANCI) che il taglio dell’ICI sulla prima casa, che nelle intenzioni del nuovo governo sarà discusso già nel primo consiglio dei ministri, non inciderà in alcun modo sulle casse dei comuni, sono in arrivo cattive notizie per i proprietari di ville e case di lusso. Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore infatti non è previsto l’abbattimento dell’imposta per questa tipologia di immobili. Questo sarebbe il dato emerso dall’incontro avvenuto qualche giorno fa fra Tremonti e il presidente dell’ANCI Leonardo Domenici al quale erano presenti anche Giovanni Collino (di AN) e Massimo Garavaglia (Lega Nord).

Il nascente governo di Centro-Destra si dichiara quindi fermamente intenzionato a mantenere una delle promesse caposaldo della propria campagna elettorale. Questo nonostante le perplessità dei sindacati e l’attesa, forse un pò più tiepida di quanto non si creda, dei cittadini. Sembra infatti che infatti che l’abolizione della tassa sulla casa porterà maggiori benefici alle città del Nord, nelle quali l’ammontare medio dell’ICI è rimasto elevato nonostante gli sconti introdotti dalla finanziaria 2008 (fatta eccezione per Trento e Bolzano, che beneficiano già di detrazioni locali), piuttosto che a quelle del Centro e del Sud Italia per le quali il provvedimento porterà a un risparmio limitato.

Caro-vita: spesa più cara al Nord che al Sud

Se non fosse per le spese di viaggio ci converrebbe fare su e giù per tutto lo stivale alla ricerca dei prezzi più convenienti: secondo uno studio presentato da Istat, Unioncamere e Istituto Guglielmo Tagliacarne infatti è notevole il divario tra Nord e Sud rispetto ai costi sostenuti per l’acquisto di 1700 articoli tra spesa alimentare, abbigliamento, calzature e arredamento (che rappresentano il 35% dei consumi degli italiani). Le città più care in assoluto si sono rivelate Trieste, Milano, Genova e Bolzano, mentre quelle dove vivere costa meno sono Palermo, Napoli, L’Aquila e Campobasso. Questo almeno secondo i dati raccolti nel 2006.

In particolare le città dove si spende di più per l’acquisto di beni alimentari sono Milano e Bolzano: qui i supermercati espongono prezzi più elevati di oltre il 10% rispetto a tutti gli altri capoluoghi. In testa Bolzano con il suo 13% in più rispetto alla media nazionale. Il dato inverso riguarda invece Napoli e Bari per le quali è stato registrato il 12% in meno. Riguardo il settore alimentari le differenze di prezzo più consistenti tra Nord e Sud riguardano i prodotti freschi. Qualche sorpresa giunge invece dal settore abbigliamento: se fra le città più care troviamo ancora Bolzano, insieme a Venezia e Trieste, anche a Reggio Calabria acquistare abiti e scarpe costa di più che ad Aosta dove si registrano prezzi più bassi del 10%. Se invece volete mettere su casa, meglio fare i vostri acquisti a Campobasso (-22,8%) ed evitare accuratamente Milano (+25,8%) e Roma (+12,8%). Ma anche ad Aosta, Genova e Firenze non si scherza: qui arredare la vostra casa costa il 5% in più.

Ma se lo straordinario fosse detassato quanti ci guadagneremmo?

Durante questa campagna elettorale il centro destra ha parlato spesso di detassazione dello straordinario, incuriosito dall’argomento ho effettuato qualche ricerca, ed ho trovato sul sito del sole24ore un calcolo molto interessante. Infatti viene calcolato che la detassazione dello straordinario equivale ad una tredicesima. Facendo un esempio con un metalmeccanico che guadagna 1.300 euro lordi al mese ed effettua tutte le 250 ore previste dal contratto, il suo compenso salirà di 589 euro. Per un impiegato dell’edilizia che guadagna lordi ogni mese 1500 euro con gli straordinario potrebbe arrivare a 718 euro di più in busta paga. Un altro vantaggio si avrà sulla detassazione locale.

Anche se i costi di questa operazione per lo stato forse sono troppo alti per portare un effettivo vantaggio, anche se la maggioranza è ottimista «Saranno compensati da una serie di effetti postivi – sostiene Renato Brunetta (Pdl) – sul versante della crescita dei redditi, della produttività e del gettito tributario, perché questa misura favorirà l’emersione del sommerso. Dopo gli straordinari, toccherà agli affitti che spesso sono pagati in nero». «Non intendiamo legare la detassazione alla presenza di un’intesa sindacale – aggiunge Maurizio Sacconi (Pdl) – anche perché in molte imprese non vi sono accordi di secondo livello». Ad essere esclusi dal beneficio sarebbero gli straordinari forfettizzati percepiti dai dirigenti aziendali.

Codacons: l’Italia è un paese in recessione

E dopo le poco piacevoli vacanze pasquali, almeno per il sottoscritto costretto a casa con l’influenza, si torna alla dura realtà sulla situazione economica italiana. Questa volta con i dati Istat che dimostrano un paese che nonostante le vendite al dettaglio risultino in aumento e in grave recessione.

Almeno a quanto afferma il Codacons, che ricorda che apparentemente le vendite nel primo mese dell’anno sono aumentate del 1 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ciò riguarda sia i prodotti alimentari, con un 1,5 per cento, che non, con uno 0,7 per cento.

Provincie: buco nero per i conti dello Stato

Interessante il rapporto dell’Eurispes riferito all’anno 2006 da cui si evince che se si abolissero le provincie, lo stato(quindi noi consumatori) otterrebbe un risparmio di 10,6 miliardi di euro all’anno. Infatti è emersa una spesa complessiva di 13 miliardi di euro, di questi il 18,3% è rappresentato da spese per i redditi da lavoro dipendente, il 28,4% da consumi intermedi, il 22,3% da investimenti fissi lordi ed il 31% da tutte le altre voci di spesa.

Se il personale delle province venisse redistribuito in altri uffici amministrativi o in istituzioni locali ci sarebbe, come detto un risparmio di 10,6 miliardi. Nelle ultime due decadi, la voce spesa, delle Amministrazioni pubbliche ha visto un aumento che è passato dai 185 miliardi di euro del 1986 ai 680 miliardi di euro del 2006, con un tasso di crescita medio annuo del 13,4%, mentre nello stesso periodo le spese delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate al ritmo medio del 10,5% all’anno, passando da 241 a 746 miliardi di euro.