“Rigore assoluto e una severità mai vista prima nei confronti degli istituti di credito”. Questo quello che chiede il Codacons al governo, dopo l’accordo tra l’ABI-Tesoro sui mutui a tasso variabile, del quale vi avevamo parlato ieri. “Continuiamo a non credere ad accordi che, anche lontanamente, possano andare a vantaggio dei mutuatari” dichiara l’associazione “mentre crediamo che ancora molto si possa fare per costringere le banche al rispetto delle leggi vigenti”. Il Codacons ricorda in particolare “l’inosservanza delle disposizioni contenute nei pacchetti Bersani” che avrebbe “provocato un danno ai cittadini pari a 5,9 miliardi di euro”. “Questi soldi – conclude la nota dell’associazione- devono essere necessariamente restituiti ai cittadini. In questo senso ci aspettiamo un prossimo impegno concreto da parte del Governo”.
Molto scetticismo sull’accordo raggiunto anche da parte dell’Aduc, secondo quest’ultima ““ha sbandierato un accordo con l’associazione delle banche prevedendo un risparmio pari a circa 850 euro all’anno per 1,2 milioni di famiglie” dice l’associazione che giudica la notizia “falsa”. “Nel comunicato dell’Abi – spiega l’associazione – si legge che l’accordo non prevede alcun risparmio, ma solo una dilazione nel pagamento”. In pratica, spiega l’Aduc “si concede un ulteriore finanziamento (a tassi abbastanza agevolati: l’Irs decennale più lo 0,5 per cento)”. Ma “le famiglie” secondo l’Aduc “non risparmieranno alcunché perché dovranno pagare “ulteriori interessi”.
Ci va più sottile l’Adusbef che “dà atto all’impegno del Governo Berlusconi per aver affrontato la spinosa questione dei mutui a tasso variabile, contratti da 3,2 milioni di famiglie su 3,5 milioni di contraenti (91 per cento) per precise responsabilità e cattivi consigli delle banche”. Adusbef “non dà alcun credito a banche ed Abi che propagandano risparmi di 850 euro l’anno”.
“Tali teorici sconti –si legge nella nota- saranno messi in coda alle rate, maggiorate di salati interessi”. Oggi le famiglie italiane pagano più che negli altri paesi europei. “I prestiti nostrani sono già gravati da tassi più elevati di uno 0,70 per cento secco rispetto alla media europea, essendo attestati in Italia al 5,79 per cento, nell’Ue al 5,09 per cento”. L’associazione giudica ‘teorici’ i risparmi annunciati dal Governo (850 euro l’anno): ad appesantire il costo del mutuo è “l’allungamento della durata del debito, gravato da interessi variabili legati all’IRS e fino alla copertura del debito residuo, ossia capitali ed interessi, che porteranno a 23-24 anni un prestito originario di venti anni”. Critiche anche dalle opposizioni. Il senatore dell’Italia dei Valori Elio Lannutti: “l’accordo tra il l’esecutivo e l’Abi non ha prodotto alcun risparmio per i cittadini interessati, ma solo un allungamento del finanziamento ripagato con i tassi di interesse”. Fermo restando l’apprezzamento verso “l’interesse dimostrato dal governo” Lannutti ritiene non risolta “del tutto positivamente” la vicenda.