Si preannunciano giorni difficili per gli automobilisti, ma forse non meno difficili per i benzinai: la categoria passa alla protesta e annuncia uno sciopero della durata di ben sette giorni. Non si sa ancora quando partirà lo sciopero e secondo quali modalità, ma il rischio é che il paese rimanga paralizzato, alla stregua di quanto successo pochi giorni fa in Nigeria, dove, l’aumento sconsiderato del prezzo della benzina aveva portato i benzinai allo sciopero. Risultato: Paese fermo e il presidente nigeriano é presto intervenuto con una riduzione dei prezzi.
Le modalità e le date precise saranno decise dagli organi dirigenti delle due Federazioni nei prossimi giorni anche alla luce dei provvedimenti che il Governo assumerà nel prossimo Consiglio dei ministri – sottolineano Luca Squeri, il presidente nazionale della Figisc, e Stefano Cantarelli, presidente nazionale della Anisa -. La scelta di intervenire sull’esclusiva di fornitura nella rete carburanti non produrra’ alcun effetto sui prezzi, ma otterra’ il risultato di far espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti e di far rendere loro dalle aziende petrolifere e dai retisti convenzionati la vita ancor piu’ impossibile fin da subito. Non solo, perche’ la norma che autorizza gli impianti a funzionare 24 ore su 24 solo nella modalita’ self service senza piu’ la presenza dell’operatore e’ un altro grossissimo chiodo piantato sulla bara della categoria.
Non é dello stesso avviso l’Adoc, la quale ci tiene a sottolineare che la liberalizzazione del settore porterà sicuramente dei risparmi per i consumatori, risparmi stimabili a circa 200 euro all’anno. La liberalizzazione del settore carburanti quindi, secondo l’associazione, non solo è urgente, ma anche necessaria per operare una separazione netta tra chi produce carburanti e chi li vende agli impianti e rendere il mercato finalmente libero. Inoltre in questo modo si darà la possibilità ai gestori di vendere anche prodotti “non-oil”.
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