Chi si sposterà in auto a fine luglio dovrà fare i conti con il carburante perchè non sarà facile fare rifornimento. I benzinai hanno indetto infatti uno sciopero nazionale degli impianti di distribuzione per le giornate del 27 e 28 luglio, potrebbero esserci quindi disagi per strade e autostrade. Lo sciopero è stato proclamato dal Coordinamento Nazionale Unitario di Faib Confesercenti e Fegica Cisl, per dissentire al decreto sulla manovra del Governo, nella richiesta di un articolo in merito alla distribuzione dei carburanti. Distributori chiusi per due giorni quindi anche per porre attenzione sul costo elevato del carburante.
Il prezzo medio del carburante infatti oscilla tra l’1,578 euro degli impianti Esso e l’1,590 euro dei punti vendita Shell (no-logo a 1,502). I costi diesel vanno invece dall’1,457 euro dei distributori Eni all’1,475 euro degli impianti Shell (no-logo a 1,375). Per quanto riguarda il Gpl invece abbiamo costi che oscillano tra lo 0,738 euro dei punti vendita Eni allo 0,757 degli impianti IP. E sembra che nei prossimi giorni é previsto un ulteriore rincaro di circa 1 cent e mezzo di media per litro. Fortemente critiche le associazioni dei consumatori che promettono presidi davanti a Montecitorio, perchè vengano predi provvedimenti contro il caro benzina. Le associazioni si propongono di sostenere l’iniziativa “Libera la benzina”.
La realtà – sottolinea Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum – è che in pochi giorni gli automobilisti italiani perderanno quel piccolo risparmio che avevano accumulato con l’abbassamento del prezzo del petrolio e vedranno la benzina schizzare nuovamente oltre l’euro e sessanta centesimi, con un aumento medio del pieno di benzina intorno ai tre euro e un costo annuo maggiore di circa 2,1 miliardi di euro con una fiscalità sulla benzina che supera il 50% del prezzo alla pompa. Rinnoviamo l’invito al Governo ad emanare al più presto provvedimenti che contengano variazioni periodiche e non giornaliere dei prezzi e l’eliminazione degli oneri impropri.